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Salute e benessere del neonato

Neonato e meningite, come proteggerlo | I consigli dei pediatri

Published by
valeria bellagamba

Salute del neonato e meningite, come proteggerlo da una malattia pericolosissima. I consigli degli esperti pediatri.

Neonato e meningite, come proteggerlo | I consigli dei pediatri – Universomamma.it (Foto di Peter Oslanec /Unsplash)

Tra le preoccupazioni più angoscianti dei genitori di un neonato c’è quella di proteggerlo dalle malattie infettive che possono nei primi mesi di vita possono avere conseguenze gravissime, con lesioni permanenti o la morte. Malattie come il morbillo o la pertosse possono essere letali in un neonato e quando non uccidono possono lasciare invalidità permanenti. Per questo motivo è fondamentale vaccinare i neonati e rispettare le scadenze del calendario vaccinale, come indicate dal Ministero della Salute, e che vi abbiamo già riportato.

LEGGI ANCHE: SALUTE DEI NEONATI IN ESTATE: FATE ATTENZIONE ALL’IDRATAZIONE | I SINTOMI DA NON SOTTOVALUTARE

Un’altra patologia gravissima e letale per neonati, ma anche bambini più grandi e adolescenti, è la meningite. Contro la meningite da meningococco non è previsto l’obbligo di vaccinazione, che tuttavia è attivamente raccomandata. Il vaccino è obbligatorio, nell’esavalente, solo per l’Haemophilus influenzae di tipo b, un batterio che causa infezioni spesso gravi, soprattutto tra i bambini di età inferiore ai 5 anni, tra cui la meningite, appunto.

Con l’aiuto degli esperti pediatri, scopriamo cos’è la meningite, da cosa è causata, come ci si ammala, quali sono le conseguenze e come si previene.

Neonato e meningite: i consigli dei pediatri

Neonato e meningite, come proteggerlo | I consigli dei pediatri – Universomamma.it (fonte unsplash)

La meningite è generalmente una malattia di natura infettiva che colpisce il sistema nervoso centrale del bambino. Provoca una infiammazione delle meningi, le membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale. Se l’infezione si estende al parenchima cerebrale, si parla più precisamente di meningoencefalite.

Le forme non infettive di meningite sono meno frequenti e causate da farmaci o da neoplasia. Invece, la meningite infettiva può essere causata da virus, batteri e più raramente da funghi o parassiti.

Le meningiti acute che colpiscono bambini e ragazzi in età pediatrica hanno in larga parte una causa infettiva. Tutte le persone possono contrarre la meningite. In età pediatrica, i più colpiti sono di solito i bambini di età inferiore ai quattro anni, in particolare sotto l’anno di vita, e gli adolescenti. Per questo è importate prestare la massima attenzione alla prevenzione della meningite nei neonati.

Gli agenti batterici più frequentemente responsabili di meningite nei neonati sono:

  • Streptococco di gruppo B,
  • Haemophilus influenzae di tipo B;
  • Escherichia Coli,
  • Listeria Monocytogenes.

Invece, nei bambini i batteri maggiormente responsabili della meningite acuta sono:

  • Streptococcus pneumoniae (pneumococco),
  • Neisseria meningitidis (meningococco).

Il meningococco (Neisseria meningitidis) è l’agente batterico più temuto e più pericoloso. Ne esistono diversi sierogruppi: quelli che causano malattia nell’uomo sono A, B, C, Y, W135 e meno frequentemente X. In Italia e in Europa i sierogruppi B e C sono i più frequenti. Il sierogruppo  B colpisce soprattutto i bambini al di sotto dell’anno di età.

Forme di meningite

I virus che più spesso sono causa di meningite sono gli Enterovirus,  l’Herpes simplex, e anche il virus dell’influenza.

La meningite virale, detta anche meningite asettica, è la forma più comune. Solitamente non ha conseguenze gravi e si risolve nell’arco di 7-10 giorni. Invece, la meningite batterica, è meno frequente ma estremamente più grave e può avere anche conseguenze letali. La meningite da funghi o miceti si manifesta soprattutto in persone con deficit della risposta immunitaria e può rappresentare un pericolo per la vita.

Sintomi

I sintomi più comuni della meningite sono:

  • rigidità nucale,
  • febbre,
  • vomito.

Va precisato, tuttavia, che questi sintomi non sono sempre presenti in tutti i casi di meningite. I sintomi di esordio possono essere meno evidenti e cambiano da bambino a bambino, soprattutto nel caso dei neonati, in cui la meningite può essere aspecifica. Per questo la diagnosi è difficile.

Altri segni della meningite possono essere:

  • fotofobia (fastidio alla luce),
  • dolore alle gambe,
  • inappetenza, sonnolenza e irritabilità sopra la norma,
  • mal di testa,
  • alterazione dello stato di coscienza,
  • convulsioni.

Alcuni di questi sintomi sono comuni anche all’influenza, si comprende così quanto sia difficile la diagnosi di meningite. Se si tratta di meningite, tuttavia, i sintomi tendono a peggiorare dopo 2-3 giorni e compaiono nausea e vomito, febbre e pallore, rigidità della nuca e quella all’estensione della gamba.

