“Si è scagliato contro mio figlio”: le parole del papà attaccato insieme al figlio da un orso. L’attacco è avvenuto lunedì scorso in montagna. Cosa è necessario sapere.
In questo periodo andarsene in giro per i boschi in montagna è bellissimo e sono molte le famiglie che quest’anno hanno deciso di andarci, anche per correre meno rischi di un contagio da coronavirus che al mare. Tra l’altro da quando è finito il lockdown è più facile intravedere qualche animale che prima si nascondeva per paura di noi umani. Lunedì scorso verso le 18:00, un uomo di 59 anni e suo figlio di 18, Fabio e Christian Misseroni, sono stati attaccati da un orso. I due si trovavano a valle del rifugio Monte Peller, a circa 1.500 metri di quota, nella zona di Fontana Maora. Sia padre che figlio sono appassionati di caccia e stavano facendo un sopralluogo per le loro future battute. Subito dopo l’attacco dell’orso padre e figlio sono andati in ospedale per le ferite riportate. L’assessore e le guardie forestali li hanno raggiunti ed insieme hanno cercato di ricostruire la dinamica dell’attacco facendo anche un sopralluogo nel punto dove i due sono stati attaccati.
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Da una prima ricostruzione sembra che il figlio si trovasse più avanti del padre e che si sia trovato davanti improvvisamente l’orso che arrivava di corsa, uscendo dalla boscaglia. L’orso ha subito attaccato il ragazzo alle gambe, che è caduto a terra e l’orso si è messo sopra di lui. Il padre a quel punto si è scagliato con tutta la sua forza contro l’orso che lo ha ferito e insieme al figlio sono riusciti a farlo andare via. Padre e figlio sono scesi feriti al laghetto di Verdé, dove avevano lasciato la loro auto ed hanno raggiunto l’ospedale di Cles.
“È uscito dal bosco come un fulmine, velocissimo“, ha raccontato il padre che ha una macelleria ed è conosciuto in tutta la Val di Non “Si è scagliato contro mio figlio, colpendolo alle gambe. A quel punto sono andato contro di lui per difendere Christian. Mi ha morso a una gamba, poi a un braccio, poi all’altra mano. Poi se n’è andato, miracolosamente. Avrebbe potuto ucciderci entrambi“. Il papà ha riportato una frattura scomposta al perone destro, riportano i sanitari dell’ospedale di Cles.
Al Corriere del Trentino il figlio ha raccontato: “Sono stato fortunatissimo perché io e mio papà ci siamo difesi l’uno con l’altro, ma se ci fosse stata una persona sola non so cosa sarebbe potuto succedere. Era quasi sicuramente un orso adulto, in piedi era più alto di me. Per due volte ho provato a girargli la faccia con le gambe, ma la seconda volta mi ha preso il polpaccio, senza prendermi l’osso per fortuna. Con la potenza, però, è riuscito a alzarmi di peso e mi ha spostato per due metri. In quell’attimo è subentrato mio padre, voleva difendermi. Ricordo che mi ha preso per la maglia per tirarmi indietro e l’orso si è avventato contro di lui con maggior ferocia. Mio papà è stato morso alla gamba e gli si è spaccato l’osso in tre parti. Io non sapevo più cosa fare, sono tornato in piedi e mi sono messo a urlare agitando le braccia per farmi più grande. In quell’attimo l’orso ha lasciato la presa da mio padre, che un secondo dopo è riuscito a scivolare fuori dall’orso e saltare in piedi, facendo come me con le braccia. L’orso ha fatto un salto indietro ed è scappato”.
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Fabio Misseroni in ospedale ha fatto tutti gli accertamenti necessari, aveva ferite che sono state chiuse con numerosi punti di sutura. Il figlio fortunatamente ha riportato ferite meno gravi grazie all’intervento paterno. Secondo l’opinione del corpo forestale probabilmente l’orso era una femmina con al seguito dei cuccioli. Questo spiegherebbe perché ha attaccato subito e anche perché poco dopo se ne sia andata, probabilmente infatti i cuccioli si erano allontanati e non erano più in pericolo.
Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha firmato un’ordinanza per abbattere l’orso ma gli animalisti sono contrari e anche il ragazzo rimasto vittima che spiega: “la montagna è la casa degli animali. Non credo sia necessario abbattere gli orsi. Piuttosto penso che ci sarebbe bisogno di una gestione diversa“. Dello stesso parere anche un esperto intervistato sempre dal Corriere del Trentino, Filippo Zibordi, che dopo aver spiegato che raramente l’orso attacca dice che pensare di abbattere esemplari non può essere una soluzione perché l’orso non vuole uccidere, e che spesso fare rumore basta ad allontanarlo. In riferimento all’attacco, il tecnico spiega che questo può capitare ad esempio se l’orso viene sorpreso, se ci si muove al di fuori dei sentieri, in silenzio, oppure se l’orso è mamma con prole. Ma ci rassicura spiegando che i casi di attacchi si contano sulle dita di una mano rispetto alle migliaia di incontri ravvicinati denunciati.
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