Lo screening del primo trimestre di gravidanza è molto importante perché ci aiuta a sapere come si sta formando il feto e se ci sono problemi.
Andiamo a vedere nel dettaglio come e dove effettuare questi brevi esami che ci aiuteranno a vivere più serenamente la nostra gravidanza.
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Quando si scopre di essere incinte e si va dal proprio ginecologo ci sono una serie di esami da effettuare. Oggigiorno la medicina ci aiuta a sapere con anticipo tante cose per essere preparati su eventuali problemi della gravidanza o semplicemente per stare più serene e viverci questo momento magico.
Durante il primo trimestre è possibile effettuare uno screening che dà indicazioni sui rischi di patologie genetiche, Sindrome di Down, cardiopatie e malformazioni del feto. Non è un esame diagnostico e quindi non dà risultati considerati certi, ma sempre più viene consigliato alle donne, soprattutto sopra i 35 anni, perché in caso di risultati dubbi o ad alto rischio, potranno poi essere indirizzate a controlli diagnostici più specifici, come l’amniocentesi o la villocentesi.
Lo screening consiste in un due test, il test combinato o BI-TEST, da effettuare tra la decima e la quattordicesima settimana di gravidanza in ospedale o dal proprio ginecologo e in un centro di analisi, e che si compone di:
Con il prelievo ematico si valuta il dosaggio dell’ormone Free Beta HCG (gonadotropina corionica umana) e la proteina PAPP-A, (proteina plasmatica A associata alla gravidanza), mentre con l’ecografia si misura lo spessore dei tessuti molli dietro alla nuca. A queste settimane di gestazione, infatti, il feto presenta una raccolta di liquidi in quella zona, che non dovrà essere superiore ai 3,5 mm per risultare nella norma e non essere campanello di allarme per patologie congenite o anomalie cromosomiche.
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A questo test combinato va aggiunto un altro esame chiamato Nipt (Non Invasive Prenatal Test) che si effettua intorno alla decima o undicesima settimana di gestazione e che consiste in un prelievo di sangue materno nel quale verrà isolato il dna del feto e comparato a dei campioni standard di riferimento.
Ovviamente non essendo considerati diagnostici, questi esami non sono ancora coperti dal Servizio Sanitario Nazionale in Italia, soltanto la translucenza nucale viene effettuata gratuitamente dal ginecologo o dall’ospedale. Ma sono comunque test facilmente effettuabili in molti ospedali italiani, come ad esempio il Bambino Gesù di Roma, che collaborano anche con centri privati.
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Al Bambin Gesù tra l’altro in caso di esiti dello screening che classificano la gravidanza a rischio le gestanti possono accedere a un percorso ad hoc per arrivare a una chiara diagnosi dell’eventuale patologia rilevata. Vengono infatti indagati anche i “soft-markers”, indicatori di patologie d’organo difficilmente diagnosticate o spesso in ritardo. Un’assistenza multispecialistica quindi di supporto alla coppia.
E voi unimamme? Avete effettuato questi esami o non sapevate della loro esistenza?
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