Fa indignare la condanna di Rosario Greco, l’uomo che travolse con il suv i cuginetti Simone e Alessio D’Antonio l’11 luglio del 2019 a Vittoria, in Sicilia.
Unimamme, oggi è stata emessa la condanna per Rosario Greco, l’uomo che investì e uccise, mentre guidava a folle velocità, con droga e alcol in corpo, i due cuginetti di 11 e 12 anni: Simone e Alessio d’Antonio. L’incidente era avvenuto a Vittoria, nella provincia di Ragusa, in Sicilia.
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L’11 luglio scorso Greco ha ucciso i due cuginetti che sostavano sull’uscio di casa. L’uomo che li ha travolti e ha causato la loro morte è un pregiudicato 37enne che aveva azzardato un sorpasso, perdendo il controllo del veicolo. Insieme a lui c’erano altre persone, legati alle cosche mafiose locali. Due di loro erano Angelo Ventura e Alfredo Sortino, il primo, un pregiudicato, è figlio del boss Giambattista, condannato anche per aver minacciato il giornalista Paolo Borrometi. Ora, dopo 3 ore di camera di consiglio al Tribunale di Ragusa è arrivato il verdetto, esattamente alle 12.20, che condanna Rosario Greco a 9 anni di carcere. Il Gup ha accolto solo in parte le dichiarazioni del pm Fabio D’Anna che aveva chesto 10 anni di reclusione per l’uomo.
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Durante il processo il comune di Vittoria si era costituito parte civile e aveva chiesto danni per 1 milione di Euro. Ora però dovrà attendere un nuovo giudizio civile, in altra sede. Insieme ai genitori delle vittime il Comune aveva chiesto che venisse considerato come capo d’imputazione l’omicidio volontario con dolo. Gli avvocati non hanno voluto rilasciare dichiarazioni rispondendo che intendono attendere le motivazioni della sentenza. Forse molti si staranno chiedendo il perché di una pena così esigua. Il pm ha spiegato che in casi simili il massimo è 10 anni per chi abbia deciso per il rito abbreviato. L’uomo era accusato di doppio omicidio stradale aggravato dal fatto che il suo stato psicofisico fosse alterato a causa dell’uso di sostanze alcoliche e stupefacenti.
Per i genitori dei bambini la sentenza è stata un ennesimo sfregio, Toni e Valentina D’Antonio, genitori di Simone, il bimbo che non era morto sul colpo il giorno dell’incidente, ma che è deceduto dopo giorni d’agonia e l’amputazione delle gambe, hanno commentato così: “hanno ammazzato i nostri figli per la seconda volta. È assurdo, chi sale in macchina drogato e ubriaco è un criminale e merita l’ergastolo. Si divertivano a gironzolare per la città in quello stato. Il ministro Bonafede ci aveva promesso che avrebbe cambiato la legge. Deve cambiare la legge, ce lo aveva promesso; almeno varrà per gli altri, in futuro“. Alessandro e Lucia, genitori di Alessio, stroncato sul colpo quell’11 luglio, hanno rincarato: “c’è troppa delusione. I ministri si sveglino, gli italiani si sveglino, non si può fare una legge così. Il 29 mio figlio avrebbe fatto 12 anni. Non si può accettare il rito abbreviato, ieri ci lamentavamo del pm ma è stato il giudice a non fare il proprio lavoro. Così non gli ha dato la pena per quel che ha fatto, da 18 è stata abbassata a 9 anni”.
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