I luoghi dove rischiamo maggiormente il contagio: “conoscerli per evitarli”. Un esperto ha scritto un articolo divenuto virale su come comportarsi in questa seconda fase post-lockdown.
Gli interrogativi dopo l’allentamento delle restrizioni sono molti e preoccupano tutti. Erin Bromage, immunologo e professore di Biologia presso l’University of Massachusetts Dartmouth negli Stati Uniti, ha provato a fornire delle risposte, scrivendo un articolo sul suo blog personale con un linguaggio comprensibile ai più che ha avuto più di 14 milioni di visualizzazioni, attirando l’attenzione di diverse testate come la Cnn, il New York Times solo per citarne alcune.
Secondo Bromage occorre considerare essenzialmente due cose:
Sul contagio sappiamo che è facile tra conviventi all’interno della stessa casa, spesso infatti, in ospedale arrivano interi nuclei familiari, come ha raccontato il virologo Andrea Crisanti. E’ però più complicato riuscire a comprendere come si sia infettato il primo familiare. In molti pensano che il supermercato potrebbe essere un luogo di contagio visto che è un ambiente chiuso e condiviso, ma secondo Bromage esistono contesti più a rischio.
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Come sappiamo, il contagio avviene attraverso una dose di particelle del virus (virioni) in grado di infettare. Alcuni studiosi, spiega Bromage, hanno stimato che sono necessarie circa 1000 di queste particelle del virus SARS-Cov2, ipotesi che va comunque confermata. L’infezione potrebbe quindi realizzarsi:
La contaminazione può quindi essere immediata o più lenta.
Parlando di luoghi e modalità di contagio, Bromage fornisce un elenco di possibili situazioni:
1- Nei bagni: qui sono principalmente due i modi attraverso i quali entriamo in contatto con le particelle virali:
Bromage consiglia quindi di utilizzare i bagni pubblici con estrema cautela almeno fino a che non si fa chiarezza.
2- Tosse: con un colpo di tosse si producono 3000 droplets che viaggiano a una velocità di circa 75 km/h. Mentre la maggior parte dei droplets sono grandi e cadono al suolo velocemente alcuni rimangono in aria e possono attraversare una stanza in pochi secondi, arrivando a molti metri di distanza.
3- Starnuto: uno starnuto rilascia circa 30 mila droplets che viaggiano ad una velocità di 300 km/h. I piccoli droplets possono quindi raggiungere velocemente l’altro capo della stanza.
Se una persona è infetta i droplets emessi con un colpo di tosse o uno starnuto possono contenere fino a 200 milioni di particelle virali che contagiano l’ambiente intorno.
4- Un respiro rilascia dai 50 ai 5000 droplets. La maggior parte però hanno una bassa velocità e cadono al suolo velocemente. Ancora meno sono i droplets rilasciati con una respirazione nasale. Ciò significa che una persona contagiata che respira rilascia pochissimi droplets contenenti una bassa carica virale (tale affermazione è confermata da studi effettuati sul virus influenzale).
Bromage parla poi di una formula da ricordare:
INFEZIONE = ESPOSIZIONE al VIRUS x TEMPO
Se una persona tossisce o starnutisce le particelle virali vanno ovunque: alcune restano in aria, altre cadono sulle superfici, la maggior parte al suolo. Per comprendere come una persona possa infettarsi Bromage ipotizza diverse situazioni:
5- Parlare: rispetto al semplice respirare se una persona parla emette droplets pari a circa 200 particelle virali al minuto. In questo caso parlando faccia a faccia con una persona infetta ci vorrebbero circa 5 minuti per ricevere la dose di 1000 particelle virali ed infettarci.
Quindi, secondo Bromage, tenere a mente la formula Esposizione al virus x tempo è la base per comprendere l’eventuale contagio ed evitarlo.
Passare più di 10 minuti faccia a faccia con una persona potenzialmente infetta ci pone a rischio. Dividere lo spazio per un lungo periodo di tempo idem.
Tosse e starnuti, come abbiamo visto, rischiano di saturare gli ambienti di cellule virali e questo è il motivo per cui se si hanno sintomi è preferibile rimanere a casa. Il rischio infatti di contagiare un’intera stanza è maggiore.
Oltre ai sintomatici però abbiamo visto come circa il 40% dei contagiati da Codid-19 sia asintomatico. Inoltre secondo gli studi si è contagiosi fino a 5 giorni prima di manifestare gli eventuali sintomi. Per questo motivo il virus è così contagioso: “agisce senza farsi vedere“.
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Dopo aver parlato di situazioni, Bromage affronta il discorso dei luoghi più a rischio, che sono “luoghi chiusi, con uno scarso ricambio d’aria e un’alta concentrazione di persone”, come confermato anche dai casi di cronaca sui focolai nati in luoghi come:
Il caso più emblematico, racconta Bromage, è stato negli Stati Uniti negli impianti dove si seleziona e macella la carne e dove i dipendenti lavorano per ore in ambienti refrigerati oltre che chiusi e con una livello di umidità tale da favorire la permanenza delle particelle virali. Inoltre visto i rumori dei macchinari le persone devono quasi urlare per comunicare tra loro.
Parlando invece di riapertura di ristoranti e posti di lavoro, Bromage cita alcuni studi e storie di focolai avvenuti:
Questi focolai dimostrano come le infezioni siano avvenute prevalentemente:
Per questo motivo, Bromage, ritiene che il 90% dei casi di contagi avviene a casa, nel luogo di lavoro, sui trasporti pubblici, in eventi sociali e nei ristoranti. Al contrario fare la spesa sembra essere poco rischioso perché i luoghi sono normalmente grandi, il numero di persone è ristretto, il tempo di permanenza è breve. Il discorso cambia per chi ci lavora, da considerare categoria a rischio.
Inoltre nei paesi in cui viene effettuato il contact tracing, ossia il tracciamento dei contatti, è bassissima la percentuale di contagi avvenuto all’aperto. Quindi le regole di distanziamento sociale proteggono solo in casi di brevi esposizioni o all’aperto.
Bromage conclude avvisando che nel momento in cui si torna al lavoro o si ricomincia ad uscire è bene domandarsi come sono gli ambienti in cui si passerà del tempo e precisamente:
Ad esempio se si è un luogo ben ventilato, con poche persone il rischio è basso. In ogni caso ricorda che fondamentale rimane lavarsi spesso le mani e non toccarci il viso, e indossare una mascherina.
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