Una mamma denuncia che un’estranea ha rubato la foto di suo figlio neonato, poi morto, sostenendo che fosse il suo. Ecco cosa ha scritto.
Unimamme, oggi vi parliamo della storia di una mamma, Stacey Skrysa, una mamma scrittrice molto attiva sui social, che ha denunciato pubblicamente il “furto di un’immagine.
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Ecco il messaggio di Stacey Skrysak su Facebook:
” Mi sento violata. Mi sento stordita. Tanti pensieri stanno volando nella mia mente. La dolce foto del mio bambino, che è morto tra le mie braccia, è stata rubata. Una donna l’ha presa e l’ha usata su Facebook, dicendo che era suo figlio che era morto. Gli ha dato un nome diverso e ha condiviso dei dettagli sulla sua breve vita.
È difficile rendere con le parole le emozioni che mi scorrono dentro. Non ho pianto, non ho gridato, ma vedere uno screenshot mi ha fatto male allo stomaco. La perdita di un bambino è l’incubo peggiore per un genitore. Dopo aver perso la nostra prima tripletta dopo la nascita, non pensavo di poter sostenere altra angoscia. Il nostro primogenito se n’era andato all’improvviso e ora avevamo 2 bambini di nemmeno 500 grammi l’uno che combattevano per la loro vita nel reparto di terapia intensiva neonatale. Questa foto è stata scattata il giorno dopo che abbiamo saputo che nostro figlio, Parker, era gravemente malato. Una grave ferita al cervello ci ha forzati a prendere la decisione che nessun genitore dovrebbe mai prendere. Un fotografo locale ci ha offerto il suo tempo e ha scattato una foto del nostro bellissimo bimbo. Questo è il mio dolce Parker. Con i capelli biondi e il suo dolce carattere. Parker è vissuto per 55 giorni. Lu è esistito, lui è più di una foto.
Si tratta di un dolore che non augurerei al mio peggior nemico. Questa donna ha usato la mia angoscia e pena a suo vantaggio. Ma ho deciso di guardare questa foto e di ricordare il mio bellissimo bambino. Sto ricacciando indietro le lacrime mentre scrivo questo, shoccata e frustrata che qualcuno possa essere caduto così in basso da prendere una foto e sostenere che quello fosse suo figlio gravemente malato. In quanto scrittrice ho avuto a che fare con il plagio, le mie parole sono state rubate, e sono sicura che le mie parole sono state usate fuori contesto. Questo è parte di internet, dove ti esponi pubblicamente, affronti il rischio. Ma credo di non aver mai pensato che le mie foto potessero essere rubate a causa dei miei bambini sono conosciuti in tutto il mondo. Per anni ho condiviso il nostro dolore e la nostra felicità. Il nostro viaggio è comparso su People e sul Today Show e su altre pubblicazioni.
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Ma ho imparato che nessuno è immune alle azioni crudeli. Nemmeno una madre in lutto. Dopo essere stata allertata sulla foto di mio figlio ho sporto una denuncia su Facebook e ho contattato la donna per farle togliere la foto. (Non ha mai risposto ma invece mi ha bloccato). Non sono arrabbiata con questa donna, ma sono immensamente triste per lei. Magari ha lottato anche lei con una perdita. Magari sta semplicemente cercando attenzione dagli altri. Ma rubare una foto di un bambino gravemente malato e usarla per ingannare gli altri mi spezza il cuore. Il suo comportamento alla ricerca di empatia non dovrebbe essere a spese della mia perdita. Quella foto di mio figlio è una delle mie preferite. Solo uno sguardo mi riporta indietro alla terapia intensiva neonatale, il giorno in cui, per poche ore, abbiamo sentito tanta gioia e pace. Nel mezzo della realtà che il nostro tempo con lui è stato limitato noi abbiamo sorriso mentre abbiamo scattato una foto di famiglia in ospedale. Nonostante il mio cuore si stesse spezzando era riempito fino all’orlo di amore.
Ormai sono passati sette anni da quando i miei tre gemelli sono nati e ancora adesso mi addoloro per i 2 bambini che sono morti. Non augurerei la perdita di un figlio al mio peggiore nemico. Ho buttato questo incidente sotto il tappeto, ma nelle mie ultime 2 settimane non sono riuscita a togliermelo dalla mente. Ci sono possibilità che conosciate persone che hanno perso un figlio, con un aborto spontaneo o morto alla nascita, o un bimbo che è morto. Ci rimangono pochi ricordi dei nostri bambini. Forse una fascia dell’ospedale, pochi abiti, alcuni ultrasuoni e foto per ricordarli. La perdita di un bambino è reale. Non è qualcosa di cui scherzare o da prendere alla leggera. Sono contenta di aver trascorso 55 giorni con mio figlio, di memorizzare i suoi lineamenti, di imparare a conoscerlo. E mentre qualcuno ha cercato di prendere un pezzo tangibile della mia vita, sono i ricordi di mio figlio ciò che importa di più. Quei dolci momenti dureranno una vita”.
Unimamme, cosa ne pensate delle parole di questa mamma ripubblicate su The Stir?
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