Mortalità in Italia nel primo quadrimestre 2020 | 2° Rapporto Istat e Iss | Impatto del Covid-19

Mortalità in Italia nel primo quadrimestre 2020: il Rapporto aggiornato di Istat e Iss sull’impatto del Covid-19.

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Mortalità in Italia nel primo quadrimestre 2020 | Rapporto Istat e Iss | Impatto del Covid-19 – Universomamma.it (Ospedale di Piacenza, foto di MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images)

Dall’Istat, Istituto nazionale di statistica, e dall’Iss, Istituto Superiore di Sanità arriva il secondo Rapporto sulla mortalità della popolazione residente in Italia riguardante sia i decessi totali che quelli di soggetti positivi al Coronavirus, per valutare l’impatto dell’epidemia di Covid-19. Questo secondo Rapporto si riferisce al primo quadrimestre 2020, analizza di dicessi di aprile 2020 e contiene un aggiornamento di quelli di gennaio-marzo già oggetto del primo Rapporto congiunto di Istat e Iss. Il maggior periodo di osservazione permette, infatti, di valutare meglio e su una base dati più consolidata gli effetti delle misure preventive di sanità pubblica messe in atto in Italia: soprattutto l’isolamento dei casi sospetti o positivi e il “distanziamento sociale” a partire dall’11 marzo 2020 (lockdown), ancora in atto a fine aprile.

I dati di mortalità totale analizzati in questo secondo Rapporto Istat e Iss si riferiscono ai primi quattro mesi del 2020 e riguardano 7.270 comuni, il 92% dei 7.904 complessivi, per una copertura del 93,5% della popolazione residente in Italia. La base dati è il risultato di un’integrazione, effettuata dall’Istat, dei decessi di fonte anagrafica (ANPR e comuni) con i dati sui deceduti risultanti all’Anagrafe tributaria.

L’Istituto Superiore di Sanità ha il compito di coordinare la Sorveglianza Nazionale integrata Covid-19, attraverso l’ordinanza 640 della Presidenza del Consiglio dei Ministri –Dipartimento della Protezione Civile del 27/2/2020 (Ulteriori interventi urgenti di protezione civile in relazione all’emergenza relativa al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili). La Sorveglianza raccoglie i dati individuali dei soggetti positivi al Coronavirus, in particolare i dati anagrafici: domicilio e residenza, alcuni dati di laboratorio, informazioni sul ricovero e sullo stato clinico (indicatore sintetico di gravità della sintomatologia), sulla presenza di alcuni fattori di rischio (patologie croniche di base) e l’esito finale (guarito o deceduto).

I dati, relativi a tutti i casi di Coronavirus diagnosticati microbiologicamente (tampone naso-faringeo positivo a SARS-Cov-2), provenienti dai laboratori di riferimento regionali, vengono raccolti dalle Regioni/Province Autonome attraverso una piattaforma web dedicata e aggiornati quotidianamente da ciascuna Regione. I dati della Sorveglianza Nazionale Integrata Covid-19 dell’Iss non sono perfettamente allineati con il flusso della Protezione Civile e del Ministero della Salute che riportano dati aggregati inviati giornalmente dalle Regioni.

I dati contenuti nel Rapporto sono in continua fase di perfezionamento. La scelta di prendere come riferimento il primo quadrimestre 2020 consente di effettuare l’analisi dell’impatto dell’epidemia Covid-19 sulla mortalità totale della popolazione residente su una base dati il più possibile consolidata, con estrazione della base dati della sorveglianza integrata 25 maggio 2020.

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Mortalità in Italia nel primo quadrimestre 2020: il Rapporto Istat e Iss

In Italia dall’inizio dell’epidemia, il 20 febbraio, fino al 25 maggio 2020, data di aggiornamento della base dati per il Rapporto Istat e Iss aggiornato, sono stati segnalati al Sistema di Sorveglianza Integrato 227.719 casi positivi di Coronavirus, diagnosticati dai Laboratori di Riferimento regionale, di cui 209.013 fino al 30 aprile 2020 (periodo di riferimento del Rapporto).

