Il ruolo dei bambini nel contagio: lo studio dell’ISS

Gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità hanno pubblicato uno studio recente nel quale mostrano il ruolo dei bambini nel contagio.

Bambini contagio
Bambini contagio – Universomamma.it

L’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato uno studio molto recente per cercare di capire come si comporta questo virus sui neonati, bambini ed adolescenti. Purtroppo, gli studi sono ancora pochi, ma gli esperti stanno cercando di prendere in considerazione numerosi dati per dare notizie certe. Quello che si sa è che la pandemia ha colpito in maniera limitata le fasce d’età sopra indicate, ma non è stato ancora possibile valutare l’effettivo impatto del virus su di loro.

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Ruolo dei bambini nel contagio: la risposta degli esperti

Lo studio appena pubblicato sulla rivista scientifica “Pediatrics“, “COVID-19 Disease Severity Risk Factors for Pediatric Patients in Italy” è a cura del Reparto di Epidemiologia, Biostatistica e Modelli matematici, del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità. Lo studio parte dal presupposto che la pandemia di coronavirus Sars-Cov-2 ha colpito, per fortuna, un modo molto lieve i neonati, i bambini e gli adolescenti, ma a causa delle chiusura delle scuole e del distanziamento sociale, che sono state delle misure ottime per evitare che anche loro si potessero contagiare, si sa poco su come agisca su di loro.
Quello che gli esperti dell’ISS affermano è che: “La popolazione pediatrica potrebbe giocare un ruolo attivo nella trasmissione del virus”.
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Per effettuare lo studio sono stati raccolti i dati dal sistema di sorveglianza italiano, che si basa su casi di infezioni confermate SARS-CoV-2 dal 20 febbraio fino all’8 maggio 2020. Sono stati raccolti da tutte le 21 regioni e province autonome e sono stati analizzati e sono stati presi in considerazione i dati di adolescenti fino ai 18 anni di età che sono risultati positivi per SARS-CoV-2.
In Italia, il 16% dei residenti è costituito da neonati, bambini e adolescenti di età inferiore ai 18 anni. A partire dall’8 maggio 2020, questa popolazione pediatrica rappresentava l’1,8% (3.836 / 216.305) di tutti i casi segnalati da COVID19 a livello nazionale, con una percentuale variabile nelle varie regioni italiane, con un età media di 11 anni ed il 51,4% erano maschi.
Il numero assoluto più alto di casi è stato segnalato nelle regioni settentrionali (Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte), mentre i maggiori tassi di incidenza sono stati rilevati nella Provincia Autonoma di Trento (180,6 / 100.000), Valle d’Aosta (115,1 per 100.000 abitanti), Emilia-Romagna (75,5 / 100.000), Abruzzo
(73,8 / 100.000) e Provincia autonoma di Bolzano (62,5 / 100.000).
Dallo studio emerge inoltre, che i bambini si sono contagiati maggiormente in famiglia e che la maggior parte dei casi di COVID-19 si è verificata negli:
  • adolescenti 13-17 anni: 40,1%,
  • bambini di età 7-12: 28,9%,
  • bambini di età 2-6: 17,2% ,
  • neonati di età 0-1: 13,8%.

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Nel 13,3% dei casi si è reso necessario il ricovero in ospedale, la percentuale più alta di ricovero ospedaliero si è verificata nei neonati con età inferiore all’anno. Gli esperti dell’ISS hanno spiegato: “I dati suggeriscono che i casi pediatrici di Covid-19 siano meno gravi rispetto alle altre classi di età, tuttavia l’età maggiore di un anno e la presenza di condizioni patologiche preesistenti rappresentano fattori di rischio di gravità della malattia, pertanto le misure di controllo andrebbero mantenute ed eventualmente implementate per proteggere i bambini più vulnerabili”.

Dei 511 pazienti ospedalizzati, per il 3,5% è stato necessario il ricovero in terapia intensiva e si sono verificati quattro decessi, causati da un deterioramento di condizioni di base già molto compromesse: “L’impatto dell’infezione da Sars-CoV-2 potrebbe aver aggravato la situazione, ma non sembra possa essere considerata la causa principale di morte”.

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Voi unimamme cosa ne pensate di questo recente e nuovo studio?

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