“Mascherine per i bambini dai tre anni” afferma il presidente dei pediatri, Alberto Villani e ne spiega i motivi.
L’emergenza Coronavirus non è finita, come dimostrano i vari focolai che si sono attivati in diverse zone d’Italia, sebbene circoscritti e sotto controllo. Nonostante il progressivo miglioramento della situazione epidemica, con il netto calo dei casi più gravi di Covid-19, la diminuzione dei morti giornalieri e l’andamento discendente della curva epidemica, sebbene con qualche oscillazione, il virus è ancora presente e può infettare chiunque. Anche i bambini.
Per questo motivo, secondo gli esperti, è fondamentale rispettare le regole di sicurezza sanitaria e farle rispettare anche ai bambini, a cominciare dall’uso delle mascherine chirurgiche. Il presidente dei pediatri italiani, Alberto Villani, ha dato alcune indicazioni i merito.
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Da qualche tempo si discute sulla contagiosità dei bambini rispetto al Coronavirus. Si sa per certo che tendono ad ammalarsi meno gravemente degli adulti quando vengono infettati. Sono rarissimi i casi di bambini che hanno sviluppato una forma grave di Covid-19 o che sono morti di questa malattia e quando è successo era perché soffrivano già di altre gravi patologie pregresse. Questa circostanza non deve comunque portare a sottovalutare la malattia nei bambini ma la questione sulla quale si stanno interrogando gli studiosi è se e quando i bambini possano tornare a una vita normale, fatta di giochi, sport, scuola e amici. In questi mesi di emergenza sanitaria, soprattutto in Italia, sono stati costretti a molte limitazioni che rischiano di compromettere il loro equilibrio psicologico, la crescita e anche lo sviluppo cognitivo. Quanto possono essere sacrificati i bambini per tentare di limitare la diffusione dell’epidemia? Sono contagiosi come gli adulti?
A queste domande ha cercato di rispondere la scienza, perché non si può limitare troppo a lungo la vita dei più piccoli. Con la fine del lockdown, anche senza scuola, bambini e ragazzi hanno ripreso a uscire e frequentare i coetanei, quasi come facevano prima. Per le strade gruppi di bambini e ragazzi vanno a passeggio o in bicicletta, fanno sport e vanno al mare. La questione cruciale ora è come farli tornare a scuola in sicurezza a settembre, perché non è pensabile confinarli di nuovo in casa con la didattica a distanza, che ha funzionato a singhiozzo in diverse zone d’Italia e ha escluso le categorie più fragili, come bambini poveri, figli di stranieri o con disabilità. È importante ora che i ragazzi, soprattutto i più piccoli, tornino sui banchi, per imparare con lezioni in presenza, certo, ma anche per socializzare con i compagni.
I Paesi europei seguono strade diverse, che dipendono anche dalla diffusione dell’epidemia sul loro territorio e dal tasso di contagiosità. Paesi come la Francia e l’Olanda hanno cominciato a riaprire le scuole già intorno alla metà di maggio. Secondo uno studio olandese, condotto dall’Istituto Nazionale Ricerca sulla Salute e l’Ambiente RIVM, i bambini sono poco contagiosi, contraggono il virus soprattutto dagli adulti e difficilmente lo trasmettono ad altri. Quando si ammalano, poi, sviluppano pochi sintomi e raramente disturbi respiratori. Sulla base di questo studio, l’Olanda ha deciso di riaprire le scuole, oltre a non aver mai messo in atto chiusure radicali. Il Paese ha avuto un numero contenuto di casi di Covid-19, sebbene il numero dei decessi in rapporto alla popolazione collochi il Paese al decimo posto nel mondo, dietro agli Stati Uniti.
Secondo uno studio francese, condotto nella regione di Parigi dal prof. Robert Cohen, infettivologo pediatrico presso l’ospedale di Créteil e vicepresidente della Società pediatrica francese, “i bambini sono meno portatori, sono meno contagiati“, inoltre “i bambini sono meno pericolosi per i loro nonni rispetto ai loro genitori“.
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A fronte di queste affermazioni, tuttavia, il presidente della Società italiana di pediatria (SIP) e pediatra del Bambino Gesù di Roma, Alberto Villani, sostiene invece che “i bambini possono essere contagiosi come gli adulti“ e per questo motivo devono indossare la mascherina, anche quando torneranno a scuola. Secondo Villani, i bambini dovrebbero indossare la mascherina già dai tre anni di età.
Il presidente dei pediatri italiani ha spiegato che i bambini “hanno sintomi più lievi” di Covid-19, “ma nella trasmissione giocano un ruolo attivo, come avviene per tutte le infezioni respiratorie”. Dunque sono contagiosi come gli adulti. Villani lo ha sottolineato in un’intervista a Repubblica e alla domanda “non si era detto che non fossero contagiosi?“, ha risposto che a suggerire questa ipotesi erano “i dati della Cina“, sottolineando, che quando l’epidemia è scoppiata nel Paese, “le scuole erano chiuse per le feste del capodanno”.
“Ora – ha aggiunto Villani – abbiamo osservato le esperienze di altri Paesi, dal Brasile agli Stati Uniti, e abbiamo capito che nel trasmettere il virus i bambini si comportano come gli altri. Un conto è la gravità dei sintomi, e loro si ammalano effettivamente in modo più lieve. Altro conto è la capacità di diffondere il virus. In questo l’età non fa differenza. Nei circa 5mila bambini infettati in Italia, l’80% è stato contagiato in famiglia. Non ci stupisce, visto che sono rimasti quasi sempre chiusi in casa. I decessi sono stati quattro nel nostro Paese. Tutti avevano già altre malattie“.
Sul fatto che i bambini trasmettano più debolmente il virus, essendo per lo più asintomatici, Villani ha spiegato che non esistono dati certi su questo in merito. “Ci possono essere bambini più o meno contagiosi – ha precisato -. Ma non escludo che anche fra loro ci sia chi ha una carica virale alta e possa diventare un superdiffusore“.
Pertanto, tutti i bambini devono indossare la mascherina nelle stesse situazioni in cui le indossano gli adulti: luoghi al chiuso, luoghi all’aperto ma affollati e quando non è possibile mantenere il distanziamento. “Come Società italiana di pediatria la raccomandiamo dai tre anni“, ha sottolineato Villani. La mascherina andrà indossata anche quando i bambini torneranno a scuola. Secondo il presidente dei pediatri italiani, tuttavia, potranno toglierla se stanno seduti al banco, ma dovranno indossarla durante la ricreazione o le attività di gioco insieme.
Per convincerli basterà che le regole siano chiare e soprattutto che gli adulti diano il buon esempio, perché i bambini tendono a imitarli. “Spesso i più piccoli rispondono meglio degli adulti“, ha detto Villani. Se poi i bambini dovessero toccarsi la mascherina o toglierla e rimetterla, secondo il presidente dei pediatri sarà comunque meglio che non indossarla affatto.
Infine, sul ritorno a scuola e sul problema di garantire le misure di sicurezza in classi normalmente affollate, Villani ha ricordato che la scarsità di spazio per gli alunni e la mancanza di insegnanti sono problemi che da tempo affliggono la scuola ed è ipocrita accorgersene solo ora. L’auspicio di Villani è che l’emergenza sanitaria per il Coronavirus finalmente offra l’occasione per risolvere questi problemi strutturali della scuola.
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Informazioni aggiornate in tempo reale sulla diffusione dei casi di Covid-19 in Italia le trovate sul sito web del Ministero della Salute.
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