Covid-19, rapporto Istat-Iss: i decessi sono causati direttamente dal virus. Lo studio sull’impatto dell’epidemia.
Non si muore con il Covid-19 ma di Covid-19. Lo stabilisce ora in via definitiva il nuovo rapporto Istat-Iss sull’impatto dell’epidemia in Italia. Tutte le speculazioni e le polemiche dei mesi scorsi vengono messe a tacere. Infatti, si era discusso a lungo sull’effettiva mortalità del Covid-19 nelle persone trovate positive al virus Sars-CoV-2 che causa la malattia, poiché secondo alcune tesi sarebbero state determinanti le condizioni patologiche pregresse dei pazienti. C’era dunque chi sosteneva che molti dei decessi di pazienti Covid-19 non fossero in realtà causati dalla malattia stessa ma dalle condizioni di fragilità legate ad altre patologie.
Ora questa tesi, in realtà una vera e propria bufala negazionista della gravità del nuovo Coronavirus, è stata smentita una volta per tutte dall’ultimo rapporto dell’Istat e dell’Iss sull’Impatto dell’epidemia COVID-19 sulla mortalità. Ecco cosa hanno accertato l’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) e l’Istituto Superiore di Sanità (Iss).
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Nei pazienti deceduti in Italia risultati positivi al test del nuovo Coronavirus Sars-CoV-2 a causare il decesso in 9 casi su 10 è stata la malattia Covid-19 causata dallo stesso virus. Lo stabilisce il nuovo rapporto di Istat e Istituto Superiore di Sanità che ha studiato l’impatto dell’epidemia di Covid-19 sulla mortalità. Il rapporto ha studiato le cause di morte nelle persone decedute positive al Coronavirus, analizzando le informazioni riportate dai medici in 4.942 schede di morte, pari al 15,6% del totale dei 31.573 decessi segnalati alla Sorveglianza Nazionale Integrata Covid-19 alla data del 25 maggio 2020. Dunque, sono state esaminate le informazioni cliniche di circa cinquemila pazienti deceduti nei mesi scorsi e risultati positivi al test del Sars-CoV-2.
Le schede di morte Istat sono compilate da un medico curante o da un medico necroscopo che deve riportare l‘intera sequenza di malattie o eventi traumatici che hanno portato al decesso ed indicare eventuali altre patologie rilevanti che hanno contribuito ad esso pur non facendo parte di tale sequenza. La causa che ha avviato la sequenza di eventi morbosi che hanno condotto direttamente alla morte è denominata “causa iniziale”, è definita dalle linee guida dell’OMS e viene utilizzata a livello internazionale per rappresentare i dati di mortalità di un Paese. Tutte le altre cause che hanno contribuito all’esito finale, e gli altri stati morbosi eventualmente presenti al momento del decesso, che sono contenute nella scheda sono definite cause multiple.
Le schede di morte analizzate provengono da tutte le Regioni e/o Province Autonome del Paese, fatta eccezione per la Valle D’Aosta, e la loro distribuzione per età e genere è simile a quella del totale dei decessi segnalati alla Sorveglianza. Delle 4.942 schede analizzate, 3.108 (63%) riguardano deceduti di sesso maschile e 1.834 femminile (37%). Un differenza di genere più volte riportata nei rapporti prodotti dall’ISS. Il 56% dei decessi (2.760) riguarda soggetti con almeno 80 anni e meno del 16% (783) soggetti al di sotto dei 70 anni di età.
Istat e Iss hanno stabilito che nell’89% dei decessi di persone positive al Coronavirus la causa direttamente responsabile della morte era il Covid-19. Questo significa che la morte è stata causata direttamente dal Covid-19 e dalle sue complicanze, anche se sovrapposto ad altre malattie preesistenti, che tuttavia non sono state determinanti. Pertanto è presumibile ritenere che il decesso non si sarebbe verificato se l’infezione da SARS-CoV-2 non fosse intervenuta.
Nel restante 11% dei casi, invece, le cause dirette della morte erano da attribuirsi ad altre patologie:
In questi casi, comunque il Covid-19 è una causa che può aver contribuito al decesso, accelerando processi morbosi già in atto, aggravando l’esito di malattie preesistenti o limitando la possibilità di cure.
La quota di deceduti in cui Covid-19 è la causa direttamente responsabile della morte varia in base all’età, sebbene sia comunque elevata a tutte le età, e raggiunge:
Riguardo all’11% dei decessi in cui il Covid-19 non è causa iniziale di morte, si riscontrano differenze in base alle classi di età. Nei più giovani, fascia di età 0-49 anni, le cause di morte predominanti sono i tumori, che rappresentano circa il 9,3% del totale. Nella classe di età 50-59 anni oltre ai tumori, 5,7%, è presente il diabete, 2,2%, e alcune malattie del sistema circolatorio, 3,1%. Nelle età più avanzate la distribuzione per causa è più eterogenea, ma i tumori restano ancora la causa iniziale di morte più frequente, circa il 2,2% tra 60 e 79 anni, seguiti dalla cardiopatia ischemica, dalle malattie cerebrovascolari e dalle malattie croniche delle basse vie respiratorie.
