Morti di Covid-19 a Bergamo, la Procura indaga per omicidio colposo dopo le denunce delle famiglie.
La Procura di Bergamo avrebbe aperto un’indagine per omicidio colposo sulle morti per Covid-19 a Bergamo, a seguito delle denunce presentate dai familiari dei deceduti, riuniti nel comitato “Noi denunceremo”. Ecco cosa è successo.
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Morti di Covid-19 a Bergamo, indagine per omicidio colposo
Era prevedibile, a seguito delle denunce presentate lo scorso 10 giugno alla Procura di Bergamo dai familiari dei morti di Covid-19, la Procura ha aperto un fascicolo di inchiesta per omicidio colposo. La notizia è stata anticipata da Agi. I familiari delle vittime che hanno sporto denuncia fanno parte del comitato “Noi denunceremo”, nato inizialmente come pagina Facebook per raccogliere le testimonianze e le storie drammatiche di chi aveva perso un familiare a causa del Coronavirus, nei giorni più duri dell’emergenza sanitaria.
Noi denunceremo” è stato fondato dal commercialista di Bergamo Luca Fusco, che dopo la morte del padre per il Covid-19 ha deciso, insieme al figlio Stefano, di creare un gruppo Facebook per raccogliere le testimonianze di coloro che hanno perso un parente durante l’epidemia di Coronavirus in Lombardia e fare luce su quello che è realmente accaduto. Il gruppo Facebook in pochi giorni ha ottenuto migliaia di adesioni, oggi sono circa 56 mila le persone iscritte. Dal gruppo è stato poi costituito il comitato “Noi Denunceremo – Verità e giustizia per le vittime di Covid-19″, nel quale sei avvocati prestano la loro attività gratuitamente per raccogliere testimonianze e presentare denunce in Procura. Il giorno in cui le denunce sono state presentate alla Procura di Bergamo è stato il 10 giugno scorso.
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A seguito delle denunce, la Procura di Bergamo ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo sui casi di decesso di persone positive al Covid-19. Stando alle anticipazioni di Agi, sarebbe questa l’ipotesi di reato, formulata a carico di ignoti, ai sensi dell’articolo 589 del codice penale. Questo ovviamente è solo l’inizio. Le indagini si annunciano lunghe e complesse e richiederanno l’analisi di una gran quantità di documenti e cartelle cliniche, insieme all’audizione di diversi testimoni. Ogni caso, poi, andrà valutato singolarmente, poiché l’età e le condizioni pregresse di salute dei pazienti, con l’eventuale presenza di patologie, possono essere determinanti sulla letalità della malattia, come abbiamo visto.
Al centro delle indagini nella provincia di Bergamo, comunque, ci saranno i presunti ritardi nelle diagnosi del Covid-19 in alcuni pazienti, la mancata chiusura dell’ospedale di Alzano Lombardo, focolaio di epidemia, e soprattutto la mancata istituzione della zona rossa in Val Seriana, la questione più dibattuta in questi mesi, con rimpallo di responsabilità tra il governo regionale e quello nazionale. Tra le accuse contenute nelle denunce, c’è anche quella di non essersi attrezzati per prevenire la diffusione del contagio nonostante l’esperienza cinese e il ‘piano contro la pandemia’ che esisteva dal 2006. Ogni aspetto dell’indagine richiederà una approfondita analisi a parte.
In Procura a Bergamo i parenti delle vittime hanno presentato 50 denunce. L’indagine sull’emergenza Coronavirus è condotta dal procuratore facente funzione di Bergamo, Maria Cristina Rota, che nei giorni scorsi ha ascoltato a Roma come persone informate sui fatti il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro della Salute Roberto Speranza e la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. Il premier e i ministri sono stati ascoltati sulla mancata istituzione della zona rossa nei comuni di Nembro e Alzano Lombardo all’inizio dello scorso marzo. Il procuratore di Bergamo aveva già ascoltato in merito il presidente della Lombardia, Attilio Fontana e l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera. Anche il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, è stato ascoltato dai magistrati di Bergamo sulla gestione dell’emergenza Covid-19 in Lombardia.
In merito all’indagine sulla mancata istituzione della zona rossa, l’ipotesi di reato è quella di epidemia colposa. Mentre un’altra ipotesi di reato di omicidio colposo è stata ipotizzata dalla Procura di Bergamo riguardo alle denunce presentate dall’Inail.
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