“La scuola dell’ascolto”: la professoressa Daniela Lucangeli e il biologo compositore musicale Emiliano Toso in un evento trasmesso in diretta sulle loro pagine Facebook per parlare della scuola e di “amore educativo”.
Il 23 maggio si è tenuto un evento promosso dal Comune di Capannori, in una diretta Facebook con Daniela Lucangeli e Emiliano Toso, nel quale per 2 ore di è parlato di ascolto, di scuola, di sos emotivi nei bambini per l’emergenza sanitaria. Sarebbe dovuto essere presente anche Ernesto Burgio, pediatra e presidente del comitato scientifico della Società italiana di medicina ambientale, ma ha avuto problemi tecnici.
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La Scuola dell’Ascolto: Daniela Lucangeli e Emiliano Toso parlano della scuola che verrà
Daniela Lucangeli, che seguiamo da anni, è professoressa ordinaria di psicologia dello sviluppo all’Università di Padova e membro del comitato di esperti istituito presso il Miur per formulare proposte per la scuola post emergenza sanitaria.
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Emiliano Toso è un compositore molto apprezzato, nato come biologo e poi divenuto compositore di musica a 432 Hertz, ha dedicato una canzone alla Lucangeli, “Bruco e Farfalla”. Dopo la laurea in Scienze Biologiche e il dottorato in Biologia Umana presso l’Università di Torino Emiliano Toso lavora per 16 anni come Associate Director responsabile del gruppo di Biologia Molecolare presso la Merck–Serono. Ma oltre ad essere scienziato, nel 2013 realizza il suo primo album, Translational Music®, un progetto di musica a 432Hz e biologia. La sua musica, che traduce vibrazioni universali e favorisce il benessere fisico ed emozionale, viene utilizzata nella ricerca scientifica ed è presente anche in alcuni ospedali e scuole. Translational Music è infatti una modalità che traduce emozioni vissute a livello cellulare in musica. Con la professoressa Daniela Lucangeli collabora da anni. Ma cosa significa “musica a 432Hz? Emiliano Toso ci spiega che 432Hz è la frequenza della natura, quindi una musica in questa frequenza “produce armoniche che risuonano come il battito del cuore, la doppia elica del DNA, la doppia elica del DNA (frequenza di replicazione), la massima funzione del cervello (sincronizzazione biemisferica), il battito fondamentale del pianeta (risonanza di Schumann) e la geometria musicale della creazione“.
“Ciascuno di noi è un’orchestra” ha spiegato la Lucangeli. Noi siamo “una sinfonia di informazini che dialogano al nostro interno con il nostro radar che è il cervello“. La Lucangeli ha poi fatto fare alcuni dei suoi esperimenti a chi la seguiva: “Mano destra su cuore e poi senza” e ha chiesto:”Sentite che siete viventi?“. Poi ha detto “Toccatevi un orecchio, pizzicotto, poi toccatevi un ginocchio e poi toccate la caviglia. E poi la schiena” e ha detto “Sentite che vivete anche là?”. Gli esperimenti sono stati un modo per far capire come si entra in connessione intra-self. Secondo la Lucangeli noi tutti siamo un radar vivente, ossia c’è un’insieme di informazioni che fluisce intorno a noi e il nostro cervello le raccoglie in unità dotate di significato. Queste unità genereranno poi dei ricordi, su ciò che abbiamo sentito e di cui abbiamo parlato. E ciò avviene perché abbiamo provato delle emozioni che ci hanno fatto accorgere che “esistiamo” in tutte le diverse parti di cui siamo fatti.
La Lucangeli ha parlato po del fatto che la nostra generazione, soprattutto nell’occidente del mondo, ha dimenticato il linguaggio più antico, quello del cervello che si connette con tutto l’organismo e coopera come in una sinfonia. Il cervello per poter “ascoltare” il suo self deve connettersi. E’ importante ascoltarsi, e capire ad esempio se siamo stanchi.
Altri linguaggi sono quelli che servono per essere connessi con gli altri, spiega la Lucangeli. E in che modo comunichiamo con gli altri? Il primo mezzo è lo sguardo, come con i neonati spiega la professoressa. Poi con la voce. E, tranne in questo momento di distanziamento sociale, con il tocco. Ma seppure non possiamo abbracciarci e accarezzarci, possiamo farlo con lo sguardo e la voce. Si parla in questo caso di connessione inter-self.
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All’incontro è intervenuta Tina Centoni, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo di Capannori, capofila del ‘Patto per la scuola’. Il “Patto per la scuola” è un progetto di Capannori che mette in rete l’amministrazione comunale, le scuole, le famiglie e il mondo del volontariato locale sui temi della didattica e dell’educazione. La dirigente ha portato le principali criticità rilevate durante questi mesi di scuole chiuse e tra queste ha detto che:
- è mancato soprattutto l’elemento essenziale: la relazione con insegnanti e compagni
- nelle famiglie è venuta meno l’autonomia dei ragazzi, o per lo meno si è ridotta di molto.
Secondo la dirigente, al momento della ripartenza della scuola sarà necessario un supporto psicologico fin da subito ai ragazzi che dovranno riadattarsi ai ritmi scolastici. Va infatti ricordato che la scuola è socialità e apprendimento mediante interazione, ed è alla base di ogni motivazione.
La Lucangeli, concordando con la dirigente, spiega che perché una comunità diventi resiliente devono essere soddisfatte 2 condizioni:
- la solidarietà
- l’inclusione
Per vincere la “morte” e la sofferenza, occorre un patto con le scuole e i genitori. E occorre “l’amore educativo“, conclude la professoressa.
E voi unimamme, concordate con lei? Cosa vi aspettate dalla scuola che verrà? Conoscevate Emiliano Toso? Che ne pensate della sua musica?
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