Nei neonati la meningite può causare anche il rigonfiamento della fontanella bregmatica e può essere presente pianto continuo. Nelle forme di meningite meningococcica possono essere presenti manifestazioni cutanee: rash petecchiale.

Esistono anche forme fulminanti di meningite, con peggioramento in poche ore e seguite purtroppo da morte.

LEGGI ANCHE: IL CALDO AUMENTA I PARTI PREMATURI | UNO STUDIO LO DIMOSTRA

Trasmissione e sviluppo

La meningite si trasmette da persona a persona per via respiratoria, attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni nasali, che possono essere disperse con la tosse, con gli starnuti o mentre si parla. Affinché il contagio avvenga è, comunque, necessario essere a contatto stretto e prolungato con la persona infetta o trovarsi in ambienti molto affollati. La propagazione dell’agente patogeno generalmente non supera il raggio di due metri dalla fonte. L’esposizione agli agenti patogeni non comporta comunque necessariamente lo sviluppo della malattia, perché esistono anche i portatori sani. Una condizione comune per agenti patogeni come meningococco, pneumococco ed emofilo.

Di solito l’infezione origina in un altro punto del corpo, da cui gli agenti patogeni possono raggiungere le meningi attraverso il flusso sanguigno. La meningite può anche rappresentare l’evoluzione di una otite o sinusite o essere causata da un’infezione a livello cerebrale derivata da una frattura del cranio. La presenza del microorganismo nel sangue può provocare sepsi, la risposta infiammatoria eccessiva dell’organismo a un’infezione che danneggia tessuti e organi compromettendone il funzionamento. Senza una cura immediata può provocare la morte.

L’incubazione della meningite può variare a seconda dell’agente causale. Normalmente, il periodo di incubazione della meningite virale va dai 3 ai 6 giorni; per la forma batterica il periodo di incubazione può essere più lungo, dai 2 ai 10 giorni (tempo massimo previsto per la sorveglianza sanitaria). La malattia è contagiosa soltanto durante la fase acuta e nei giorni immediatamente precedenti l’esordio.

Decorso e complicanze

Alcune forme di meningite, soprattutto batteriche, possono causare conseguenze molto gravi, sia riguardo alle complicanze che alla mortalità. Tra queste conseguenze ci sono la sepsi, oppure una risposta infiammatoria sistemica dell’organismo che comporta ipotensionetachicardia, respiro affannoso, febbre e più raramente ipotermia. Complicanze che possono richiedere il ricovero in terapia intensiva.

Complicanze acute vi possono essere la coagulazione intravascolare disseminata e l’emorragia delle ghiandole surrenali, che provocano la sindrome di Waterhouse-Friderichsen, spesso letale. Un aumento della pressione nelle aree di infiammazione delle meningi può causare nei bambini episodi convulsivi. Inoltre, l’infiammazione del tessuto cerebrale può ostacolare il flusso del liquido cerebrospinale, con rischio di idrocefalo.

In presenza di complicanze gravi, chi sopravvive all’evento acuto può sviluppare lesioni permanenti come: deficit dell’udito, della vista, disturbi neurologici o deficit motori.

Nelle forme batteriche, la malattia può richiedere una ospedalizzazione prolungata, controlli medici specialistici periodici e la necessità di una riabilitazione. In alcuni casi possono essere necessari interventi chirurgici invalidanti, come l’amputazione di uno o più arti a seguito della formazione di gangrena causata dalla reazione dell’organismo all’infiammazione.

Appena si riconoscono sintomi sospetti di meningite il neonato va portato immediatamente al Pronto Soccorso più vicino.

Prevenzione

Lo strumento più efficace e sicuro per prevenire la meningite e le sue conseguenze gravi è la vaccinazione.

Il calendario vaccinale, contro i vari tipi di meningite batterica, prevede l’obbligo della vaccinazione contro Haemophilus influenzae di tipo b con il vaccino esavalente, da fare con tre richiami entro il primo anno di vita, dal 3° mese all’11° mese. Anche il vaccino anti-pneumococco, raccomandato, va fatto entro l’anno di vita, con gli stessi tempi dell’esavalente. La vaccinazione anti-meningococco B, anch’essa raccomandata, va somministrata in quattro dosi, il 3° mese, entro il 5° mese, al 6° mese e poi al 13° mese di vita. La vaccinazione anti-meningococco C, sempre raccomandata, va somministrata in una dose tra il 13° e il 15° mese di vita. Tutte queste vaccinazioni sono gratuite.

Ricordiamo che il rischio di meningite e di infezioni batteriche aumenta nei neonati prematuri.

Per ulteriori approfondimenti: Società Italiana di Pediatria e Ministero della Salute.

Neonato e meningite, come proteggerlo | I consigli dei pediatri – Universomamma.it (Adobe Stock)

LEGGI ANCHE: CONTAGIO IN GRAVIDANZA: IL CASO DI UN ALTRO NEONATO  COSA SI È SCOPERTO

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valeria bellagamba

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