Scoperte torture, violenze sessuali e omicidi su minori del Sud Est asiatico, ad assistere e partecipare da remoto anche minorenni, la scoperta delle forze dell’ordine.
Unimamme, un anno fa la madre di un ragazzo aveva scoperto immagini oscene e raccapriccianti nel cellulare del figlio adolescente, si trattava del gruppo Whatsapp Shoah Party che ha visto indagati 25 ragazzi di cui 16 minorenni tra i 13 e i 17 anni. Nel frattempo l’indagine si è allargata facendo emergenre nuovi orrori.
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I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Siena, con il coordinamento della Procura dei Minori di Firenze, in questi mesi hanno portato avanti un’indagine chiamata Delirio che ha scoperchiato l’esistenza di siti criptati, appartenenti al dark web, dove vengono compiute violenze di ogni tipo, che spesso culminano con la morte della vittima, un bambino. A “dirigere” le violenze da lontano, suggerendo cosa fare sono adulti, ma anche ragazzi minorenni.
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In questo mondo oscuro i costi dipendono dal tipo di servizio offerto, per esempio per vedere filmati registrati si paga di meno, mentre per assistere a sevizie che culminano con la morte del bambino, nella maggior parte dei casi originario del Sud Est asiatico, si paga di più. Si può perfino agire a pagamento con i vari aguzzini chiedendo cose specifiche, per esempio l’amputazione di un braccio o che venga versato olio bollente sul piccolo. «Le richieste live hanno costi molto rilevanti e assicurano guadagni altissimi alle organizzazioni straniere che compiono tali atti disumani» spiegano gli inquirenti. Nel corso delle investigazioni la polizia è stata colpita dal ricorrere dei nomi di due diciassettenni piemontesi, un ragazzo e una ragazza, che parlavano in modo dettagliato, nelle loro chat , di ciò che facevano e vedevano nel deep web.
Il diciassettenne parlava spesso delle red room, stanze dell’orrore in cui le persone più attrezzate a livello tecnologico possono accedere a pagamento per assistere ad efferate torture e violenze sessuali effettuate da adulti su bambini. Dal deep web si possono ricavare immagini di esecuzioni, omicidi, smembramenti, atti sessuali su animali, estrapolazione di organi, immagini pedopornografiche. Le immagini rinvenute e sequestrate si possono catalogare in 3 tipologie diverse: video pedopornografici realizzati da minorenni che si riprendono nudi o mentre compiono atti sessuali, filmati realizzati da adulti che riguardano atti sessuali e violenze compiuti da minorenni su minori anche piccolissimi (dai 2 ai 4 anni), video gorè, associati a simboli nazisti.
Durante le perquisizioni sono stati rinvenuti e sequestrati telefoni cellulari, personal computer, tablet, chiavette usb e har disk esterni. . «Questa è la più recondita ed occulta frontiera del ‘deep web’, emersa con dovizia di particolari dalle indagini” hanno dichiarato gli investigatori“. Ora i 25 indagati sono accusati di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico e istigazione a delinquere. Unimamme, cosa ne pensate di quanto raccontato su Il Messaggero?
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