Il 18 ottobre scorso Leonardo, un bambino che non aveva ancora compiuto 6 anni, è caduto dalle scale di una scuola milanese. Ora sono indagate per omicidio colposo 3 persone: due insegnanti e una bidella.
Si sono concluse le indagini circa la morte di Leonardo, il bambino che non aveva ancora compiuto 6 anni quando, il 18 ottobre scorso, è precipitato dalla tromba delle scale della scuola Pirelli, in via Goffredo da Bussero a Milano. Per la sua morte, nel registro degli indagati sono finite 3 persone: 2 insegnanti, di cui una di ruolo e l’altra di sostegno e una bidella.
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Il piccolo, lo ricordiamo, era precipitato da un’altezza di 10 metri, morendo il 22 ottobre a causa delle gravi lesioni riportate. Due insegnanti, una di ruolo e l’altra di sostegno e una bidella sono indagate dalla Procura di Milano per omicidio colposo per omessa vigilanza nei confronti di Leonardo. Nell’avviso di conclusione delle indagini firmato dal pubblico ministero Maria Letizia Mocciaro si legge che le 3 accusate hanno “colpa consistita in negligenza, imprudenza, imperizia e inosservanza delle norme”.
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Secondo la ricostruzione il bambino, che era alto 1,10 metri, non sarebbe stato in grado di scavalcare il parapetto della scala senza una sedia che doveva stare in un gabbiotto, ma che era stata lasciata fuori inavvertitamente dalla bidella. Secondo gli inquirenti le maestre avrebbero lasciato uscire da solo Leonardo senza accertarsi che la collaboratrice al piano fosse presente e senza accompagnarlo, questo nonostante in classe fossero in 2. La terza donna indagata, invece è accusata di “non avere prestato servizio nella zona di competenza secondo la mansione assegnatale” e di “non avere vigilato sulla sicurezza ed incolumità dell’alunno”. Inoltre, sempre quest’ultima, avrebbe utilizzato il suo telefono cellulare durante il periodo in cui avrebbe dovuto effettuare la sorveglianza al piano.
Michele Sarno, avvocato di una delle due professoresse, ha commentato così su Fanpage: ” fiduciosi nella Giustizia, e all’esito della lettura degli atti di indagine collezionati dal pubblico ministero, produrremo una articolata memoria attraverso la quale potere dimostrare la completa estraneità della mia assistita rispetto a qualsiasi condotta delittuosa”. Il regolamento comunale sull’edilizia scolastica prevede che i parapetti debbano essere alti 1,10 metri, ma quelli della scuola Pirelli arrivano solo a 1,02 metri. La norma era stata aggiornata al 2014 e non aveva valore retroattivo. Il preside della scuola inoltre aveva fatto richiesta di più personale ad agosto dell’anno scorso, ma aveva ottenuto solo l’assunzione di un collaboratore scolastico a mezzo servizio. Il numero dei collaboratori è proporzionato al numero degli alunni e non al volume degli istituti. Unimamme, cosa ne pensate di questi ulteriori sviluppi di questa tragica vicenda?
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