I famigliari del comitato Noi denunceremo si appella alla Comunità europea affinché vigili sulle indagini in merito alle morti per coronavirus nella Regione Lombardia.
Unimamme, il 10 giugno scorso i parenti della vittime bergamasche del Covid 19 hanno fatto denuncia per le morti di coronavirus, denuncia a cui è seguita un‘indagine per omicidio colposo a carico di ignoti. Ora il Comitato Noi denunceremo invoca l’aiuto della Ue.
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Oggi, lunedì 13 luglio, il Comitato Noi Denunceremo, ha inviato una lettera indirizzata al Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e al al presidente della Corte Europea dei diritti dell’uomo Ròbert Ragnar Spanò per chiedere formalmente una supervisione delle indagini che riguardano le centinaia di denunce legali presentate ai pubblici ministeri di tutta la regione.
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Nella lettera sono stati citati articoli in cui si fa riferimento all’ipotesi di crimini contro l’umanità. In modo particolare sono gli articoli 1,2 e 3 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea concernenti il diritto alla dignità umana, alla vita, all’integrità fisica e psichica. Nel documento viene citato anche l’articolo 32 della Costituzione italiana per cui la la “Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Nella lettera il Comitato spiega che gli anziani nelle Rsa sono stati decimati a causa della direttiva che suggeriva di trasferire i pazienti con coronavirus a basso rischio nelle case di cura.
Secondo i loro dati:
Inoltre ai medici di base, a seguito di una delibera, è stato vietato di visitare i pazienti non ospedalizzati con sintomi da coronavirus. Le autorità sostengono di averlo fatto per limitare la diffusione della Covid 19, ma i membri del Comitato Noi denunceremo sono convinti che in realtà i medici fossero sprovvisti di dpi. Così si sarebbe violato l’articolo 32 della nostra Costituzione, consapevoli che intervenendo tempestivamente sui primi sintomi di coronavirus si sarebbe potuto evitare l’intasamento delle terapie intensive.
C’è poi la mancata chiusura della zona rossa di Orzinuovi nel bresciano e della Val Seriana con un rimpallo di responsabilità che ai tenaci membri del Comitato fa sospettare illeciti, ma spetterà ai pubblici ministeri stabilire se questi fanno parte della sfera del penale o della politica. In quest’ultimo caso, si legge nella lettera, “ risulterà chiaro come la decisione di non contenere la diffusione del virus, in accordo con i pareri della comunità scientifica, sia stata intenzionale: una decisione deliberata di sacrificare vite umane, decine di migliaia di vite, per evitare le ripercussioni politiche derivanti dalla messa in sicurezza di tre città economicamente produttive del Nord Italia”.
Inoltre a Bergamo è arrivata una nuova ondata di denunce, provenienti anche da altre Regioni. La procura di Bergamo è competente solo per il territorio, ma la scelta di presentare gli esposti qui è simbolica, è infatti il secondo denuncia day, dopo quello del 10 giugno scorso. Su Huffington Post 3 fratelli citano il caso del padre, morto in una rsa “hanno ucciso una generazione, quella che ha lavorato per tutta la vita per darci il benessere. Lo hanno lasciato morire perché aveva 88 anni e quando abbiamo chiesto se poteva essere ricoverato in una struttura con un reparto Covid ci hanno detto di no”. Per quanto riguarda, invece, la lettera del comitato Noi denunceremo, la Cedu può intervenire solo quando sono stati esauriti tutti gli altri strumenti di diritto interno, cioè quando una sentenza è diventata definitiva.
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Unimamme, cosa ne pensate della lettera di cui si parla su Il Fatto Quotidiano?
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