La mamma di una bambina ha deciso di scrivere una lettera di sfogo a seguito della sua richiesta alla scuola: “Bocciate mia figlia disabile”.
A seguito dell’emergenza sanitaria che ha colpito il nostro Paese, uno dei primi provvedimenti che sono stati presi è quello che riguarda la chiusura delle scuole. Quando si è capito che era impossibile far ritornare i nostri ragazzi sui banchi di scuola ci si è attivati con la didattica a distanza.
Purtroppo non sempre questo tipo di didattica, che nel nostro Paese è “innovativa”, si è rivelata un successo. Ci sono stati dei bambini e ragazzi che vivono in condizioni disagiati che non hanno seguito le lezioni online e non bisogna dimenticare i tanti ragazzi disabili che frequentano le nostre scuole che hanno bisogno di attenzioni particolare che pc non può dare.
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Questa che vi raccontiamo è la storia di una mamma che ha deciso di scrivere una lettera al Corriere della Sera. Una lettera di denuncia e di sfogo nella quale la donna chiede di non lasciare al caso l’istruzione della figlia disabile.
La lettera è scritta dalla mamma di Beatrice, una bambina di 10 anni che frequenta la quarta elementare ed è affetta da una grave forma di epilessia farmacoresistente che ne ha compromesso anche le capacità cognitive. Quando la bimba frequentava la sua scuola nel milanese aveva un’insegnante di sostegno ed un educatrice aiutarla nelle autonomie personali, ma, come dichiarato dalla madre, con la chiusura della scuola ”Beatrice non ha mai avuto alcun contatto con i suoi insegnanti curriculari mentre in 9 occasioni ha incontrato via web l’insegnante di sostegno”.
Poi la denuncia:“La scuola non mi ha mai contattata per informarmi se il piano didattico previsto per la bambina dovesse subire qualche modifica a causa dell’isolamento, né ha fatto pervenire la necessaria rimodulazione del PEI che il dirigente, nella sua ultima comunicazione, ha riferito essere stato cambiato (a nostra insaputa) e degli obiettivi per l’anno in corso sulla base dei quali Beatrice dovrebbe essere valutata” ha spiegato la mamma di Beatrice. A Beatrice sono stati inviati i compiti, ma nessuno ha richiesto l’invio degli stessi svolti e “Beatrice che ha capito che quel lavoro non interessava ai suoi insegnanti e non ha più voluto farlo”.
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La mamma della piccola ha cercato invano di parlare con il dirigente scolastico, ma non ha mai ricevuto le informazioni dovute: “Beatrice è stata abbandonata. Del resto questo è il destino dei più deboli quando la strada si fa impervia. Un fatto è certo: quest’anno scolastico per Beatrice si è concluso il 21 febbraio”.
Per questo motivo la donna ha chiesto che la figlia potesse ripetere l’anno scolastico con una bocciatura programmata che, come spiegato, “possono essere concordate tra la famiglia e la scuola, sono note al sistema scolastico e largamente praticate proprio nei casi come quello di mia figlia, nei quali questa scelta va incontro all’interesse del bambino”. La bocciatura sarebbe necessaria per far si che Beatrice possa recuperare con calma l’anno: “Essere bocciata è quello che le serve perché, a causa della sua disabilità, Beatrice non ha una capacità di recupero paragonabile a quella degli altri bambini e, nelle sue condizioni, non avrebbe la possibilità di affrontare la quinta classe e coprire le distanze che la separano dal raggiungimento degli obiettivi del PEI”.
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La sua richiesta è stata, però, respinta: “Il dirigente ci ha comunicato che il decreto n. 22 dell’ 8 aprile stabilisce la promozione di tutti gli alunni, anche in presenza di insufficienze e che comunque la scuola non ha mai preso in considerazione la bocciatura di un alunno disabile durante il percorso scolastico”.
“Sulla nostra richiesta di incontrarlo per un confronto che ritenevamo e riteniamo necessario per capire quale sia il progetto della scuola per nostra figlia, ci ha risposto che per le ragioni esposte non riteneva costruttivo né necessario un colloquio. Che sperava che noi, qualora decidessimo di continuare a dare fiducia alla scuola, mostrassimo uguale volontà di raggiungere un punto di incontro costruttivo. Mi è sembrato che il messaggio fosse: o si fa così o, se non ti piace, porta altrove i tuoi problemi”.
Dopo la denuncia dei fatti, lo sfogo della donna: “Beatrice, la cui unica colpa è quella di essere nata, merita molto di più e molto di meglio di questo trattamento ottuso e formalistico, totalmente indifferente ai suoi bisogni e al suo destino”.
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Voi unimamme cosa ne pensate della didattica a distanza? E’ stata gestita bene?
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