Il Rapporto Istat e Iss, sulla mortalità della popolazione residente in Italia nel primo quadrimestre 2020, segnala il numero massimo di casi di Covid-19 in Italia nel mese di marzo, con 113.011 casi. Il picco è stato raggiunto il 20 marzo, poi i casi hanno cominciato a diminuire. Nel mese di aprile sono stati segnalati 94.257 contagi da Covid-19 in Italia, anche se molti decessi avvenuti durante il mese hanno riguardato persone che avevano ricevuto una diagnosi a marzo. Un ulteriore calo si è registrato a maggio con soli 18.706 casi, anche se il mese non è completo, perché i dati acquisiti dal Rapporto sono aggiornati fino al 25 maggio.

Casi di Covid-19 in Italia

Alla data del 30 aprile 2020 sono stati diagnosticati in Italia 209.013 casi complessivi di Covid-19 con le seguenti caratteristiche:

  • il 53,3% dei casi (111.452) è di sesso femminile;
  • l’età mediana è di 60-64 anni (rispetto al range 0-100);
  • nelle fasce di età 0-14 anni e 55-74 anni si osserva un numero maggiore di casi positivi tra gli uomini rispetto alle donne;
  • nella fascia di età maggiore di 90 anni, le donne sono quasi l’80% in più degli uomini, per la netta prevalenza di donne in questa fascia di età.

I casi segnalati di Covid-19 sono così distribuiti per fasce di età:

  • 1% soggetti di età inferiore ai 14 anni;
  • 27% individui nella classe di età 15-49 anni;
  • 46% soggetti di età 50-79 anni;
  • 26% individui di età superiore o uguale agli 80 anni compiuti.

Viene confermata l’eterogeneità nella diffusione geografica dell’epidemia, che risulta molto contenuta nelle Regioni del Sud e nelle Isole (classe a diffusione bassa con meno di 60 casi per 100mila residenti), mediamente più elevata in quelle del Centro rispetto al Mezzogiorno (classe a diffusione media tra i 60 e i 150 casi per 100mila residenti) e molto elevata nelle regioni del Nord (classe a diffusione alta con più di 150 casi per 100mila residenti).

Nel mese di marzo 2020 sono stati inseriti ulteriori 1.444 casi, rispetto al precedente Rapporto, perché segnalati al Sistema di Sorveglianza Integrata Covid-19 successivamente alla data di aggiornamento del primo Rapporto (26 aprile 2020).

Andamento dei decessi

Dal 20 febbraio al 30 aprile 2020, la Sorveglianza Nazionale integrata ha registrato 28.561 decessi in persone positive al Covid-19, così distribuiti:

  • 15.114 decessi, il 53% entro il mese di marzo, con il picco raggiunto il 28 marzo;
  • 3.447 decessi, il 47%, nel mese di aprile.

L’aggiornamento dei dati da parte delle Regioni ha permesso di recuperare ulteriori 790 decessi avvenuti a marzo, 15.114 rispetto ai 14.324 inizialmente registrati, ma comunicati successivamente alla data di aggiornamento della base dati oggetto del primo Rapporto (26 aprile 2020).

L’andamento dei decessi riflette quello dei casi segnalati (Figura 1), ma è leggermente posticipato nel tempo. Il più alto numero di decessi viene osservato il 28 marzo 2020 a una settimana di distanza dal picco dei casi segnalati, con 897 decessi di cui 741 (83%) segnalati nelle province ad “alta” diffusione, 114 (13%) nelle Province a “media” diffusione e 42 (4%) nelle Province a “bassa” diffusione.

Il 39% del totale dei decessi Covid-19 riguarda le donne, questa proporzione è leggermente più alta nella classe a diffusione media (43%).

Considerando i casi e i decessi Covid-19:

  • il 75% dei casi segnalati e l’82% dei decessi si trovano nelle province definite a diffusione “alta”,
  • il 17% dei casi e il 13% dei morti in quelle a diffusione “media”,
  • l’8% dei casi e il 5% dei decessi nelle province a diffusione “bassa”.

Con la diminuzione dei casi e dei decessi Covid-19 si riduce la mortalità per il complesso delle cause.

