L’affido familiare che cos’è? Come funziona? Queste sono le domande più frequenti che le famiglie si pongono quando vogliono prendere in affido un bambino.
Spesso si crede, erroneamente, che prendere in affido un bambino o un ragazzo sia una procedura lunga e farraginosa come quella dell’adozione. In realtà le tempistiche sono molto più veloci e l’esperienza dell’affido è bellissima e emozionante. Infatti tale viaggio consente a chi vi si immerge di sentirsi genitori in modo diverso.
Tantissime sono le famiglie in Italia che hanno iniziato le pratiche per accogliere in casa propria i minori che stavano vivendo nelle Comunità. A quanto pare i dati più recenti su quanti ragazzi sono stati dati in affido, al momento, risalgono al 2017 come conferma Filomena Albano, a capo dell’Autorità garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, durante una sua intervista su La Stampa:
“Secondo il report del Ministero, alla fine del 2017 i bambini e i ragazzi in affidamento familiare in Italia erano 14. 219 (dato che non conteggia i minori stranieri non accompagnati); alla stessa data i minori accolti nei servizi residenziali e nelle comunità erano 12. 892: in totale, dunque, 27. 111 tra bambini e ragazzi. Con criticità elevate: la maggioranza dei minori accolti aveva un’età compresa fra 15 e 17 anni, mentre il tempo di permanenza all’interno della famiglia affidataria o della comunità è, ancora una volta nella maggioranza dei casi, elevato e supera i 4 anni, un tempo oltre il quale molti non riescono neppure a rientrare nella famiglia di origine”
Insomma i numeri sono abbastanza confortanti, anche se sarebbe bene capire effettivamente dal 2017 ad oggi come sono andate le cose.
Dunque, dal momento che i dati sono così elevati ne risulta che è molto più semplice prendere in affido un bambino che adottarlo. Inoltre, tutte le famiglie che si sono immerse in questa esperienza, la raccontano come un viaggio meraviglioso e pieno di emozioni che ha permesso loro non solo di conoscere una nuova persona, ma anche di creare nuove dinamiche all’interno della famiglia stessa.
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Quindi è necessario sciogliere alcuni aspetti inerenti a ciò. Anche se ci sono delle novità sull’affido, come già affrontato all’interno di un altro articolo. In ogni caso è bene tenere a mente cosa si può fare e cosa no.
Ad esempio in molti credono che le pratiche per l’affido siano lunghe e difficili come quelle dell’adozione. Nulla di più falso: innazitutto durante l’affido non interviene il Tribunale per i Minorenni, il tutto si svolge con degli incontri di preparazione e conoscenza tra la famiglia e il minore durante i quali verranno fornite tutte le informazioni necessarie.
Altro mito da sfatare fa riferimento allo stato civile di chi prende in affido il ragazzo o bambino. Non è necessario essere sposati, l’unico requisito è la maggiore età. Per il resto si può essere single, divorziati, separati. Anche per quanto riguarda l’età non c’è alcun limite, l’importante è poter assicurare un ambiente sereno e felice al minore.
Inoltre anche se si hanno già figli è possibile prendere in affido altri ragazzi. Anzi, per questi può essere un ottimo modo per inserirsi meglio in famiglia, soprattutto se tra i minori c’è la stessa età.
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Oltre a questo poi c’è chi crede che l’affido funzioni solo per i bambini piccoli, ma in realtà è valido dagli 0 ai 18 anni. Anzi, gli adolescenti costituiscono un numero più cospicuo per l’affido.
Tutte le famiglie poi, dopo aver concluso le pratiche, continuano ad essere seguiti dai servizi sociali che in primo luogo si accertano delle condizioni del minore e poi vengono in aiuto alle famiglie nel caso in cui si presentano delle difficoltà.
Ovviamente l’affido ha un tempo limitato, in quanto è previsto che il bambino o ragazzo possa far rientro nella sua famiglia d’origine e dura tutto il tempo necessario affinché questa dimostri di poter riaccogliere a casa il minore.
Di conseguenza, l’affido è una pratica importantissima che in primo luogo può aiutare tanti ragazzi o bambini in difficoltà e in secondo luogo dà la possibilità a chi intraprende il programma di fare del bene verso il prossimo.
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