Le sfide da affrontare per una mamma italiana sono moltissime, prima tra tutte trovare e mantenere un equilibrio tra la vita lavorativa e le incombenze familiari. Per questo Save The Children le chiama “Le equilibriste”.
Per le donne italiane non è facile decidere di diventare madri. Le sfide da affrontare per le mamme italiane sono moltissime, prima tra tutte trovare e mantenere un equilibrio tra la vita lavorativa e le incombenze familiari. Un rapporto diffuso oggi da Save the children mette in luce queste difficoltà: ” Le equilibriste: la maternità in Italia 2020″. A corredare i dati le bellissime illustrazioni di Maria Chiara Gianolla che ha rappresentato alcune situazioni delle mamme italiane.
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“Le equilibriste”: come vengono definite nel Rapporto le mamme italiane
Dal rapporto di Save the children emerge che le donne italiane decidono di diventare mamme sempre più in là negli anni. L’età media al parto è stata nel 2019 di 32,1 anni, la più alta in Europa. Purtroppo sono molte ancora le donne che devono rinunciare alla carriera per riuscire a pensare alla propria famiglia. Il sostegno del governo non è sufficiente. Nelle famiglie più povere sono le donne a prendersi cura della famiglia.
Anche nella fase 3 sono sempre le mamme ad essere penalizzate spiega Antonella Inverno, responsabile politiche per l’Infanzia di Save the Children: ” le più penalizzate sono le madri lavoratrici, circa il 6% della popolazione italiana. Con la mancata riapertura dei servizi per la primissima infanzia molte donne, soprattutto quelle con retribuzioni più basse e impiegate in settori dove è necessaria la presenza fisica, rischiano di dover decidere di non rientrare al lavoro, aggravando la già difficile situazione dei livelli occupazionali femminili italiani. Per quelle che invece potranno lavorare in smart working, è forte il rischio di un carico eccessivo di lavoro e di cura”. Secondo Antonella Inverno le mamme sono preoccupate non solo per la chiusura della scuola in se ma per il carico di lavoro che di conseguenza finirà sulle loro spalle. Con la gestione dei compiti e della didattica a distanza. “E’ necessario adottare al più presto un Piano straordinario per l’infanzia e l’adolescenza, che metta al centro i diritti dei minorenni” dice ancora la Responsabile delle Politiche per l’Infanzia dell’associazione, è importante che le famiglie e soprattutto le mamme non si sentano sole ad affrontare queste nuove difficoltà, figlie di questa crisi sanitaria.
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Purtroppo la condizione sociale, professionale ed economica di una mamma dipende in Italia anche dalla regione dove vive: esiste ancora un divario tra Nord e Sud riguardo la cura, il lavoro e i servizi per l’infanzia.
Dall’analisi effettuata da Save the children sulle problematiche maggiori emerse durante la crisi covid 19 per le mamme risultano:
- la lontananza dai propri affetti,
- la mancanza di tempo da dedicare alla cura di se stesse e al proprio benessere
- e soprattutto la fatica nell’occuparsi di figli minori h24.
Molte hanno rischiato di perdere il lavoro, hanno avuto problemi economici e conflitti in casa.
Per i genitori single che si devono occupare di figli e lavoro contemporaneamente la situazione è stata anche peggiore. Si tratta soprattutto di donne, 302 mila mamme e 47 mila papà, che devono riuscire a fare tutto da soli.
In Italia Save the Children ha numerosi progetti a sostegno delle donne in gravidanza e delle neomamme:
- dall’inizio emergenza covid più di 2500 famiglie con bambini piccoli sono sostenute dall’associazione
- dal 2012 esiste uno spazio dedicato alle mamme in 13 ospedali
- esistono altri 13 spazi mamme dove anche i papa oltre che le mamme vengono seguiti e aiutati
- in occasione del centenario nel 2019 è nato il progetto Per Mano: l’associazione si è fatta carico di 1000 bambini che sono nati in Italia in condizioni di difficoltà
- il progetto NEST per il contrasto della povertà educativa minorile
- sul sito rete zero-sei è a disposizione una chat per supportare ed informare le neomamme
Come dice Antonella Inverno i genitori hanno bisogno di essere supportati: “E’ necessaria una visione strategica per il sostegno alla genitorialità, che metta in campo una rete di servizi per i bambini da 0 a 6 anni di qualità e accessibili a tutti, politiche economiche e fiscali a sostegno dei genitori, a partire dall’introduzione di un assegno unico per le famiglie con figli minorenni, e politiche di conciliazione della vita privata e lavorativa in linea con le più recenti indicazioni europee”
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