Il sonno dei bambini attanaglia tutte le famiglie. Un’Associazione pugliese ha condotto un’indagine, scoprendo dei segreti interessanti.
L’Associazione Culturale Pediatri di Puglia e Basilicata ha svolto un’interessante indagine su come dormono i bambini e sui loro problemi.
Si tratta di uno studio molto approfondito che per la prima volta coinvolge un campione di famiglie abbastanza elevato.
L’indagine è stata svolta tra il 2004 e il 2007 su 1438 bambini, come spiegato su Uppa dalla pediatra Anna Maria Moschetti, pediatra e responsabile dell’Associazione Culturale Pediatri di Puglia e Basilicata.
A ogni genitore, in particolare la mamma, è stato fornito un questionario da compilare con delle domande specifiche sul sonno. Nel dettaglio le domande facevano riferimento alla percezione di un problema di sonno, le abitudini del sonno, le modalità di addormentamento e riaddormentamento dopo i risvegli notturni, il tipo di allattamento, la presenza o meno di patologie, eventuali vaccinazioni, composizione della famiglia, ma anche la situazione lavorativa dei genitori e una scheda sulla provenienza geografica dei due genitori e sui loro studi.
Dopo aver compilato il questionario, al genitore veniva consegnato un diario nel quale monitorare per sette giorni il sonno del bambino. Ad ogni mezz’ora di sonno effettuata dal piccolo, i genitori dovevano mettere una crocetta in modo tale da comprendere quante ore in tutto aveva dormito.
Ovviamente oltre a questo era necessario scrivere quante volte il bambino si fosse risvegliato e quanto duravano i risvegli.
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Inoltre veniva chiesto in che modo il piccolo dormisse se da solo o nel lettone e ogni mamma doveva dare un giudizio sulla qualità del sonno del proprio bambino.
I risultati che ne sono seguiti hanno dato una panoramica dei disturbi del sonno che ogni piccolo potrebbe avere:
1) Il 72% dei bambini tra un mese e tre anni ha bisogno della presenza del genitore per potersi addormentare e il 67% vuole il contatto fisico.
2) L’86% dei piccoli tra un mese e tre anni dorme insieme ai genitori (in camera o nel lettone, tutte le notti o quasi), ma dopo i tre anni – 1 su 5- dorme da solo nella sua cameretta.
3) A un mese solo l’11% dei bambini si insedia stabilmente nel letto, i ricercatori hanno interpretato questo dato come una risposta all’insorgere dell’ansia da separazione.
4) Dopo i cinque anni sono pochissimi i bambini che dormono nel lettone.
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Una situazione molto differente da quello che accade in altri Paesi come Stati Uniti e Germania, dove le madri abituano i propri figli a dormire da soli molo tempo prima. Avvicinandosi in questo modo al sistema giapponese.
Per quanto riguarda i disturbi del sonno delle madri una piccola percentuale il 9% si lamenta di dormire poco quando il bambino ha compiuto tre anni. Mentre nella fascia d’età che va dai 12 ai 18 mesi, la percentuale arriva a toccare il 25% di mamme che lamentano problemi nel dormire. E ciò corrisponde perfettamente al momento in cui avviene l’ansia da separazione tra genitori e bambini.
L’indagine svolta, che ha coinvolto i pediatri di famiglia, ha cercato di rispondere a un quesito importante: “È possibile risolvere i problemi di sonno dei bambini e delle famiglie?”
A quanto pare la risposta è no perché probabilmente tali fastidi dipendo da uno stato d’ansia che i genitori trasmettono ai figli. Un’ansia che disturba il sonno a un punto tale da non permettere al piccolo di dormire. Questo può dipendere da tantissime cose: preoccupazioni al lavoro, in famiglia, incertezze per il futuro. Insomma una serie di difficoltà che non sono facili da gestire.
E voi Unimamme che disturbi del sonno avete riscontrato?
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