Il virus si può trasmettere in gravidanza: la conferma da uno studio proveniente dagli Stati Uniti.
Nonostante i numerosi casi di bambini nati negativi da madri positive al Coronavirus, alcuni casi confermano la trasmissione del virus in utero. Inizialmente era stato uno studio italiano a rilevare il contagio da mamma a bambino durante la gravidanza, a seguito dei casi di due neonati risultati positivi al Covid-19 alla nascita in Lombardia. La trasmissione era avvenuta in utero perché anche la placenta e il sangue del cordone ombelicale erano risultati positivi.
Ora un altro studio conferma questa possibilità. Ecco di cosa si tratta.
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Il virus si può trasmettere in gravidanza: conferma uno studio
Il nuovo coronavirus si trasmette in utero da mamma a nascituro? Uno studio condotto lo scorso marzo dal Policlinico di Milano su 42 mamme che avevano partorito in 6 diversi punti nascita della Regione Lombardia rassicurava che non ci fossero rischi di trasmissione del Covid-19 in gravidanza nonostante la mamma fosse positiva. Secondo i ricercatori, infatti, il virus non avrebbe potuto attraversare la placenta e quindi infettare il nascituro.
Poi, però, sono nati due bambini, sempre in Lombardia, che erano positivi al Covid-19 alla nascita, contratto dunque durante la gestazione. I bambini erano sani ma i due casi dimostrano che il Coronavirus è in grado di superare la barriera della placenta. Ora, la possibilità che il Coronavirus possa trasmettersi in gravidanza è confermata da un altro caso avvenuto negli Stati Uniti.
Si tratta di una bambina nata in Texas prematura, così come uno dei due casi italiani. La bambina aveva contratto il Coronavirus dalla mamma. Il caso è stato pubblicato sul Pediatric Infectious Disease Journal dal gruppo dell’Università del Texas sudoccidentale a Dallas, coordinato da Amanda Evans. Come riporta Ansa.
“Numerosi neonati sono stati partoriti da donne risultate positive al virus SarsCov2, la maggior parte dei quali senza la malattia respiratoria o tracce molecolari di positività al virus“, ha riferito Amanda Evans. “Il nostro studio è il primo a documentare la trasmissione intrauterina dell’infezione durante la gravidanza sulla base delle tracce del virus nelle cellule fetali della placenta“. I ricercatori, infatti, hanno trovato tracce del Sars-CoV-2 nella placenta.
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La bambina risultata positiva a Sars-CoV-2 era nata dopo 34 settimane di gestazione ed era stata ricoverata in terapia intensiva, sia per la prematurità che per i sintomi del Covid-19. Alla nascita la bambina è apparsa sana, ma il giorno seguente ha iniziato ad avere la febbre alcuni lievi problemi respiratori. I sintomi del Covid, appunto. Evans ha riferito che “è improbabile che la sofferenza respiratoria osservata nella piccola dipendesse dalla sua prematurità, visto che è iniziata al secondo giorno di vita”. La positività al virus nella bambina è stata scoperta a 24-48 ore dalla nascita. Durante il ricovero in terapia intensiva, la piccola è stata trattata con un supplemento di ossigeno, senza bisogno di ventilazione meccanica.
La bambina è rimasta positiva al virus per 14 giorni ed è stata dimessa dall’ospedale insieme alla madre al 21° giorno di ricovero. Entrambe sono tornate a casa in buone condizioni.
Con test approfonditi, i ricercatori americani hanno scoperto la presenza nella placenta non solo di particelle del virus ma anche di una delle proteine fondamentali, quella del nucleocapside (N). Sulla base di questi elementi, gli studiosi hanno potuto confermare che il contagio era avvenuto durante la gravidanza e non durante il parto o dopo. Una scopetta che apre nuovi scenari sul Coronavirus e rischi relativi.
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Informazioni aggiornate in tempo reale sulla diffusione dei casi di Covid-19 in Italia le trovate sul sito web del Ministero della Salute.
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