La dieta perfetta non esiste perché alcuni regimi alimentari non funzionano su tutti allo stesso modo. Lo studio che lo dimostra.
Chi vuole provare a dimagrire seguendo famose diete dei vip oppure proposte sui giornali alla moda è destinato a fallire miseramente, perché non esiste un regime alimentare unico che vada bene per tutti. La dieta deve essere personalizzata e studiata su misura. Questo lo sapevamo già ma ora ad affermarlo in modo incontrovertibile è la scienza. A illuminarci sull’argomento è uno studio molto approfondito che ha coinvolto un migliaio di persone. Ecco cosa hanno scoperto i ricercatori.
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La dieta perfetta non esiste: lo studio che lo dimostra
Non tutti rispondiamo allo stesso modo ai nutrienti, l’organismo di ciascun individuo ha diverse reazioni agli alimenti assunti. Questo accade perfino ai gemelli e spiega perché alcune diete funzionano su certe persone e non su altre. Ognuno, infatti, assimila il cibo in modo differente: c’è chi assorbe meglio i carboidrati e chi i grassi. A confermarlo in modo puntuale è uno studio scientifico del King’s College di Londra, condotto in collaborazione con il Massachusetts General Hospital, la Stanford University e la società di scienze della salute ZOE. Si tratta del più grande studio nutrizionale sull’argomento in corso al momento nel mondo ed è stato chiamato PREDICT. I primi risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Medicine.
Lo studio analizza la risposta del metabolismo ai nutrienti e nasce dalle necessità di contrastare obesità, diabete e malattie cardiache, problemi che stanno flagellando le società occidentali con costi enormi per la salute e il benessere degli individui, ma anche per i bilanci sanitari. Secondo i ricercatori ad avere un ruolo cruciale nell’aumento di peso è la risposta infiammatoria dell’organismo che segue l’assunzione di cibo e che non è la stessa per tutti gli individui. Infatti, il titolo dello studio pubblicato su Nature Medicine è “Human postprandial responses to food and potential for precision nutrition“, “Risposte postprandiali umane al cibo e il potenziale per una nutrizione di precisione”.
Nel Regno Unito, i ricercatori hanno esaminato un campione di 1.002 individui adulti, tra cui molte coppie di gemelli, studiando la loro risposta metabolica sia in un contesto clinico che a casa. I partecipanti allo studio sono stati sottoposti a test e analisi rigorosi e monitorati costantemente durante lo studio.
Lo studio sulla “dieta perfetta”:
- il primo giorno hanno consumato pasti fissi, attentamente studiati e programmati, in ospedale e sono stati sottoposti ad un test dopo aver mangiato.
- poi hanno continuato con l’esperimento a casa, continuando a consumare pasti fissi e potendo scegliere alcuni alimenti liberamente.
Gli esami a cui sono stati sottoposti hanno misurato i loro livelli di glucosio nel sangue, l’insulina e i grassi. Sono state misurate anche le risposte nutrizionali del loro micorbioma, ovvero dell’insieme di microrganismi che si trovano nell’intestino.
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L’analisi continua e costante della risposta del metabolismo al cibo consumato dai partecipanti allo studio è stata possibile grazie all’utilizzo di strumenti appositi da indossare da ciascun partecipante e che hanno consentito di misurare glicemia e i livelli di attività di ognuno 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. I livelli di grassi nel sangue, invece, sono stati rilevati con un esame con una puntura del dito.
Al termine di tutte queste analisi, gli studiosi hanno scoperto una grande varietà negli individui partecipanti allo studio della risposta del loro metabolismo, in termini di trigliceridi, glucosio e insulina nel sangue, ai nutrienti dopo aver mangiato. Una risposta che variava anche in presenza di pasti identici. Pertanto le caratteristiche specifiche di ciascuna persona svolgevano la loro influenza nella risposta metabolica. In particolare, hanno scoperto i ricercatori, è stato il microbioma ad esercitare la maggiore influenza. Questo fattore spiega così la differenza nella risposta metabolica a parità di pasti anche tra gemelli. Perché pur avendo lo stesso patrimonio genetico o condividendone la maggior parte, i gemelli hanno un microbiota diverso e di conseguenza reagire in modo differente all’assimilazione di nutrienti. Alcuni possono assimilare meglio i carboidrati e non i grassi, altri il contrario. Ecco perché la risposta infiammatoria può variare. E il microbioma ha un maggiore impatto dei fattori genetici.
Queste scoperte sono state poi validate con uno studio di coorte, che ha coinvolto 100 individui, negli Stati Uniti.I ricercatori, inoltre, hanno sviluppato anche un modello di apprendimento automatico, una specie di intelligenza artificiale, che prevede sia le risposte dei trigliceridi che della glicemia all’assunzione di cibo. Queste scoperte possono essere importanti nello sviluppare diete personalizzate.
Come ha spiegato uno degli autori dello studio, Tim Spector, docente di epidemiologia genetica al King’s College, la grande variazione delle risposte individuali a insulina, glicemia e grassi nel sangue, anche consumando gli stessi pasti e anche nel caso di gemelli identici, mostra l’unicità fisiologica di ciascun individuo. Inoltre, ha sottolineato il professore, dimostra che “non esiste una dieta perfetta o un modo corretto di mangiare che funzioni allo stesso modo per tutti“. Così ha scritto Tim Spector in un articolo pubblicato su The Conversation.
L’importanza del microbioma nella risposta metabolica ai nutrienti mostra anche un’opportunità di migliorare la salute e il peso di un individuo semplicemente intervenendo sul suo microbioma.
I ricercatori hanno scoperto anche che i tempi dei pasti influenzano le risposte nutrizionali in modo personalizzato. Lo stesso tipo di pasto, infatti, può suscitare una risposta nutrizionale differente in alcune persone a seconda del momento della giornata in cui è consumato. Un’ulteriore conferma che non esistono pasti corretti che vanno bene per tutti.
L’altra scoperta è stata che la composizione dei pasti in termini di calorie, grassi, carboidrati, proteine e fibre ha avuto un effetto molto individualizzato sulle risposte nutrizionali. Alcune persone assimilano i carboidrati meglio dei grassi, mentre per altre è l’opposto. Un’ulteriore conferma che le diete basate su conteggi fissi di calorie o proporzioni rigide di macronutrienti sono troppo semplicistiche e non potranno funzionare per tutti.
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Che ne pensate di questo studio unimamme, segnalato anche da Vanity Fair? Voi seguite qualche regime?
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