Approvata la riforma del sistema educazione-istruzione 0-6 anni: poli per l’infanzia, nidi aperti anche di notte e nei festivi nei luoghi di lavoro. “L’obiettivo è rendere gratuiti i servizi educativi ..”
Purtroppo il lockdown ha acuito ed evidenziato le disparità economiche sociali di molte famiglie e la necessità di un sistema educativo più giusto, che annulli le disparità sociali. In questa ottica è stata maturata la nuova legge regionale del Lazio, per il sistema di educazione e istruzione da 0 a 6 anni. Sono passati 40 anni dall’ultima legge in materia, in Italia la regione Lazio è la prima ad attuare il Decreto (6572017) per l’innovazione e rivoluzione dei servizi educativi. la Regione Lazio è la prima in Italia ad attuare il Decreto Legislativo 65/2017 che innova e rivoluziona i servizi educativi 0-6 anni.
Questa nuova legge, che come prima firmataria ha la Presidente della IX Commissione consiliare Eleonora Mattia, vuole garantire un accesso paritario all’educazione a tutti i bambini senza distinzione di
- genere
- sesso
- etnia
- età
- disabilità
- orientamento religioso
Garantendo pari opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco e contrastando:
- la dispersione scolastica
- la povertà educativa
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La riforma del sistema educazione-istruzione 0-6 anni
Erano decenni che non si vedeva nel Lazio un tale investimento a livello educativo: 10,5 milioni per il 2020, 17 milioni per il 2021 e 21 milioni per il 2022, oltre ai trasferimenti statali. Uno dei principali obiettivi è rendere gratuiti per tutti i nidi, arrivando a raggiungere su tutto il territorio il target europeo del 33%. Come dice la Mattia e si legge su famigliacristiana.it “l’obiettivo è rendere gratuiti i servizi educativi per l’infanzia, anzitutto come risposta ad un diritto universale per tutte le bambine e i bambini; in secondo luogo quale leva per la piena partecipazione delle donne alla vita lavorativa e sociale, perché riteniamo inaccettabile ogni arretramento che pure sotto questo profilo l’emergenza covid ha esasperato”
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Tra i cambiamenti
- L’introduzione di poli educativi 0-6 anni: in ogni nido una quota numerica sarà riservata ai lattanti.
- Fino ai sei anni i piccoli potranno frequentare lo stesso ambiente, senza dover cambiare amicizie
- Novità anche sull’orario: le scuole aprono da un minimo di sei a un massimo di 12 ore, per andare incontro alle famiglie e alle loro necessità.
- Attivazione di nidi e materne presso la propria azienda molto semplificata con agevolazioni finanziarie: i bambini potranno andare a scuola anche il sabato e la domenica, durante le vacanze e di notte, saranno sempre seguiti da educatori professionisti..
- Gli educatori dovranno obbligatoriamente possedere un titolo di studio universitario in Scienze dell’educazione e della formazione.
- Il personale ausiliario addetto ai pasti dovrà essere formato secondo la normativa HACCP
- Il responsabile della cucina deve possedere la qualifica di cuoco se sarà lui a cucinare i pasti.
- A partire dalla fascia 0-3 anni, ci saranno percorsi di avvicinamento:
- alla lettura
- alla lingua inglese
- alla musica
- all’educazione alimentare
- al rispetto dell’ambiente
- Le famiglie potranno fare proposte sul progetto educativo, sul calendario didattico, sui materiali utilizzati, anche quelli ludici
- Ci sarà particolare attenzione all’ ecosostenibilità degli edifici visto i contributi straordinari che saranno dati ai Comuni per realizzare complessi edilizi di nuova concezione:
- rispondenti alle norme antisismiche
- accessibili agli studenti disabili.
- Tra i servizi integrativi, sono stati regolamentati i nidi domestici, comprese le tagesmutter, che possono accogliere fino a un massimo di 5 bambini fra i tre e i trentasei mesi in abitazioni private o in altri contesti di tipo domiciliare.
Come spiega Alessandra Troncarelli, l’assessore alle Politiche sociali, Welfare ed Enti locali “L’approvazione della legge, è frutto di un grande lavoro di concertazione tra parti sociali e rappresentanti di nidi, cooperative e organizzazioni sindacali. L’obiettivo che ci ha guidati in questo percorso è sempre stato di elevare il livello qualitativo dell’offerta educativa, rendendola più aderente alle esigenze odierne delle famiglie e delle donne favorendone la diffusione su tutto il territorio regionale, comprese le zone periferiche”
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Care unimamme cosa ne pensate di questa riforma? Personalmente ne sono molto contenta, era ora che arrivasse una riforma di questo tipo, è un sostegno alle donne nel lavoro ed è un aiuto per le famiglie che stanno affrontando le difficoltà economiche.
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