Martina Rossi per l’accusa morta per sfuggire a uno stupro di gruppo:lo sfogo del papà dopo l’ultima sentenza. Lui dice di non voler arrendersi e farà ricorso.
Questa è una vicenda che ha inizio nel 2011, ben 9 anni fa. Si tratta della storia di Martina Rossi, la 20enne genovese precipitata dal terrazzo di una camera di albergo a Palma di Maiorca, in Spagna. I due ragazzi che erano stati giudicati in primo grado come colpevoli sono stati assolti dalla Corte di Appello di Firenze. Il papà di Martina è arrabbiato ed incredulo, ma non si vuole arrendere.
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Il Tribunale di Arezzo aveva condannato in primo grado i due ragazzi, oggi 29enni, che nel 2018 erano stati condannati a 6 anni di reclusione per tentata violenza sessuale e per aver causato la morte della giovane in conseguenza di un altro delitto: quest’ultimo reato si è poi estinto per intervenuta prescrizione. Ad oggi, invece, la Corte di Appello di Assisi ha assolto Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, i due ragazzi di Castiglion Fibocchi (Arezzo), perchè “il fatto non sussiste“. I due ragazzi si sono sempre dichiarati innocenti.
Per Albertoni la ragazzi si si sarebbe buttata dal balcone perché in stato confusionale dovuto all’assunzione di droga. Infatti, in precedenza, aveva affermato che “avevamo fumato una canna e Martina non sapeva dove si trovasse né cosa stesse facendo“.
Per i genitori di Martina, Bruno Rossi e Franca Murialdo, che sono stati sempre presenti ai processi ed alle udienze questo è stato un duro colpo. Durante la lettura della sentenza in Corte d’Appello si tenevano la mano, ma la mamma è uscita dall’aula subito dopo. Il papà di Martina, come riportato dalla Stampa, è arrabbiato e deluso per il verdetto: “Non c’è più niente, Martina non c’è più e anche la giustizia non c’è più. La giustizia italiana ora si è interrotta sul lavoro fatto in precedenza dalla Procura di Arezzo. Sono arrabbiato per assoluzione perché il fatto non sussiste. Questa sentenza vuol dire infangare l’onore di Martina, vuol dire sostenere che è volata giù da sola“.
Non si fermerà davanti a questa sentenza farà ricorso in Cassazione perché vuole delle risposte: “Ora la corte ci dice che il fatto non sussiste, quindi che si è buttata da sola. Ci dimostrino, allora, che Martina era drogata, o ubriaca, tutte cose orribili che abbiamo sentito durante il processo. Perché un gesto del genere altrimenti è inspiegabile”. Vuole far conoscere a tutti la vera Martina: “In questi nove anni in aula hanno detto che era una ragazza triste e malata, invece era solare, allegra, piena di vita. Lo deve sapere il mondo intero, anche se lei era il contrario di tutto questo, avrebbe solo voluto vivere la sua vita in pace, senza riflettori”.
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Secondo la ricostruzione dei fatti della procura di Arezzo che aveva chiesto 6 anni di carcere, quella notte, dopo il ritorno dalla discoteca, Martina Rossi sarebbe salita in camera dei due giovani di Castiglion Fibocchi perchè nella sua stanza le amiche erano in compagnia degli altri due ragazzi. Secondo l’accusa, la giovane sarebbe stata oggetto di un tentativo di stupro, come proverebbe il fatto che i pantaloncini le erano stati sfilati e non furono mai ritrovati, e come proverebbero i graffi al collo di Albertoni. A questo punto, per sfuggire ai ragazzi, Martina si sarebbe recata sul balcone con l’intento di scavalcare il muretto che divideva i balconi delle camere. Purtroppo, a causa dell’agitazione e della scarsa vista, era miope ed in quel momento non aveva gli occhiali, è precipitata di sotto.
Gli avvocati della difesa hanno però portato avanti un’altra tesi, quella che se Martina Rossi avesse voluto scappare, avrebbe potuto farlo senza grosse difficoltà perché il muretto non era difficile da scavalcare. Per loro questa è la prova del suicidio della giovane genovese che va a scagionare completamente i due ragazzi.
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Voi unimamme eravate a conoscenza di questa triste vicenda? Cosa ne pensate della decisione del Tribunale?
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