Il 30 aprile si festeggia San Pio.
Il nome diffuso in Italia deriva dal soprannome e poi nome personale latino di età imperiale Pius e Pia, nel chiaro significato di “colui che adempie ai doveri morali e religiosi”, “ligio alla religione”. Chi porta questo nome è una persona generosa e altruista. Non riesce ad accettare sotterfugi e inganni. All’apparenza burbero in realtà è una persona cordiale e socievole. Perdona tutto tranne che le bugie.
I simboli associati al nome sono:
Per quanto riguarda il santo, il 30 aprile, si festeggia San Pio V, al secolo Antonio Ghislieri (Bosco Marengo, 17 gennaio 1504 – Roma, 1º maggio 1572), papa della Chiesa cattolica e sovrano dello Stato Pontificio che apparteneva all’Ordine dei Frati Predicatori (domenicani). Antonio nasce nella decaduta famiglia nobile Ghislieri, a 14 anni entra nell’ordine dei Frati Predicatori a Voghera e nel 1519 prende i voti a Vigevano. Completa, poi, i suoi studi presso l’Università di Bologna. Nel 1528 riceve gli ordini da presbitero a Genova e successivamente si reca a Parma per supportare il seggio pontificio contro le eresie. Diventa rettore di vari conventi domenicani e grazie alla sua disciplina rigida riceve la nomina di inquisitore della città di Como e continua tale attività anche a Roma dove si reca nel 1550 e dove viene eletto commissario generale dell’Inquisizione romana. Il papa Paolo IV, nel 1556, lo consacra vescovo di Sutri e Nepi e nel 1557, nel concistoro, lo nominano cardinale prete con titolo di Santa Maria sopra Minerva. Nel 1558 infine è nominato Grande Inquisitore e nel 1560 diventa vescovo di Mondovì.
Il 7 gennaio del 1566 alla morte di Pio IV viene eletto papa per volontà dei cardinali Borromeo e Farnese e prende il nome di Papa Pio V. Per l’occasione, contrariamente a quanto avveniva solitamente, non si tengono festeggiamenti di alcun genere proprio perché Pio V ha un carattere rigido e intransigente. Il giorno della sua incoronazione che cade nel giorno del suo 62° compleanno invece di lanciare monete al popolo il papa preferisce soccorrere i malati presso le loro abitazioni.
Anche da papa Pio V continua a indossare il saio bianco tipico dei domenicani, a dormire sopra un pagliericcio, a cibarsi solo di legumi e di frutta, dedicando le sue giornate al lavoro e alla preghiera. Pio V da subito gode dell’ammirazione e del rispetto di tutti per la pietà, l’austerità e l’amore per la giustizia.
Pio V limita gli abusi della corte pontificia, dimezzando le inutili bocche da sfamare e nominando un’apposita commissione per vigilare sulla cultura ed i costumi del clero, che a quel tempo lasciavano molto a desiderare ed erano troppo sfarzosi. Per sua volontà ai sacerdoti vengono vietate tutte le distrazioni dagli spettacoli ai giochi e ai banchetti. Riguardo ai vescovi egli introduce un esame di accertamento sulla loro idoneità, la residenza, pena la privazione del loro titolo, la fondazione dei seminari, il rispetto del cerimoniale e l’erezione delle cosiddette Confraternite di catechismo.
Nella curia Pio V organizza la Penitenzieria, crea la Congregazione dell’Indice per l’esame dei libri contrari alla fede, partecipa personalmente alle sessioni del Tribunale dell’Inquisizione e qualche volta concede udienza al popolo, anche dedicando loro fino a dieci ore consecutive, dedicando maggiori attenzioni ai poveri ai quali dona anche aiuto economico. Cerca di portare un pò di decoro tra la gente emettendo bolle, punendo l’accattonaggio, cacciando da Roma le cortigiane e altro ancora. Stabilisce pene pecuniarie e personali per i i bestemmiatori, difende il matrimonio, infliggendo pene severe agli adulteri, vieta il combattimento di tori ed i festeggiamenti carnevaleschi.
Pio V in prima persona cura la pubblicazione del catechismo romano, del breviario romano riformato e del messale romano. Consolida gli strumenti della Controriforma per combattere l’eresia ed il protestantesimo e dà nuova forza all’Inquisizione Romana. Si oppone al nepotismo, ovvero alla tendenza di favorire i propri parenti per la carica di alcuni poteri, e, ligio ai suoi stessi insegnamenti, quando scopre che il figlio di suo fratello, Paolo Ghislieri, membro della milizia pontifica, coltiva amori illeciti lo caccia addirittura dallo Stato.
Nel 1566 promuove la costruzione del convento domenicano di Santa Croce e Ognissanti a Bosco Marengo, che avrebbe dovuto rappresentare il centro di una città di nuova fondazione, nonché suo luogo di sepoltura. Nel 1567 fonda a Pavia un’istituzione caritatevole per gli studenti meritevoli, il noto Collegio Ghislieri, che tuttora, soltanto tramite concorso pubblico, accoglie alcuni tra i migliori studenti dell’Università di Pavia. Pio V l’11 aprile 1567 nomina Tommaso d’Aquino dottore della Chiesa.
Durante la carestia del 1566 e durante le epidemie che seguirono, fa distribuire ai bisognosi somme considerevoli di denaro per poter organizzare i servizi sanitari e per rendere ciò ancora più possibile sopprime tutte le spese superflue, anche quelle che riguardano i suoi vesti, egli, infatti, fa adattare alla sua statura gli abiti dei suoi predecessori. Per evitare che i cittadini cadano vittime delle usure degli ebrei favorisce i cosiddetti Monti di Pietà, relegando gli ebrei in appositi quartieri della città mediante la bolla Hebraeorum gens (1569), salvandoli di fatto dalla furia popolare.
Da papa condanna al supplizio Antonio Paleario e Pietro Carnesecchi, già protonotari apostolici, per aver aderito al protestantesimo.
Nel 1570, scomunica e “depone” la regina Elisabetta I d’Inghilterra, colpevole della morte della cugina Maria Stuart e di aver così aggravato l’oppressione dei cattolici inglesi.
L’episodio più celebre della vita di questo grande pontefice è sicuramente il suo intervento in favore della battaglia di Lepanto, nel 1571, quando i cristiani vinsero sui turchi. Il giorno della vittoria Pio V si affaccia alla finestra ed esclama “...sono le 12, suonate le campane, abbiamo vinto a Lepanto.” e da quel giorno le campane suonano ogni giorno alle 12.
Pio V, muore a 68 anni, il 1° maggio del 1572, sfinito da una grave ipertrofia prostatica per la quale, per pudicizia, non volle essere neanche visitato. Prima di morire però si raccomanda ai suoi cardinali radunati attorno al letto dicendo loro “Vi raccomando la santa Chiesa che ho tanto amato! Cercate di eleggermi un successore zelante, che cerchi soltanto la gloria del Signore, che non abbia altri interessi quaggiù che l’onore della Sede Apostolica e il bene della cristianità”.
Papa Clemente X lo nomina Beato il 27 aprile 1672 2 Papa Clemente XI lo canonizza Santo il 22 maggio del 1712.
Unimamme se avete deciso di chiamare vostro figlio con il nome di questo uomo semplice e austero vogliamo augurare loro la sua stessa risolutezza nell’affrontare le difficoltà e la sua stessa voglia di professare la sua fede. Buon onomastico!
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