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Salute e benessere bambini

Attività sportive all’aria aperta: i rischi di contagio secondo gli esperti

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valeria bellagamba

Attività sportive all’aria aperta: quali e quanti sono i rischi di contagio da Covid-19.

Attività sportive all’aria aperta: i rischi di contagio da Covid-19 – Universomamma.it

Le maggiori libertà di movimento e di fare sport all’aria aperta che ci ha permesso questa fase 2 dell’emergenza Coronavirus fanno sorgere nuove preoccupazioni sui rischi di contagio, soprattutto ora che c’è più gente in giro. Ma quanto si rischia davvero a correre, andare in bicicletta o camminare a passo sostenuto all’aperto quando si incontrano altre persone? Non abbiamo ancora risposte con una sicurezza al 100% ma dagli esperti vengono alcune indicazioni utili riguardanti le modalità di trasmissione del virus e la quantità di particelle necessaria perché si verifichi un contagio.

La regola fondamentale rimane la stessa che ci è stata ripetuta in questi mesi: mantenere le distanze dagli altri. Una regola semplice ma non così scontata e che non tutti sempre osservano. Eppure è cruciale per non essere contagiati da chi ha il virus e non lo sa perché asintomatico o con pochi sintomi a cui non presta attenzione. Solo in questo modo, infatti, si possono evitare le goccioline di saliva, droplets, emesse mentre si parla e a maggior ragione in caso di colpi di tosse o di starnuti, che andrebbero rivolti sempre nell’incavo del gomito.

Di massima gli esperti virologi ed epidemiologi concordano che sia più difficile il contagio da Coronavirus negli spazi all’aperto, grazie alla maggiore ventilazione e ora, con la bela stagione, grazie alle temperature più elevate che asciugano subito le goccioline disperse nell’aria. Queste conclusioni ci faranno stare più sicuri al mare questa estate, sempre che si mantengano le distanze dagli estranei e dalle persone esterne al nucleo familiare convivente. Ma fare sport? Quando si corre, si va in bicicletta o si fa attività fisica all’aperto si respira più profondamente e l’aria che viene emessa è in quantità maggiore ed esce dalla bocca più velocemente e con più forza. C’è il rischio dunque che chi passi troppo vicino a una persona che fa sport all’aperto venga contagiato dalle sue goccioline di salive. Ma quanto? Gli esperti hanno provato a dare delle risposte.

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Attività sportive all’aria aperta e rischi di contagio da Covid-19

Per prima cosa niente panico. Si può tranquillamente uscire di casa per fare una passeggiata all’aria aperta, che anzi è molto salutare soprattutto dopo due mesi di quarantena, così come si può fare sport. Nel caso si incontrino altre persone lungo la strada tutto quello che bisogna fare è mantenere le distanze. Se invece le persone cominciano ad essere troppe, va indossata la mascherina, anche all’aperto. Non invece quando si è soli, non serve, il Coronavirus non è nell’aria.

Per stare tranquilli e comportarsi con prudenza, è bene conoscere le modalità di trasmissione del virus che avviene tramite le goccioline di saliva o droplets trasmesse da una persona all’altra quando si tossisce o starnutisce di direzione di quella persona o si parla a distanza ravvicinata. Nei luoghi chiusi e poco arieggiati i rischi di contagio aumentano, all’aperto dove c’è maggiore aerazione e con i raggi del sole e le temperature elevate invece diminuiscono. Ecco perché andare al mare la prossima estate sarà abbastanza sicuro, così come passeggiare o fare sport all’aperto, anche quando si incrociano altre persone, l’importante è sempre mantenere le distanze. Solitamente per il normale distanziamento sociale si consiglia di mantenere una distanza di almeno un metro, mentre nei confronti di chi svolge attività fisica è bene mantenere una distanza maggiore, anche fino a due metri.

