Una bambina con la Sindrome di Down protesta perché è stata discriminata.
Sofia è una bambina di 10 anni con la Sindrome di Down che ama cantare e recitare, da grande infatti vorrebbe fare l’attrice. Purtroppo, di recente, qualcuno ha messo un freno alla sua voglia di nuove esperienze.
La piccola si è lamentata di quanto accaduto in un video pubblicato sulla pagina Facebook della mamma, Samantha Meini e su quella dell’associazione italiana persone con la Sindrome di Down – AIPD, dove il filmato ha ricevuto 1165 Like e 827 condivisioni, diventando virale.
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Ecco che cosa è successo: mercoledì scorso, da Latina, dove abita con la sua famiglia, Sofia si è recata presso il Parco Rainbow Magicland di Valmontone, a pochi chilometri da Roma, insieme alla sua amica Giulia. Al momento di fare il biglietto per entrare le è stato detto che alcune giostre le erano vietate, come i tronchi galleggianti o le montagne russe baby che a Sofia piacciono molto.
“In biglietteria mi hanno detto che le bambine avrebbero avuto il biglietto gratuito, per via della loro disabilità e avrebbero indossato un braccialetto verde, corrispondente alla disabilità intellettiva, con il quale sarebbe stato impedito l’accesso ad alcune giostre” ha spiegato l’operatrice AIPD di Latina che ha aggiunto di aver spiegato che le due bambine in questione potevano affrontare le giostre in questione e che non c’era alcuna incapacità fisica per loro. La donna ha parlato anche col Direttore ” perché trovavo quella norma e quel braccialetto uno schiaffo all’inclusione per la quale lavoriamo.”
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Purtroppo non c’è stato niente da fare e le bambine hanno potuto entrare solo con un biglietto normale, regolarmente pagato. Alla scena, però, ha assistito un uomo che stava portando i nipoti al parco, questa persona si è offerta di pagare il biglietto per fare entrare la piccola Sofia. Su Latina Oggi, la mamma di Sofia ha provato a spiegare quanto accaduto. La donna ha detto di essere consapevole delle difficoltà della figlia e di non aver mai cercato sconti per lei. Contemporaneamente però, pagando come gli altri, desidera che Sofia abbia le stesse opportunità. “Il divertimento e lo svago sono un diritto tanto quanto l’istruzione e il lavoro“. La mamma ha intuito che la figlia aveva capito che cosa era successo e ci è rimasta male. Secondo Samantha bisogna superare il pregiudizio secondo cui tutte le persone con disabilità siano uguali e non autosufficienti. Samantha quindi chiede di rivedere le regole del parco perché i braccialetti creano confusione riguardo l’interpretazione. Oltre a Samantha c’è anche un’altra mamma, quella di Mara, che combatte i pregiudizi contro chi ha la Sindrome di Down.
La famiglia di Sofia ha presentato un reclamo formale a cui l’amministratore delegato Guido Zucchi ha risposto prontamente spiegando che i criteri secondo cui una persona può o meno accedere a una delle giostre sono spiegate nei manuali di chi ha fabbricato i giochi e dalla autorizzazioni ricevute dalla Commissione prefettizia provinciale di vigilanza per il pubblico spettacolo.
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“Io non avevo paura di fare le montagne russe, ma la signora ha detto che non potevo farle, perché io sono Down, ma io non sono malata, hai capito, sei matta!” ha detto Sofia nel filmato. Noi speriamo che simili vicende non si ripetano più e che anche nei parchi gioco venga promossa l’inclusione al 100%.
Unimamme, voi cosa ne pensate di quanto successo e riportato su La Stampa? Sapevate che una studentessa con la Sindrome di Down si è laureata in lettere a pieni voti?
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