Gestire i capricci dei bambini: quali sono quelli più frequenti e come affrontarli
I capricci sono assolutamente normali nei bambini. Sarebbe anormale se non ci fossero. Alle volte, però, mettono davvero a dura prova anche i genitori più pazienti. In alcuni casi è davvero difficile capire cosa vogliano i bambini e come risolvere una situazione critica, che potrebbe sfociare in una vera e propria crisi di rabbia, con pianto e urla.
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È il momento più temuto da tanti genitori e spesso si manifesta in situazioni delicate, come durante una visita medica, in viaggio, in casa di altre persone, quando si deve uscire di casa di corsa, ad esempio per andare a scuola. I bambini sono capaci di piantare delle vere e proprie grane che mettono in difficoltà i genitori. Per superare queste situazioni è bene capire come nascono, quali sono i capricci più frequenti nei bambini e come gestirli. Grazie all’aiuto degli esperti.
Capricci dei bambini più frequenti, come affrontarli
I bambini iniziano a fare i capricci intorno a un anno e mezzo o due anni di età. In questa fase della loro vita, infatti, sono più consapevoli di sé stessi e fare i capricci, dire di no ai genitori di fronte a qualunque richiesta è anche un modo per affermare la loro personalità. Con i capricci i bambini mostrano anche il loro bisogno di esprimersi. In questa fase può capitare che i bambini reagiscano male e in modo immotivato a situazioni dalle quali non erano infastiditi fino a quel momento. può capitare che rifiutino anche ciò che a loro piace o che piangano e si disperino per un nonnulla.
Quando i bambini hanno intorno ai due anni di età, molti genitori dicono che sono entrati nella “fase dei no”, perché rispondono “no” a tutto. È appunto il loro modo per affermare sé stessi. Magari non è un vero “no”, ma un “no” che vuole attirare l’attenzione da parte dei genitori. I capricci di questo tipo continuano fino ai tre anni di età.
I bambini potrebbero rifiutarsi di fare quello che hanno fatto a quel momento: non voler andare a dormire alla sera, non volere stare seduti sul seggiolone o non volere sedersi a tavola con gli altri. Potrebbero pretendere di avere i giochi degli altri bambini e piangere in modo disperato di fronte a un qualsiasi rifiuto anche minimo parte dei genitori. Questi sono, in genere, i capricci più frequenti nei bambini più piccoli.
I bambini sopra i tre anni di età potrebbero rifiutare il cibo, insistere a voler stare davanti alla tv fino a tardi alla sera oppure rifiutarsi di andare all’asilo o a scuola alla mattina.
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In questi casi, i genitori devono cercare di mantenere la calma e non alzare la voce. Mamma e papà non devono assolutamente urlare ma mantenere un tono di voce fermo e deciso. Solo così si può comunicare ai bambini quello che è meglio per loro in quel momento ed essere convincenti. Non bisogna cedere ai ricatti morali che possono usare contro i genitori. I bambini sono dei grandi osservatori e imparano a conoscere con facilità i punti deboli degli adulti con cui vivono o frequentano abitualmente: i genitori, certo, ma i nonni e gli zii. I bambini ricorrono spesso ai ricatti morali per ottenere ciò che vogliono.
Quando i bambini si comportano correttamente è giusto riconoscerlo, dire che sono stati bravi e anche premiarli se è il caso. Attenzione, però, a non esagerare perché altrimenti il riconoscimento perde valore e il bambino viene viziato.
Infine, ricordiamo che i momenti di nervosismo e rabbia possono capitare a tutti, anche ai bambini. I genitori, essendo degli adulti, devono intervenire per contenere la rabbia ma non per reprimerla, come abbiamo già spiegato in un altro articolo. I genitori devono insegnare ai bambini che la rabbia è un sentimento comune e che devono imparare ad accettarla, esprimendola in modo positivo. Anche con i capricci, i genitori devono intervenire per calmare i bambini, chiedere cos’hanno, qual è il problema, quale è il motivo del loro disagio e perché insistono nel vole fare o non fare qualcosa. In questo modo i bambini possono imparare a gestire le emozioni negative.
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