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La questione se uscire a passeggiare o fare sport all’aperto sia sicuro è stata sollevata negli ultimi giorni dalla stampa estera a seguito di un esperimento condotto da alcuni ingegneri belgi e olandesi che utilizzando un nebulizzatore hanno simulato l’aria emessa da una persona durante l’attività fisica. I ricercatori sono giunti alla conclusione che i due metri di distanza sono troppo pochi e hanno consigliato distanze molto più grandi, ma in pratica impossibili da rispettare soprattutto in città. Il giornale online Vox ha provato a fare chiarezza, sgomberando il campo da inutili apprensioni e consultando gli esperti. In primo luogo è stato precisato che l’esperimento dei ricercatori belgi e olandesi non è stato ancora sottoposto alla revisione di epidemiologi e virologi, inoltre non tiene conto di due elementi fondamentali nei contagi da Covid-19: la le modalità di trasmissione del virus, soggette a variabili, e soprattutto la quantità di particelle infette presenti nell’aria emessa da una persona. Nei risultati dell’esperimento, infatti, non si tiene conto delle probabilità che le particelle di virus nell’aria all’aperto hanno di contagiare qualcuno e soprattutto di quante particelle contenenti il virus debbano essere inalate da una persona per contagiarla. Questioni a cui invece è fondamentale rispondere. Anche se entriamo a contatto con una persona infetta, non significa che automaticamente verremo contagiati. Occorre che questa persona ci starnutisca o tossisca in faccia o che parli a una distanza ravvicinata, tenendo conto che all’aperto, con il sole e il caldo le goccioline del respiro si asciugano più velocemente. Anche nel caso di esposizione al respiro infetto altrui, le particelle del virus presenti potrebbero essere in quantità ridotta e non sufficienti a contagiare.

Infatti, come sottolineano gli esperti contattati da Vox, docenti delle più prestigiose università americane (come Columbia University e MIT di Boston), anche se le goccioline di saliva infette possono viaggiare sulle lunghe distanze, ben oltre uno o due metri, come nel caso di tosse o starnuti ma anche con il canto, potrebbero resistere poco nell’aria e cadere o deteriorarsi subito, perdendo la loro carica virale, soprattutto quando si è all’aperto o in ambienti ventilati. Aumentare la distanza dalle altre persone, ridurre la durata dell’esposizione e migliorare la ventilazione dell’aria aiuta a ridurre i rischi di contagio. Quando si sta all’aperto, generalmente, si verificano tutte queste condizioni.

All’esterno, la luce solare, il vento, la pioggia, la temperatura dell’ambiente e l’umidità possono influire sull’infettività e sulla trasmissibilità dei virus, quindi sebbene non possiamo dire che ci sia rischio zero, è probabile che sia basso a meno che si faccia parte una grande folla (come una protesta). L’esercizio fisico all’aperto da soli è probabilmente a basso rischio“, ha affermato Angela Rasmussen, virologa della Columbia University.

Inoltre non basta essere esposti al respiro di una persona infetta asintomatica per essere contagiati dal virus, occorre anche che quel respiro contenga una quantità di particelle infette sufficiente a contagiare. All’aria aperta, come abbiamo detto, queste particelle perdono facilmente e quasi subito la loro carica virale. Affinché una persona sia contagiata all’aperto da un passante infetto deve verificarsi una sequenza perfetta di eventi:

  • le goccioline di saliva infette devono essere emesse con una forza tale da raggiungere un’altra persona,
  • le particelle contenenti il virus devono essere in quantità adeguata a generare un’infezione,
  • le particelle devono resistere alla luce solare, all’umidità dell’aria e al vento che possono decomporle,
  • le particelle devono raggiungere la parte superiore della gola o delle vie respiratorie oppure devono finire sulle mani che vengono passate su occhi, naso o bocca,
  • le particelle devono superare le barriere alle infezioni del sistema respiratorio, come le cilia del naso e il muco,
  • nell’organismo le particelle del virus devono agganciarsi ai recettori ACE-2 delle cellule.

 

Che ne pensate unimamme di quanto spiegato dagli esperti?

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Informazioni aggiornate in tempo reale sulla diffusione dei casi di Covid-19 in Italia le trovate sul sito web del Ministero della Salute.

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Attività sportive all’aria aperta: i rischi di contagio da Covid-19 – Universomamma.it (Roma, Colosseo. Foto di ALBERTO PIZZOLI/AFP via Getty Images)
valeria bellagamba

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