Di seguito sono riportate tutte le cause che hanno contribuito alla morte dei pazienti positivi al Coronavirus, siano esse causa iniziale o cause multiple. Tutte le cause di morte diverse da Covid-19 sono molto più rappresentate tra le multiple rispetto alla causa iniziale. Ad esempio, la polmonite è presente in 3.977 schede di morte, ovvero nell’80,5% del totale, ma in nessun caso è la causa iniziale del decesso. La presenza della polmonite, malattia causata direttamente dal Coronavirus, in una così grande quota conferma il ruolo rilevante del Covid-19 come causa direttamente responsabile della morte nella gran parte dei decessi analizzati. La tabella qui sotto mostra molte malattie croniche riportate nelle schede di morte, verosimilmente preesistenti rispetto all’infezione da SARS-CoV-2, come l’ipertensione, i tumori, il diabete e le cardiopatie.
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Le concause di decesso preesistenti al Covid-19 sono malattie, traumatismi o circostanze esterne che hanno avviato sequenze di eventi morbosi indipendenti tra loro o che hanno contribuito al decesso aggravando le condizioni del paziente o il decorso della malattia. Le concause sono pertanto cause rilevanti e corresponsabili del decesso e non includono condizioni morbose conseguenti ad altre cause presenti nella scheda. Non sono le complicanze del Covid-19.
Il Covid-19 può essere fatale anche in assenza di concause. Infatti, non sono presenti concause di morte preesistenti al Covid-19 nel 28,2% dei decessi analizzati. La percentuale è simile nei due sessi e nelle diverse classi di età. Solo nella classe di età 0-49 anni la percentuale di decessi per Covid-19 senza concause è più bassa e corrisponde al 18%. Nei giovani sono presenti più spesso una o più malattie preesistenti che associate al Covid-19 portano al decesso. Tuttavia, il Covid-19 può essere fatale in persone giovani anche in assenza di concause di decesso.
Nei decessi di persone positive al Coronavirus, il 71,8% ha almeno una concausa:
Le concause più frequenti che associate al Covid-19 portano al decesso sono:
Importanti differenze di genere si riscontrano riguardo alle concause di demenza e Alzheimer, che nelle donne superano il 10% mentre negli uomini raggiungono appena il 4%. Le cardiopatie ischemiche sono invece più frequenti negli uomini: 15% contro il 9% delle donne.
Le concause variano molto a seconda delle fasce di età. Nei più giovani, fino a 59 anni, le concause più frequenti sono i tumori e l’obesità. I tumori sono presenti nel 22% dei decessi al di sotto dei 50 anni e nel 17% tra 50 e 59 anni; la loro frequenza scende progressivamente sotto al 10% a 80 anni e oltre. L’obesità, presente in media al 4% in tutte le schede di morte, sale al 20% nelle concause dei decessi fino ai 49 anni e al 15% nella classe di età successiva. Nella fascia di età 50-59 anni sono importanti le cardiopatie ipertensive, presenti quasi nel 16% dei decessi. Tra le classi di età più giovani altre concause frequenti sono i disturbi psichici, le malattie del sistema nervoso e le malformazioni congenite e anomalie cromosomiche. Nelle classi di età centrali, 60-69 anni, le concause più frequenti sono il diabete mellito e le cardiopatie ipertensive. Al crescere delle età aumenta la quota di cardiopatie ischemiche, presenti circa nel 13% delle schede oltre i 69 anni, quella di malattie croniche delle basse vie respiratorie (9%) e la quota delle demenze. Tra i più anziani sono molto frequenti le cardiopatie ipertensive e il diabete.
In media, ogni scheda di morte riportava 2,4 concause di decesso oltre al Covid-19. Le schede sono state divise in due gruppi: quelle con una sola concausa (1.545 decessi) e quelle con più concause (3.397 decessi). La distinzione ha messo in evidenza che malattie come il diabete, l’obesità, le malattie croniche delle basse vie respiratorie, la fibrillazione atriale e le epatopatie compaiono più frequentemente in associazione ad altre cause di decesso piuttosto che come unica concausa. Si tratta di malattie di per sé poco letali ma che contribuiscono ad aumentare la vulnerabilità degli individui ad eventi quali Covid-19 quando si trovano ad esso associate.
Le complicanze sono quelle condizioni, quei segni o sintomi che si sono manifestati successivamente a COVID-19 e che sono da esso causati.
Le complicanze di Covid-19 che portano al decesso sono principalmente:
Altre complicanze meno frequenti sono: lo shock (6%), la sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) ed edema polmonare (6%), le complicanze cardiache (3%), la sepsi e le infezioni non specificate (3%).
Le complicanze meno frequenti presentano notevoli differenze per età: i più giovani (da 0 a 69 anni) subiscono più frequentemente rispetto ai più anziani gli effetti dello shock, del distress respiratorio o dell’edema polmonare, effetti cardiaci non meglio precisati, insufficienza renale e embolia polmonare, complicanze cardiache, sepsi. Nei più anziani, invece,sono più frequenti l’infarto del miocardio, evento che non si osserva come conseguenza del Covid-19 sotto i 70 anni di età.
Per ulteriori informazioni sui decessi da Covid-19, rimandiamo al rapporto Istat-Iss completo.
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Informazioni aggiornate in tempo reale sulla diffusione dei casi di Covid-19 in Italia le trovate sul sito web del Ministero della Salute.
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