Un piano per la riapertura delle scuole già a giugno, con orari maggiori, classi con pochi bambini ed altre modalità per mettere in sicurezza gli studenti.
Una dello domande più poste in questo periodo è se e quando i nostri ragazzi e ragazze potranno ritornare a scuola. Di certo è che prima di settembre nessuno ritornerà sui banchi di scuola. Dal ministero dell’istruzione fanno sapere che si sta lavorando per trovare una soluzione e come far per permettere agli studenti di rientrare in classe a settembre sempre mettendo al primo posto la loro sicurezza.
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Sono stati proposti diversi piani al Ministero, tra cui anche quello di Stefano Parisi, elaborato con il Prof. Giuseppe Bertagna, dell’Università degli Studi di Bergamo, e Emmanuele Massagli, Presidente di ADAPT, Università di Modena nell’ambito del Piano Operativo https://ricostruireitalia.it. Alla base del loro piano c’è la necessità di suddividere gli studenti in piccoli gruppi e dividere le loro attività tra studio in presenza, didattica online ed attività all’aperto ed ex scolastiche, musei, palazzi d’epoca, esposizioni, teatri, e attività sportive anche visite a parchi e giardini botanici.
Il piano è stato presentato a Vittorio Colao e propone di aprire le scuole subito, da giugno a settembre. Gli alunni saranno divisi in gruppi massimo da 8.
L’orario scolastico sarà dalle 8 alle 17 e si potrà anche andare il sabato mattina per garantire la turnazione. Come riportato dal Corriere, per sopperire alla mancanza d’insegnanti si potrebbero prendere in considerazione gli studenti universitari che frequentano corsi di laurea che abilitano all’insegnamento. La proposta di #ricostruire presuppone 6 passaggi chiavi per poter riaprire le scuole:
Inoltre, il piano prevede che tra un’attività e l’altra scolata al chiuso ci dovrebbe essere almeno 30 minuti di stop per permettere la sanificazione degli ambienti. Parisi ha commentato il suo piano: “La logica con la quale stiamo lavorando è proprio quella di affrontare l’emergenza Covid 19 in tanti ambiti, con un approccio nuovo rispetto al passato in modo tale che dall’emergenza si possa passare ad un’ordinarietà modernizzando il Paese”.
Un altro studio che è stato presentato è quello del Politecnico di Torino che prova a trovare e definire delle modalità per una ripresa della scuola in sicurezza.
Nello studio si evidenzia l’importanza della ripresa della scuola: “La scuola ed i servizi educativi per la prima infanzia sono altrettanto cruciali delle attività produttive per la ripresa del Paese. Il sistema educativo risponde a problemi di conciliazione famiglia-lavoro per i genitori, ma soprattutto ai diritti costituzionali dei bambini e dei ragazzi a ricevere un’istruzione e ad avere accesso alle risorse per il pieno sviluppo delle proprie capacità”.
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Lo studio punta sul dimezzamento del numero di studenti per classe e parte dal presupposto che per i bambini più piccoli, quelli sotto i 6 anni, non riescano ad adottare i comportamenti necessari per prevenire i contagi. Secondo lo studio, sarebbero però loro a poter tornare a scuola per primi andando a cambiare il rapporto tra educatori e bambini che ad oggi è di 5 bambini per educatore dai 0 ai 12 mesi, 6 da 13 a 24 mesi e 8 da 25 a 36 mesi. L’ipotesi è quella di portare il numero massimo a 5-6 per tutte e tre le fasce di età. Per i bambini della scuola d’infanzia si pensa di non avere più di 10 bambini per classe. Dalla primaria in su, si prevede il dimezzamento del numero degli allievi per classe, e l’implementazione di un’alternanza della didattica a distanza e in presenza prevedendo “metà gruppo in classe e metà a casa con turnazioni periodiche”.
Dal Politecnico fanno inoltre sapere i costi per adeguare le scuole: “Costi a carico delle scuole e dei soggetti ed associazioni del territorio per tutti i dispositivi di prevenzione (dai plexiglas alle mascherine) e per la sanificazione; costi a carico degli enti locali per la predisposizione dei locali, delle strutture e degli arredi e per la ristrutturazione di spazi esterni; costi di gestione ed impatto logistico della gestione del personale”.
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Voi unimamme cosa ne pensate di questi due piani?
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