Secondo i risultati di uno studio cinese il 100% dei pazienti colpiti da Covid – 19 sviluppa anticorpi. La ricerca è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista Science Nature.
Unimamme, dalla Cina giunge una notizia che dovrebbe farci tirare un sospiro di sollievo. Uno studio cinese della Chongqing Medical University, ha confermato che il 100% dei pazienti guariti da Covid – 19 sviluppa degli anticorpi.
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Ricerca su anticorpi e coronavirus: le speranze della scienza
Gli studiosi cinesi hanno condotto la loro ricerca, pubblicata su Nature, in questo modo:
- sono stati considerati 285 pazienti con il Covid – 19
- i pazienti provenivano da 3 diversi ospedali
- di questi 70 avevano campioni sequenziali disponibili
- è stato usato un test immunoenzimatico a chemiluminescenza magnetica per rilevare gli anticorpi specifici
- entro 19 giorni dall’inizio dei sintomi il 100% è risultato positivo all’immonuglobulina G (IgG) antivirale
L’anticorpo G (IgG) antivirale è l’anticorpo responsabile per la protezione contro un agente microbico. “La sieroconversione per IgG e IgM si è verificata contemporaneamente o in sequenza. Entrambi i titoli” anticorpali “di IgG e IgM hanno raggiunto il plateau entro 6 giorni dalla sieroconversione” sostengono gli esperti. Dai grafici si evince infatti che la proporzione di pazienti che hanno anticorpi IgG raggiunge il 100% in circa 17 – 19 giorni, mentre la proporzioni di persone con anticorpi IgM raggiunge il picco del 94,1% in 20 – 22 giorni da quanto si presentano i sintomi.
63 pazienti con conferma di aver avuto il Covid – 19
- i campioni di siero sono stati raccolti a intervalli di 3 giorni
- tra questi il tasso di sieroconversione è del 96,8%, cioè 61 su 63
- tutti i pazienti hanno raggiunto la siero conversione nell’arco di 20 giorni
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I livelli di IgG nei 19 pazienti sottoposti a siero conversione di IgG durante il ricovero sono aumentati di 6 giorno dopo la prima misurazione positiva di IgG. I livelli di IgG al plateau variavano ampiamente. Non sono stati trovati però legami tra i livelli di IgG e la situazione clinica del paziente. Complessivamente il 70,7% dei pazienti Covid- 19 ha soddisfatto i criteri di sieroconversione IgG.
Si tratta quindi di una buona notizia, annunciata anche dal virologo Burioni. “I test sierologici possono essere utili per la diagnosi di pazienti sospetti” Covid “con risultati Rt-Pcr (tamponi, ndr) negativi e per l’identificazione di infezioni asintomatiche” sostengono gli autori di questa ricerca. Il virologo italiano Guido Silvestri della Emory University di Atlanta, commenta così questa scoperta: “285 su 285 (100%) pazienti con Covid-19 sviluppano IgG contro Sars-CoV-2 entro 19 giorni dall’inizio dei sintomi clinici”. Gli autori della ricerca hanno aggiunto: “la sieroconversione per IgG e IgM si è verificata contemporaneamente o in sequenza. Entrambi i titoli” anticorpali “di IgG e IgM hanno raggiunto il plateau entro 6 giorni dalla sieroconversione”. Da tutto ciò deriva che “i test sierologici possono essere utili per la diagnosi di pazienti sospetti” Covid “con risultati Rt-Pcr (tamponi, ndr) negativi e per l’identificazione di infezioni asintomatiche”.
Sempre Silvestri aggiunge in un commento sulla sua pagina Facebook: “Lo studio è importante in quanto conferma che il nostro sistema immunitario monta una risposta anticorpale contro il virus. Risposta che con tutta probabilità, basandosi sui precedenti di Sars-1 e Mers, oltre che sui modelli animali di infezione da coronavirus, protegge dalla reinfezione o almeno dal ritorno della malattia. Come detto molte volte ancora non possiamo sapere quanto dura questa risposta (vi prego, non mi chiedete ‘perché non lo possiamo sapere?’), ma i precedenti con virus simili suggeriscono che dovrebbe durare almeno 12-24 mesi“. Infine, come accennato anche il professor Roberto Burioni ha commentato questi risultati così dal suo account Twitter: “buona notizia: seppure in quantità variabili, i pazienti guariti da COVID-19 producono anticorpi contro il virus. Questo è bene perché rende affidabile la diagnosi sierologica e, se gli anticorpi fossero proteggenti, promette bene per l’immunità“.Unimamme, cosa ne pensate di queste considerazioni raccolte su Il Fatto Quotidiano?
Buona notizia: seppure in quantità variabili, i pazienti guariti da COVID-19 producono anticorpi contro il virus. Questo è bene perché rende affidabile la diagnosi sierologica e, se gli anticorpi fossero proteggenti, promette bene per l’immunità. https://t.co/Y7U9B7yYsJ pic.twitter.com/BfiOxASlrP
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) April 29, 2020
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