Un selfie per prevenire il melanoma: uno studio ha usato un’applicazione per convincere gli adolescenti a proteggersi dai raggi UV.
La tecnologia è ormai dentro tutte le nostre case, ora più che mai visto che siamo stati chiusi in quarantena per mesi e la tecnologia è stato l’unico strumento grazie al quale abbiamo potuto continuare ad avere una vita sociale e lavorativa. I nostri figli poi grazie alla tecnologia hanno potuto continuare le loro lezioni scolastiche. La tecnologia sta diventando sempre più indispensabile, esistono applicazioni di ogni tipo: per imparare una lingua o uno strumento musicale, per trovare una macchina, un motorino o una bici da affittare in città. Possiamo sapere tra quanto tempo arriverà il nostro autobus o ordinare la nostra cena. Insomma esiste un’applicazione per ogni nostra esigenza. Il cellulare si è trasformato in un portale che ti connette a molteplici realtà e ti fornisce ogni informazioni. Per tutti questi motivi e anche perché la socialità è fondamentale nel periodo dell’adolescenza, i ragazzi fanno fatica a staccarsi dal cellulare e conoscono spesso meglio di noi queste applicazioni. La cosa che gli adolescenti amano più fare sono però i selfie. Passano intere giornate a fotografarsi coi loro amici. Sono ossessionati dalla propria immagine. Alcuni scienziati hanno deciso di sfruttare questa mania adolescenziale per fini medici e di prevenzione, usando un’applicazione.
In Brasile il pericolo di sviluppare un melanoma è molto alto visto che il livello di radiazione a cui è esposto questo Paese è tra i più alti al mondo. Per convincere gli adolescenti brasiliani a proteggersi dal sole nell’esperimento gli studiosi hanno usato un applicazione gratuita che mostra come sarà la pelle dopo l’esposizione al sole e mostra la percentuale di rischio di sviluppare un tumore. Anche noi in passato vi avevamo parlato di un applicazione simile: una “App” gratuita che si chiama “Salvati la Pelle“, realizzata dalla Fondazione Melanoma.
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Oltre all’ “Indice UV” un’altro fattore che in Brasile aumenta il rischio melanoma è la cultura che questo paese ha per l’abbronzatura. Soprattutto gli adolescenti sono vittime di questa cultura, e si espongono al sole senza applicare schermi protettivi. Tra l’altro molti brasiliani sono di origine europea, soprattutto al Sud del paese e hanno un tipo di pelle non adatto a quei livelli di radiazioni. Sono moltissimi i casi di melanoma nella parte parte Sud-Orientale del paese e il livello di sopravvivenza messo a confronto con gli altri paesi del mondo è molto inferiore. E’ molto importante agire sugli adolescenti perché il melanoma è il risultato di esposizioni cumulative nel tempo. Per promuovere la consapevolezza tra i ragazzi sono state portate avanti moltissime campagne informative, soprattutto nelle scuole ma non hanno portato molti risultati visto che gli adolescenti non riescono a sentire come proprio un problema che avranno nel futuro. Inoltre l’abbronzatura è percepita come una variante che ti rende più attraente, cosa per un adolescente molto più importante visto i problemi di autostima tipici di questa fase della vita. Questo vale anche per gli adolescenti italiani. Per questo motivo un anno fa è stata lanciata la campagna di informazione e sensibilizzazione #soleconamore, promossa da Fondazione AIOM di cui abbiamo parlato in un precedente articolo.
Purtroppo il melanoma è sempre più diffuso a livello globale. Il 90% dei casi è dovuto all’esposizione, soprattutto se eccesiva, ai raggi UV. Basterebbe quindi fare più attenzione limitando l’esposizione e applicando filtri solari, come raccomandano infatti le linee guida dermatologiche internazionali.
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Lo studio brasiliano che ha sfruttato la passione per i selfie dei ragazzi, uscito sulla rivista JAMA – Dermatology, ha usato un’applicazione gratuita chiamata Sunface che analizza un selfie e ti fa un autoscatto di te nel futuro ma con una pelle invecchiata in base alla sua esposizione al sole. Si basa sul fototipo e sulle caratteristiche individuali della pelle, e modifica la pelle in proporzione all’esposizione al sole, con macchie, rughe e perdita di elasticità della pelle.
A metà degli studenti di 52 classi dell’età media di 16 anni è stato fatto vedere il proprio volto “invecchiato” artificialmente. L’esperimento è stato trovato molto divertente e formativo dagli studenti coinvolti e la percentuale di utilizzo della protezione solare è salita tra i partecipanti:
Si è alzata anche la percentuale dei ragazzi che facevano controlli nell’arco di 6 mesi:
Anche le sedute di abbronzatura artificiale per un pò di tempo sono diminuite ma nell’arco di 6 mesi la percentuale si è rialzata. Forse perché è piu facile perdere una buona, nuova, abitudine che lasciarne una malsana. Tra l’altro sembra che l’abbronzatura solare possa creare dipendenza.
Come dicono gli autori della ricerca: “questi risultati suggeriscono che gli interventi basati su app per l’invecchiamento del viso possono aumentare il comportamento di protezione del cancro della pelle negli adolescenti brasiliani. Sono necessari ulteriori studi per massimizzare l’effetto e studiare la generalizzabilità degli effetti.”
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