Un’adolescente, Carsyn Leigh Davis, purtroppo è deceduta dopo aver contratto il coronavirus durante una festa in Chiesa.
Unimamme, sappiamo che ci sono persone scettiche circa l’esistenza del coronavirus o sui suoi pericoli, per questo vi raccontiamo la triste vicenda di una ragazza americana di 17 anni che purtroppo è stata esposta a questo rischio con drammatiche conseguenze.
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Carsyn Leigh Davis era una diciassettenne di Fort Meyers, in Florida, che in passato aveva combattuto il cancro a 2 anni e un raro disordine autoimmune. Carsyn quindi era una di quelle persone ritenute più fragili e che avrebbero dovuto fare molta attenzione durante questa pandemia di coronavirus. La giovane, in giugno, ha partecipato a una festa, un evento in chiesa, dove vi erano circa 100 studenti, con l’approvazione della madre. Non era richiesto l’uso della mascherina e nemmeno il distanziamento minimo di 1 metro, elementi di prevenzione che invece sono entrati a far parte del nostro quotidiano.
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Anche Carsyn ha partecipato senza prendere nessuna precauzione. Purtroppo a quella festa in Chiesa la ragazza, già immunodepressa, ha contratto la Covid – 19 ed è morta poi in ospedale, a Miami, due giorni dopo aver compiuto 17 anni. A questo punto però la faccenda si complica abbastanza perché la madre della ragazza, Carole Brunton Davis, è una convinta antivaccinista. Quando la figlia ha iniziato a stare male, per curarla, ha provato a somministrarle idrossiclorochina, che negli Usa è stata tolta dai farmaci per curare il coronavirus, e ossigeno grazie a una macchina portatile del nonno. I genitori di Carsyn hanno rifiutato il ricovero in ospedale il 19 giugno. Tre giorni dopo però le sue condizioni erano peggiorate ed è stata intubata.
I medici hanno provato a curarla anche con il plasma, ma purtroppo le sue condizioni erano troppo gravi ed è deceduta. “Siamo incredibilmente rattristati dalla sua scomparsa in giovane età, ma siamo confortati dal fatto che non abbia sofferto” ha detto la madre di Carsyn a News – Press. Mentre la donna era in ospedale con la figlia malata scriveva sul profilo Facebook, ora chiuso, che i medici si rifiutavano di somministrarle l’idrossiclorochina perché ritenuto un farmaco pericoloso, cosa su cui lei non era d’accordo. La vicenda è emersa grazie a Rebekah Jones, ex data scientist della Florida, che ne ha parlato su Twitter. La Jones ha voluto puntare l’attenzione sul rapporto medico pubblicato all’interno del progetto Florida COVID Victims, che fa parte a sua volta di un progetto ancora più ampio: Florida COVID Action che riporta in modo indipendente le statistiche dello Stato sul coronavirus.
Ora su Go Fund Me c’è una raccolta fondi per onorare la memoria di questa ragazza, scomparsa prematuramente, dove la raccolta fondi è arrivata a 8232 dollari su un obiettivo di 10 mila. Unimamme, cosa ne pensate di questa vicenda?
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