La Polizia Postale sequestrato un ingente materiale pedopornografico. Presenti anche i neonati tra le vittime dei pedofili. La maxi operazione.
La Polizia Postale ha sgominato una rete di pedofili italiani che usando una nota piattaforma di messaggistica era solita scambiarsi immagini e video a sfondo pedopornografico. E’ stata un’operazione complessa che ha visto il coinvolgimento di più di 200 investigatori del Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia online e del Compartimento polizia postale e delle comunicazioni di Torino con il coordinamento della procura di Torino.
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A dare l’annuncio della maxi operazione contro i pedofili, è la stessa Polizia Postale. Dopo l’indagine sono stati eseguiti 50 decreti di perquisizione, arresti per aver diffuso e prodotto materiale pedopornografico.
Per tre di loro sono scattate le manette in quanto avevano a loro disposizione un ingente quantitativo di materiale pornografico avente ad oggetto minori. Sono stati sequestrati, per fortuna, migliaia di files. L’indagine è il frutto di una proficua sinergica collaborazione di tipo internazionale con il National Child Exploitation Coordination Center (NCECC) canadese che ha consentito di riscontrare tra gli utenti di una nota piattaforma di messaggistica istantanea comportamenti in violazione delle regole del portale integranti i reati di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico.
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Gli indagati hanno tra i 19 ed i 50 anni e conducono tutti una vita regolare tra lavoro e famiglia. I files che gli investigatori hanno sequestrato e poi analizzato hanno “contenuti raccapriccianti“. Ci sono foto di nudo nelle quali avvengono delle vere e proprie violenze sessuali. In molte foto o video a subire violenza sono i neonati, in alcuni casi, una cosa terribile, il materiale è stato “autoprodotto in ambito familiare“, come fanno sapere dalla Polizia Postale. Grazie ai nickname gli investigatori sono riusciti a risalire ad i vari profili dei pedofili riuscendo a dare nome ad ogni soggetto.
Le indagini sono andate avanti per un anno e sono iniziate da Torino, perché gli investigatori hanno individuato qui uno de membri di questa comunità virtuale che ha seguaci in tutt’Italia, per poi proseguire in 15 Regioni Italiane.
Bisogna fare sempre attenzione quando si naviga sul web o si frequentano chat di messaggistica istantanea, anche nel condividere le foto dei nostri figli.
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Voi unimamme eravate a conoscenza di questa maxi operazione?
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