I nonni devono contribuire al mantenimento dei nipoti se il sostegno dei genitori non basta. Lo ha stabilito una decisione della Corte di Cassazione.
Nell’ordinamento giuridico italiano vige il principio di solidarietà, per cui se una persona non è in grado di mantenere sé stessa o suoi diretti familiari sono tenuti a intervenire in aiuto gli altri parenti. Questo principio è stato ribadito più volte in diverse sentenze della magistratura. Vale a maggior ragione tra genitori, figli e nonni.
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Infatti, se essere nonni è un diritto, comporta anche dei doveri. Ecco cosa ha stabilito una recente decisione della Corte di Cassazione.
Se in famiglia sussistono difficoltà economiche, i familiari più stretti sono tenuti a intervenire in aiuto. I genitori verso i figli, anche adulti, viceversa i figli verso i genitori, e anche i nonni. Solitamente per buona parte delle famiglie non c’è bisogno di un intervento della magistratura per stabilire questo principio. Ci si aiuta economicamente nel momento del bisogno, sostenendosi a vicenda nei momenti di maggiore difficoltà. Dopo che i genitori hanno aiutato i figli negli studi e nel periodo dell’inserimento professionale, è abbastanza normale, almeno per molti, che i figli aiutino i genitori quando si trovano in difficoltà economica o quando sono anziani e la pensione non basta. Lo fanno anche i vip e recentemente è diventato motivo di scontro tra la duchessa di Sussex Meghan Markle e il padre Thomas, dopo le rivelazioni di quest’ultimo alla stampa scandalistica britannica.
Quando le famiglie vanno d’amore e d’accordo, solitamente non ci sono problemi nell’aiutare il familiare più debole e bisognoso: figlio, fratello, sorella, madre, padre, nipote e nonno. Viene abbastanza naturale e nelle famiglie in cui non sussistono grossi problemi non si sta a vedere l’entità dell’aiuto economico e l’eventuale restituzione del prestito. Si aiuta e basta. I problemi sorgono, invece, nelle famiglie in cui sono presenti conflitti irrisolvibili, spesso motivo di separazione tra coniugi e che con una certa frequenza danno luogo anche a controversie di natura economica. Sappiamo che sono numerosi i casi in cui padri separati si rifiutano di versare l’assegno di mantenimento per i figli, creando non pochi problemi alla loro educazione e alle madri che devono mandare avanti da sole la famiglia. Una questione diffusissima, che spesso dà luogo a controversie giudiziarie lunghe e dolorose.
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Quando i genitori non possono provvedere ai propri figli, a causa di difficoltà economiche, la legge chiama in causa i nonni. Del resto, i nonni sono coloro che i occupano dei nipoti quando i genitori sono al lavoro. Non solo, i nonni svolgono anche la funzione di genitori quando questi ultimi non ci sono più, perché prematuramente scomparsi o dichiarati decaduti dalla potestà genitoriale. Il loro ruolo nella cura dei nipoti, dunque, è fondamentale. Oggi molte famiglie italiane vanno avanti grazie al prezioso aiuto dei nonni, sia nell’assistenza, nella cura ed educazione dei nipoti, quando i genitori sono al lavoro, sia nell’aiuto economico, negli ultimi anni sempre più prezioso. Quando i nonni non aiutano figli e nipoti in evidente difficoltà economica, tuttavia, può essere chiamato il giudice ad intervenire. È quello che è successo in una controversia decisa di recente dalla Corte di Cassazione che ha stabilito l‘obbligo di mantenimento dei nipoti da parte dei nonni, se non è sufficiente quello dei genitori.
Il caso in questione riguarda un nonno paterno e suo nipote malato. Il lavoro della madre non era sufficiente a mantenere il figlio malato e il padre non contribuiva, così è stato chiamato in causa il nonno paterno. La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 14951/2020 ha stabilito che il nonno paterno debba versare 130 euro mensili a titolo di contributo al mantenimento del nipote, da versare alla madre. L’ordinanza della Cassazione ha confermato la sentenza di condanna della Corte di Appello di Perugia, che aveva già deciso che fosse il nonno paterno a dover contribuire a mantenere il nipote in assenza del padre (suo figlio, peraltro). La Corte di Cassazione ha ribadito il principio che ai nonni, in qualità di diretti ascendenti dei genitori, spetta l’obbligo di contribuire al mantenimento dei nipoti se il padre non versa nulla e la madre, nonostante l’aiuto della madre e del padre (i nonni materni), non riesce a fare fronte a tutte le spese necessarie per le cure riabilitative del figlio malato.
L’obbligo primario di mantenere i figli spetta ai genitori, secondo la legge. Quando uno dei due genitori non può o non vuole contribuire al mantenimento, l’obbligo ricade per intero sull’altro genitore. Fatta salva la facoltà di quest’ultimo di citare in giudizio il genitore inadempiente per obbligarlo a contribuire, in modo proporzionato al suo reddito. Subordinato o sussidiario all’obbligo dei genitori di mantenere figli è invece l’obbligo dei nonni (ascendenti dei genitori), tenuti ad intervenire quando i genitori non possono mantenere i figli. Con la loro decisione, la Corte d’Appello prima e la Cassazione poi hanno confermato questo principio.
L’ordinanza della Corte di Cassazione è citata e riportata dal sito web dello Studio Cataldi.
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