Un neonato abbandonato è stato abbandonato dai genitori con un messaggio. A trovarlo il parroco del paese che aveva fatto installare una culla per la vita.
Questa è la storia di un neonato che è stato abbandonato da i suoi genitori, ma a differenza di altri casi, questa volta il piccolo è stato lasciato in un luogo sicuro e protetto. Purtroppo ci sono tanti bambini che vengono abbandonati dai loro genitori in luoghi non sicuri ed in condizioni pessime. I fatti di cronaca raccontato di neonati abbandonati nei cassonetti della spazzatura, in mezzo alla strada o nei boschi. Come per il piccolo Giorgio, abbandonato in un cassonetto a Rosolina, in provincia di Rovigo.
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Neonato abbandonato dai genitori: “Ti ameremo per sempre”
Domenica 19 luglio, Don Antonio Ruccia è il parroco di San Giovanni Battista nel quartiere Poggiofranco a Bari riceve una chiamata inattesa: “Quando è squillato il telefonino, alle 8 e un quarto, il cuore mi è arrivato in gola perché sapevo bene il significato di quel suono“. Si è subito recato all’ingresso dell’edificio, dove diversi anni fa, ha fatto installare una culla termica. Qui trova un neonato che piangeva e strillava con un biglietto dei suoi genitori: “C’era scritto che il nome da dargli, Luigi. E si diceva che la mamma e il papà lo avrebbero amato per sempre“. Ha così subito chiamato il 118 e fatto denuncia ai Carabinieri.
Il piccolo è stato portato al reparto di neonatologia del Policlinico di Bari dove è stato sottoposto a tutti gli accertamenti. il primario del reparto, il Dottore Nicola Laforgia, ha raccontato che il piccolo per fortuna sta bene e che subito è stato accolto con emozione dal personale di turno: “Il neonato sta molto bene e sembra sanissimo. È un bambino in ottime condizioni. Ha qualche giorno di vita e procederemo a tutti i controlli nelle prossime ore“.
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La culla è stata istallata nel 2014 e l’idea è nata in collaborazione con il reparto di Neonatologia del Policlinico di Bari e la parrocchia. Dalla sua istallazione, la culla non era mai stata usata prima di questa volta. E’ una versione aggiornata della “ruota degli esposti”, chiunque può entrare e nel completo anonimato lasciare il neonato in tutta sicurezza. Infatti quando un neonato viene depositato scattano diversi sistemi. Prima di tutto viene regolata la temperatura della culla in modo da tenere al caldo il piccolo e poi parte una chiamata al parroco ed ai medici del Policlinico in modo da intervenire tempestivamente. Sulle grate che circondano il locale dove si trova la culla c’è un manifesto: “Nessun bambino è un errore. Se sei in una situazione difficile e non riesci a prenderti cura del tuo bambino, lascialo nella culla termica. Nel più completo anonimato, sarà accolto e assistito“. L’accesso libero è garantito 24 ore su 24.
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Non è la prima culla che si trova nel nostro paese e nemmeno il primo caso, ce ne sono tantissime su tutto il territorio italiano. Usarle in caso non si possa o non si voglia tenere il bambino è un atto d’amore, come ha affermato anche il primario del Policlinico: “La scelta dei genitori è stata sicuramente sofferta. Non sappiamo i motivi alla base della scelta, forse motivi economici o altro. L’importante è che abbiano dato una possibilità a questo bambino, che è come se oggi rinascesse una seconda volta“.