All’ospedale Fatebenefratelli di Roma è nato il progetto “Leggimi presto, leggimi con”, per promuovere la lettura ad alta voce sin dalla nascita.
Forse non molti lo sanno ma la lettura ai bambini piccoli (0-36 mesi), aiuta lo sviluppo emotivo e sociale del bambino. Esistono purtroppo pochi studi a proposito di questo argomento. All’ospedale Fatebenefratelli di Roma è nato il progetto “Leggimi presto, leggimi con“, per promuovere la lettura ad alta voce sin dalla nascita.
La dottoressa Stefania Berti, è stata tra i primi, nel 2007, a parlare di questi benefici nel suo manoscritto mai pubblicato “La promozione della lettura in rete: Nati per Leggere”. Le motivazioni per le quali è importante la letturaad alta voce nei primi anni di vita del bambino secondo la Berti sono:
- perché è necessario creare fin dalla primissima infanzia un rapporto affettivo con il libro;
- perché promuove un atteggiamento positivo nei confronti della lettura;
- per suscitare la passione per la lettura, attraverso il “contagio” e l’imitazione del genitore;
- per creare l‘abitudine all’ascolto;
- per accrescere il desiderio di imparare a leggere;
- perché permette al bambino di avvicinarsi a testi che risulterebbero troppo difficili per una lettura individuale;
- per ampliare gli interessi di lettura;
- perché mette in evidenza la sonorità, il ritmo e gli aspetti fono-simbolici dei testi;
- perché crea tra chi legge e chi ascolta uno spazio comune di idee, di immagini e soprattutto di emozioni;
- perché è un’esperienza che procura intenso piacere all’adulto e al bambino
Per tutte queste ragioni la lettura ad alta voce è inclusa dall’Associazione Americana di Pediatria e dall’Istituto Superiore di Sanità tra i determinanti di salute nella prima infanzia.
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Lettura ad alta voce : “i genitori si rilassano e sentono di essere utili, nello stesso tempo si rafforza la relazione con il piccolo”
All’ospedale Fatebenefratelli è nato un bellissimo progetto per i bambini nati prematuri e i loro genitori: la lettura ad alta voce, per far sentire ai piccoli la vicinanza dei genitori. La terapista della neuro-psicomotricità dell’età evolutiva Simona Matricardi e il neonatologo Luca Massenzi hanno raccontato il loro progetto ad HuffPost : “È nato per cercare di rendere più dolce un periodo di permanenza che può essere duro e può durare anche due o tre mesi. I genitori si rilassano e sentono di essere utili e nello stesso tempo si rafforza la relazione con il piccolo”.
E’ stato osservato che a beneficiarne sono soprattutto i bambini con disabilità e i neonati prematuri, a quest’ultimi è dedicata una piccola biblioteca di 80 libri all’interno della TIN dell’ospedale. Come spiega la dottoressa Matricardi “Quello che facciamo è invitare i genitori a leggere di fronte all’incubatrice. Solitamente le mamme e i papà sono un po’ spaventati, si trovano in un ambiente freddo, asettico e vorrebbero fare qualcosa per il proprio bimbo, anche se non possono. La voce in questo caso diventa uno strumento per accedere al piccolo, per trascorrere del tempo con lui senza pensare ai farmaci o all’incremento – perdita di peso. È un modo per promuovere la relazione mamma e bambino o papà e bambino durante il ricovero”
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Secondo Massenzi è un modo per stimolare il piccolino “Se per prenderci cura dell’olfatto utilizziamo oggetti o pezzette con l’odore della mamma, per quanto riguarda l’udito possiamo utilizzare anche la lettura ad alta voce. La nascita prematura interrompe bruscamente il dialogo tra mamma e piccolo e in questo modo cerchiamo di ripristinarlo. A livello di benefici possiamo fare un paragone con la marsupio terapia: per l’American Academy of Pediatrics, la pratica pelle a pelle migliora l’equilibrio del bambino, lo stato emotivo, il ritmo sonno-veglia. I ricercatori hanno dimostrato che la kangaroo therapy permette un miglior recupero. Anche la lettura ad alta voce è un metodo che può contribuire a migliorare il loro stato”.
Purtroppo però la lettura ad alta voce ai bimbi appena nati è una pratica ancora poco diffusa e compresa, come racconta la dottoressa Matricardi “Quello che ci sentiamo dire spesso dai genitori è: “ma perché leggere qualcosa se ancora non capisce?”, “non è troppo piccolo?”. Oppure: “mio figlio strappa il libro o continua a correre per la stanza, senza ascoltare”. Quello che rispondiamo noi addetti ai lavori è che leggere ad alta voce fa bene in ogni caso perché al di là del contenuto, è la voce che stabilisce un contatto con il piccolo. Poi non è detto che il bambino non ascolti, anche se continua a giocare o a fare le sue cose. Il consiglio che diamo ai genitori è quello di non pretendere che i bimbi stiano fermi e seduti e non chiedere continuamente se hanno capito. Quello che conta è il piacere che devono trarre dalla lettura, sia loro sia i genitori”.
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Il libro può essere un vero alleato e aiutare i bambini a comprendere alcuni concetti, soprattutto se si parla di bambini con spettro autistico o problemi di apprendimento. Come spiega la dottoressa Matricardi “Abbiamo constatato che si fermano ad ascoltare, che tirano fuori risorse inaspettate. Il loro linguaggio migliora e riescono a fare delle attività utili insieme alla famiglia”.
Il progetto è curato dalla dottoressa Laura Iuvone, medico neuropsichiatra infantile della Fondazione Don Carlo Gnocchi di Roma, e portato avanti da diversi medici della UOC Pediatria, Neonatologia e TIN Fatebenefratelli Isola Tiberina.
Oltre alla lettura ad alta voce all’ospedale Fatebenefratelli si sta sperimentando la musicoterapia, come spiega la Matricardi “La musica, come la lettura ad alta voce, influenza positivamente il neonato. Qui abbiamo la possibilità di avere un musicoterapeuta che con la chitarra segue il percorso degenza in TIN e suona dal vivo davanti alle incubatrici. È stato dimostrato che, più che la musica registrata, è quella dal vivo che migliora la frequenza cardiaca nei prematuri”
La dottoressa infine esprime un concetto a mio parere fondamentale, spiegando che questo progetto è funzionale e serve a far capire che “Se ci mettiamo in gioco nella relazione inneschiamo un processo virtuoso sia per il bambino sia per la famiglia”.
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