Adolescenti e suicidio: i dati allarmanti di uno studio condotto a livello mondiale.
Quanto sono frequenti pensieri di suicidio e stati d’ansia nei ragazzi? A rispondere è un vasto studio scientifico condotto in tutto il mondo su decine migliaia di adolescenti tra i 12 e i 17 anni. L’importanza dello studio sta nell’ampiezza del campione e nel numero di Paesi considerati, di tutti i continenti, anche quelli più poveri solitamente trascurati dagli studi sulla salute mentale degli adolescenti che prediligono i Paesi ad alto reddito.
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Lo studio sugli stati d’ansia e i pensieri suicidi degli adolescenti è stato condotto da ricercatori australiani e in parte americani ed è stato pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet. Il titolo è “Global variation in the prevalence of suicidal ideation, anxiety and their correlates among adolescents: A population based study of 82 countries“, “Variazione globale nella prevalenza dell’idea suicidaria, dell’ansia e delle loro correlate tra gli adolescenti: uno studio basato sulla popolazione di 82 Paesi“. Si tratta di una revisione di studi precedenti con dati provenienti dal Global School-based Student Health Survey (GSHS), un’indagine globale condotta a scuola sulla salute degli adolescenti di età compresa dai 12 ai 17 anni, tra il 2003 e il 2015, in 82 Paesi del mondo a basso, medio e alto reddito, appartenenti alle sei regioni dell’Organizzazione Mondiale dalla Sanità.
I ricercatori hanno analizzato i dati più recenti dei sondaggi condotti nelle scuole e hanno stimato la prevalenza ponderata dell’idea suicidaria e dell’ansia nei ragazzi per Paese, regione e a livello globale, valutando le risposte alle seguenti domande:
I ricercatori hanno esaminato le risposte a queste domande tenendo conto dell’età degli adolescenti, del sesso, dello stato socioeconomico, del sostegno o vittimizzazione tra coetanei, della relazione con i genitori, delle situazioni di conflitto, isolamento e solitudine.
Il campione oggetto dello studio era formato da 275.057 adolescenti tra i 12 e 17 anni, con età media di 14,6 anni, di cui il 51,8% formato da ragazze.
Dall’analisi delle risposte è emerso che il 14% degli adolescenti aveva avuto pensieri di suicidio, uno su 6, mentre il 9% aveva sperimentato forti stati di ansia in un periodo di 12 mesi. I problemi mentali affliggono soprattutto le ragazze: con una prevalenza di idee di suicidio nelle ragazze del 13,08% rispetto ai ragazzi, il 10,13%; così come degli stati di ansia, al 9,21% per le ragazze e al 7,35% nei ragazzi. In quasi tutti i Paesi, i pensieri di suicidio sono più frequenti nelle ragazze.
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La più alta prevalenza di pensieri suicidi è stata osservata negli adolescenti in Africa, il 21%, la più bassa in quelli in Asia, l’8%. Riguardo all’ansia, invece, la prevalenza più alta è stata riscontrata tra gli adolescenti nella regione del Mediterraneo orientale, il 17%, mentre la più bassa in quelli europei, il 4%.
I dati aggregati in base al reddito dei Paesi, invece, segnalano una prevalenza più alta di pensieri suicidi tra gli adolescenti dei Paesi a reddito medio-alto, il 17%, e più bassa in quelli a reddito medio-basso, l’11%. Al contrario, gli stati di ansia prevalgono tra i ragazzi dei Paesi poveri, il 10%, mentre sono inferiori nei ragazzi dei Paesi con reddito medio-basso, il 9%.
Va tuttavia sottolineato che molti dati relativi ai Paesi in via di sviluppo non sono completi, perché manca una adeguata attenzione ai problemi di salute mentale, che in alcune realtà sono ancora affetti da stigma sociale o da tabù religiosi e culturali. Insufficienti, poi, sono le strutture per la salute mentale e i sistemi di segnalazione. L’indagine, poi, si basa su questionari sottoposti ai ragazzi a scuola, che non tengono conto dell’elevato abbandono scolastico nei Paesi più poveri. In queste situazioni, dunque, i problemi degli adolescenti legati all’ansia e alle idee suicide rischiano di essere sottostimati.
Tra i fattori di maggior rischio per pensieri di suicidio e stati d’ansia i ricercatori hanno individuato: il sesso femminile, l’età più elevata, un basso stato socioeconomico e la mancanza di amici intimi.
Alti livelli di controllo dei genitori sono stati associati a una maggiore probabilità di sperimentare idee suicide e ansia. Al contrario, la comprensione e il monitoraggio dei genitori sono stati associati a migliori stati di salute mentale negli adolescenti. Allo stesso modo, le probabilità di sperimentare idee suicide e ansia erano più alte tra gli adolescenti che avevano avuto un conflitto o una vittimizzazione o avevano sperimentato l’isolamento tra pari, con i loro coetanei, e tra gli adolescenti che avevano riferito una condizione di solitudine.
I ricercatori hanno concluso che i pensieri di suicidio e gli stati d’ansia sono in genere prevalenti tra gli adolescenti, sebbene vi siano delle variazioni a livello globale. Tra i fattori protettivi ci sono il sostegno dei genitori e quello dei coetanei. Per questo, lo studio suggerisce interventi rivolti agli adolescenti per migliorare la connessione sociale tra loro e una formazione rivolta ai genitori per migliorare le abilità educative e le loro relazioni con i figli. Inoltre, l’analisi dei fattori che influenzano le differenze a livello nazionale e regionale nei problemi di salute mentale degli adolescenti può determinare importati le strategie preventive.
In conclusione un adolescente con genitori attenti, comprensivi e sensibili e con amici fidati con cui confidarsi ha meno probabilità di soffrire d’ansia di avere idee suicide.
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