Decessi totali a livello nazionale:

  • 80.623 a marzo 2020
  • 64.693 ad aprile 2020

Stima dell’eccesso di mortalità a livello nazionale:

  • 26.350 decessi in più a marzo 2020: aumento medio del 48,6% rispetto alla media 2015-2019;
  • 16.283 decessi in più ad aprile 2020: aumento medio del 33,6% rispetto alla media 2015-2019.

La mortalità diminuisce soprattutto nelle province ad alta diffusione di contagi:

  • 44.998 decessi a marzo 2020: 113,1% in più rispetto al 2015-2019;
  • 32.931 decessi ad aprile 2020: 73,9% in più rispetto al 2015-2019.

Il calo più importante dei decessi è in Lombardia: i morti per il totale delle cause diminuiscono da 24.893 di marzo a 16.190 di aprile 2020 e l’eccesso di decessi rispetto alla media degli stessi mesi del periodo 2015-2019 scende da 188,1% a 107,5%. Le riduzioni più importanti sono nelle province più colpite dall’epidemia: Bergamo e Lodi. L’eccesso di mortalità scende da 571% di marzo a 123% di aprile a Bergamo e da 377% di marzo a 79,9% di aprile a Lodi.

Eccesso di mortalità rispetto agli anni precedenti

L’eccesso di mortalità, invece, è ancora alto ad aprile 2020, su livelli simili a quelli di marzo, nelle province di Pavia (135% di decessi in più rispetto alla media 2015-2019), di Monza e Brianza (101% decessi in più) e di Milano (98% decessi in più).

L’incremento della mortalità dei mesi di marzo e aprile 2020 è più consistente per gli uomini di 70-79 anni e di 80-89 anni. Dal primo gennaio al 30 aprile 2020 i decessi cumulati per loro aumentano più del 52% rispetto allo stesso periodo della media 2015-2019; segue la classe di età 90 e più con un incremento del 48% rispetto alla media 2015-2019.

Nelle donne, invece, l’incremento di mortalità è più contenuto in tutte le classi di età: la più colpita è la classe di età 90 e più anni che a fine aprile aumenta del 42% rispetto alla media degli anni 2015-2019. Segue la classe 80-89 anni con un incremento del 35% e quella 70-79 anni con un incremento del 31%.

Negli ultimi dieci giorni di aprile, la diminuzione crescente del numero dei decessi per il complesso delle cause riduce in modo consistente la stima dell’eccesso di mortalità rispetto al 2015-2019. Questo può accadere, scrive il Rapporto Istat e Iss, perché per effetto dell’alta mortalità del periodo precedente si è ridotta la popolazione più fragile e quindi più esposta al rischio di morte.

Con la diminuzione dell’eccesso di mortalità aumenta la quota spiegata dai decessi Covid-19: nel mese di marzo dei 26.350 decessi stimati in eccesso il 54% sono stati riportati dalla sorveglianza integrata (14.420), nel mese di aprile dei 16.283 decessi in eccesso l’82% è riportato dalla sorveglianza (13.426). La riduzione della quota di eccesso di mortalità totale non spiegata dal Covid-19 è un risultato molto importante, spiega il Rapporto. Con i dati a disposizione, si possono solo ipotizzare due possibili cause: è aumentata la capacità diagnostica delle strutture sanitarie e quindi sono stati diagnosticati in maniera più accurata i casi di COVID-19; è diminuita la mortalità indiretta non correlata al virus ma causata dalla crisi del sistema ospedaliero nelle aree maggiormente colpite. Quest’ultima componente, infatti, migliora man mano che si riduce la pressione sui sistemi sanitari.

Per ulteriori informazioni: https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/pdf/Rapp_Istat_Iss_3Giugno.pdf

Che ne pensate unimamme?

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Informazioni aggiornate in tempo reale sulla diffusione dei casi di Covid-19 in Italia le trovate sul sito web del Ministero della Salute.

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Mortalità in Italia nel primo quadrimestre 2020 | Rapporto Istat e Iss | Impatto del Covid-19 – Universomamma.it (Policlinico di Tor Vergata, Roma. Foto di ANDREAS SOLARO/AFP via Getty Images)
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