Un bambino di 11 anni è stato per anni segregato in casa e picchiato dai genitori. Complice anche la zia, ad oggi il processo.
L’anno scorso i Carabinieri hanno arrestato due genitori perché segregavano e picchiavano del loro unico figlio. Un ragazzino di 11 anni che era costretto a vivere chiuso in casa ed a dover subire delle punizioni anche corporali. Ad oggi la sentenza che ha finalmente punito i suoi aguzzini.
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Tutto è iniziato a luglio del 2019, al comando dei carabinieri di Olbia arriva una telefonata da parte di un minore. Il piccolo di soli 11 anni ed usando un telefono di vecchia generazione e senza scheda ha chiamato i Carabinieri di Olbia. A loro ha detto che doveva chiamare la zia, i Militari si sono insospettiti ed hanno iniziato a fare delle domande. Così si è scoperto che il piccolo era stato chiuso nella sua stanza mentre i genitori erano usciti per recarsi ad una festa. Purtroppo, non era la prima volta che succedeva e questo era solo la punta dell’icerberg. Dalle indagini si è scoperto che il minore veniva tenuto prigioniero dai suoi genitori e dalla zia in una villetta ad Arzachena, in Costa Smeralda.
I genitori, 47 anni e 44 anni, sottoponevano il figlio a torture fisiche e psicologiche descritte nel diario che il piccolo teneva nascosto. Inoltre lo lasciavano in camera per ore al buio, era costretto a dormire su di una brandina alla quale avevano anche tolto il materasso e non gli era possibile nemmeno recarsi al bagno, gli avevano dato un secchio. Il piccolo veniva anche picchiato con un tubo e gli venivano fatte ascoltare delle voci pre-registrate per spaventarlo. I genitori erano stati subito arrestati, mentre la zia era finita in carcere alla fine dello scorso anno.
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Quando il caso è stato scoperto il colonnello Cicognani aveva commentato la terribile vicenda: “Non sappiamo le motivazioni di questo accanimento. Da tanti anni faccio questo lavoro, mai mi ero trovato di fronte a un dramma così toccante. Siamo felici di aver liberato il bambino da quell’orrore“.
Ad oggi i tre imputati hanno ammesso le loro colpe e sono stati accusati di sequestro di persona, maltrattamenti, minacce. Il pm della Procura di Tempio Pausania, Luciano Tarditi e Laura Bassani, hanno chiesto una condanna a 12 anni di carcere per i genitori e la zia del bambino. Ad incastrarli, sono state anche le tante telefonate registrate sul telefono della madre del piccolo, dove venivano suggerite e descritte le modalità con le quali si sarebbe dovuto correggere il comportamento dell’undicenne. La zia del minore è stata infatti accusata di essere l’ispiratrice e l’istigatrice dei metodi educativi impartiti.
Come riportato da il Corriere, il bambino ha un deficit cognitivo che però non gli ha mai impedito di relazionarsi con i suoi compagni. Quel sabato che i genitori sono usciti e l’anno lasciato da solo c’era una voce anche andando in loop diceva: “Andrai all’inferno“.
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Voi unimamme eravate a conoscenza di questa terribile ed assurda storia? Cosa ne pensate della condanna?
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