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“Lezioni in presenza e divisori tra i banchi” per il rientro a settembre
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Valentina Crea
4 anni fa
Si pensano a nuove disposizioni per le lezioni a settembre per i tanti studenti italiani. Basta alla didattica on line, ma sempre in sicurezza.
Novità dal Governo su come avverrà il ritorno a scuola a settembre per tantissimi studenti. Il comitato tecnico, qualche giorno fa, ha già fornito al ministero un primo documento con delle linee guide, ma in questi giorni sta anche pensando a come compartimentare i banchi. Il 4 giugno si sono riuniti con il Presidente Conte, i sindacati, gli enti locali ed i rappresentati dei genitori.
Lezioni settembre: ecco cosa succederà a settembre
Sembrerebbe che settembre si ritornerà tutti in classe senza doppi turni di entrata. La scuola tornerà ad essere i presenza ed in piena sicurezza. L’obiettivo del Governo, come spiegato da Conte è difficile, ma si può raggiungere. La ministra Azzolina ha annunciato che verranno stanziai dei fondi per le scuole: “Il Paese si aspetta da noi che i ragazzi a settembre tornino a scuola. Mobiliteremo 4 miliardi, ci sarà subito un nuovo stanziamento di altri 330 milioni per l’edilizia scolastica leggera“. All’incontro hanno partecipato la ministra dei Trasporti Paola De Micheli, gli enti locali, i sindacati e rappresentanti dei genitori, degli studenti e delle scuole paritarie.
Inoltre si cercherà di tenere “quanto più possibile il gruppo classe“. Si sta valutando di compartimentare i banchi con divisoriin plexiglass, anche per garantire maggiore sicurezza. Le mascherine saranno sempre obbligatorie e si potranno usare anche “le visiere anche per andare incontro alle esigenze di studenti con difficoltà respiratorie e ipoacusici”.
Come riportato da Repubblica, nel videoincontro il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha assicurato: “L’obiettivo è quello di tornare a scuola tutti insieme, in piena sicurezza. Dobbiamo rientrare in presenza, guardarci negli occhi. Sulla scuola tutti noi giochiamo una partita importante, parliamo del percorso formativo dei nostri ragazzi. L’emergenza ci ha preso all’improvviso, non è stato possibile organizzare diversamente la resilienza: abbiamo dovuto chiudere gli edifici scolastici. Sulle risorse abbiamo realizzato diverse cose, ma dobbiamo sempre tener conto del cerbero che si chiama ragioniere dello Stato”.
Le nuove disposizioni lasciano perplessi sindacati e Regioni. Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’associazione nazionale comuni italiani ha affermato: “Alcuni finanziamenti già nel Decreto rilancio non hanno destinazione precisa, non si sa se andranno agli enti locali o direttamente alle scuole. I 360 milioni stanziati per l’edilizia scolastica di ventottomila edifici sul territorio non possono bastare: abbiamo fatto una simulazione con i sindaci e solo per questa voce ne servono 620. Il doppio. Gli scuolabus? In regime di distanziamento non riusciremo a portare gli stessi bambini di prima al portone dell’istituto“. Una riflessione anche per i bambini al di sotto dei 6 anni: “Nella scuola dell’infanzia, comparto delicato, ci sono 120 mila bambini, 13 mila insegnanti e 7 mila ausiliari: abbiamo bisogno di norme e risorse, servono deroghe per assumere personale educativo a tempo determinato e dare incarichi annuali direttamente dalle graduatorie comunali. Per allargare gli spazi potremmo realizzare edificazioni leggere nelle aree scoperte degli istituti o in aree private“.