Letalità per Covid-19: le caratteristiche dei pazienti nel rapporto aggiornato dell’ISS.
È uscito il nuovo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sulle letalità per Covid-19 in Italia. Uno studio necessario per comprendere l’evoluzione della malattia e le sue conseguenze. Il rapporto contiene un’analisi dettagliata su età, sesso, condizioni di salute e patologie pregresse dei pazienti, i sintomi della malattia, le complicanze e il decorso clinico.
L’ultimo rapporto dell’ISS sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi al nuovo coronavirus Sars-Cov-2 è aggiornato al 14 maggio ed è stato pubblicato sul sito web di Epicentro venerdì 15 maggio. Il rapporto conferma che il Covid-19 contagia soprattutto gli anziani sopra i 60 anni ed è letale per quelli di quasi 20 anni di età superiore. Gli uomini muoiono più delle donne e quasi il 60% dei deceduti aveva 3 o più patologie.
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Il rapporto sulle caratteristiche dei pazienti deceduti per Covid-19 in Italia, elaborato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), si basa su un campione di 29.692 pazienti deceduti e positivi all’infezione da SARS-CoV-2 in Italia.
La maggior parte dei decessi riguarda soprattutto le regioni del Nord Italia, con la Lombardia che ha il 51,5% dei decessi a livello nazionale, con 15.185 morti registrate al 14 maggio 2020. Segue distanziata l’Emilia Romagna con il 13,2% e 3.905 decessi, poi il Piemonte con il 7,4% e 2.196 decessi. Quindi il Veneto con il 5,9% e 1.746 decessi; la Liguria con il 4,3% e 1.277 pazienti deceduti, la Toscana con il 3,1% e 928 decessi e poi le Marche con il 3% e 905 decessi. Tutte le altre regioni hanno molti meno morti e percentuali inferiori del 2%.
Le persone decedute positive al Coronavirus hanno un’età media di 80 anni. Per la maggior parte si tratta di uomini, mentre le donne decedute sono il 39,8% del campione, pari 11.814 pazienti. L’età mediana dei pazienti deceduti di Covid-19 è di 81 anni, più alta di quasi 20 anni di quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione, che è di 62 anni. La figura qui sotto mostra il numero dei decessi per fascia di età. Le donne decedute dopo aver contratto l’infezione da SARS-CoV-2 hanno un’età più alta rispetto agli uomini: l’età mediana per le donne è di 85 anni, per gli uomini di 79 anni.
Sono state analizzate le cartelle cliniche di 2.848 pazienti deceduti, positivi al nuovo Coronavirus, per verificare se soffrissero di patologie pregresse, diagnosticate prima dell’infezione del virus. Il numero medio di patologie osservate in questi pazienti è di 3,2 (mediana di 3). Le patologie pregresse nei pazienti deceduti sono così distribuite:
Prima del ricovero in ospedale, il 23% dei pazienti deceduti seguiva una terapia con ACE-inibitori e il 16% una terapia con Sartani (bloccanti del recettore per l’angiotensina).
Riguardo alla differenza di sesso, nelle donne (n=939) il numero medio di patologie osservate è di 3,3 (mediana 3); negli uomini (n=1909) il numero medio di patologie osservate è di 3,2 (mediana 3).
L’ipertensione arteriosa è la patologia più comune ai pazienti deceduti positivi al Coronavirus: nel 70% delle donne e nel 67,2% degli uomini. Seguono la cardiopatia ischemica negli uomini, al 31,6% (nelle donne al 21,3%) e il diabete mellito di tipo 2, negli uomini al 31,1% e nelle donne, al 29,4%. Altre patologie pregresse nei pazienti deceduti sono la fibrillazione atriale nelle donne (23,7%) e negli uomini (21,9%), l’insufficienza renale cronica negli uomini (21,5%) e nelle donne (18,6%). Poi la demenza nelle donne, al 23,1% (negli uomini al 12,2%), e la broncopneumopatia negli uomini al 18,4% (nelle donne al 12,7%)
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I sintomi più comuni osservati prima del ricovero nei pazienti deceduti positivi al Coronavirus sono: febbre, dispnea (fatica nel respirare, affanno) e tosse. Meno frequenti sono i sintomi come diarrea e emottisi (tosse con sangue). Mentre un 5,8% di pazienti non aveva alcun sintomo al momento dei ricovero.
La complicanza più comune nei pazienti deceduti per Covid-19 rimane l’insufficienza respiratoria, osservata nel 96,8% dei casi del campione esaminato. Seguono: il danno renale acuto, 22,0% dei casi, la sovrainfezione, 12,2%, e il danno miocardico acuto, nel 10,6% dei casi.
Riguardo alle terapie utilizzate nei pazienti ricoverati per Covid-19 e poi deceduti, la più comune è quella antibiotica, nell’85,% dei casi, mentre meno usata è quella antivirale, nel 58% dei casi, infine più raramente è stata utilizzata la terapia steroidea, nel 37% dei casi. L’impiego della terapia antibiotica è spiegato dalla presenza di sovrainfezioni oppure dal trattamento iniziale dei pazienti con polmonite, prima della conferma di positività al Covid-19. Nel 22% nei casi, 615 pazienti, sono state usate tutte e tre le terapie. Al 3,9% dei pazienti deceduti era stato stato somministrato Tocilizumab.
Il rapporto dell’Iss riporta anche i tempi mediani, in giorni, che trascorrono dall’insorgenza dei sintomi al ricovero in ospedale e al decesso.
Il tempo che intercorre dal ricovero in ospedale al decesso è più lungo di 4 giorni nei pazienti che sono ricoverati in rianimazione, 9 giorni, rispetto agli altri, 5 giorni.
Alla data del 14 maggio 2020, i pazienti sotto i 50 anni deceduti e positivi al Coronavirus sono 332 sul totale del campione di 29.692 pazienti, pari all’1,1%. Di questi, 74 pazienti avevano meno di 40 anni, 49 uomini e 25 donne, di età compresa tra 0 e 39 anni. Tra questi 74 non si hanno informazioni cliniche di 9 pazienti, mentre altri 53 avevano gravi patologie preesistenti (cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità) e a 12 non erano state diagnosticate patologie di rilievo.
Il report intero a questa pagina.
Per ulteriori informazioni: www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-decessi-italia
Che ne pensate unimamme di questi dati?
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Informazioni aggiornate in tempo reale sulla diffusione dei casi di Covid-19 in Italia le trovate sul sito web del Ministero della Salute.
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