Sabato 23 maggio alle 15.30 in molte piazze d’Italia ci sarà una protesta da parte di famiglie esasperate, per reclamare la riapertura della scuola a settembre in continuità e sicurezza.
Sabato pomeriggio alle 15.30 in molte piazze d’Italia ci sarà una protesta per reclamare la riapertura della scuola a settembre in continuità e sicurezza e con soluzioni reali che anche in caso di un ritorno alto di contagi possano permettere alla scuola di restare aperta. Le famiglie protesteranno il 23 maggio in più di 16 città, e chiederanno di dare priorità alla scuola: più spazi consegnati a scuole e studenti, più educazione all’aperto, più insegnanti, assunzione precari, più personale A.T.A.
Sono famiglie esasperate che non ne possono più di vedere i propri figli non considerati da questo governo. Altri paesi hanno già riaperto la scuola in sicurezza mentre il nostro paese sembra ancora titubante. La paura è dover tornare a settembre a fare le lezioni a distanza con mamma e papà a casa che fanno gli insegnanti e non riescono a lavorare. Inizialmente si trattava di un gruppo di Firenze che lottava durante il lockdown per fare uscire almeno un ora i bambini poi il gruppo si è allargato ad altre città con il comitato “Priorità alla scuola” ed ora ha raccolto 85 mila firme su una petizione rivolta alla ministra Lucia Azzolina.
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Il 23 maggio saranno a Firenze, in piazza Santissima annunziata con cerchi per terra per far rispettare il distanziamento sociale. “Istruitevi perchè avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza”: sono queste le parole scelte per i loro striscioni che saranno oltre che a Firenze anche a Milano, appesi davanti a venti scuole e a Roma, davanti al ministero all’Istruzione. A Torino saranno in piazza Castello e a Cagliari appenderanno lo striscione lungo i bastioni. Altri gruppi di genitori protesteranno a Bologna, Faenza, Reggio Emilia, Modena, Trapani, Pontedera, Pistoia, Genova e Fidenza. Anche i gestori degli asili nido privati oggi protestano davanti a montecitorio, rischiano infatti di chiudere senza neanche la proroga della cassa integrazione.
Sono le prime proteste di questa seconda fase e che siano per la scuola non è un caso secondo Costanza Margiotta, docente di Filosofia del diritto e voce del comitato, visto che mancano solo 4 mesi alla riapertura della scuola ed i genitori non hanno saputo ancora niente dei progetti sulla scuola da parte della ministra e neanche da parte del comitato tecnico. Le manifestazioni saranno “statiche” comunque, nessuno si muoverà, saranno a due metri di distanza e tutti indosseranno le mascherine.
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Nella loro petizione rivolta alla Ministra Azzolina il comitato preme affinchè si lavori da subito per costruire un piano per riaprire asili e scuole che sia adeguato ai bisogni dei bambini e degli adolescenti che sono tra i soggetti più fragili in questa emergenza, e a sostegno delle famiglie e dei genitori.
“Se il governo continuerà a rimandare ancora la discussione e la pianificazione sulla scuola, per molti mesi si continuerà a privare del diritto all’istruzione intere generazioni di studenti“ si legge sulla petizione , secondo il comitato
“tutto questo è gravissimo guardando agli altri paesi con numeri simili ai nostri in termini di contagi e di decessi, si scopre che per loro la scuola è, insieme ad altre, una delle priorità, tenendo anche conto che sono ormai molti gli studi scientifici che attestano la sproporzione tra i vantaggi di un lockdown prolungato e i danni e i rischi che può produrre sulla popolazione e in particolare su bambini e adolescenti”.
“È necessario che fornisca un’informazione tempestiva, chiara e costantemente aggiornata circa il lavoro di programmazione che il governo sta svolgendo sul tema e circa le modalità che dovranno essere assunte per la riapertura di tutte le scuole”
In estrema sintesi sono queste le loro principali richieste:
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