Con l’arrivo di un neonato si possono innescare nella coppia alcune dinamiche che portano alla separazione, che è sempre molto dolorosa, sia per gli adulti che per i bambini.
Molte persone pensano che i figli siano un collante per la coppia e che se si è in crisi magari un figlio possa aiutare a riavvicinarsi. Niente di più sbagliato, se esistono dei problemi in una coppia, l’arrivo di un neonato non li cancellerà anzi è probabile che possa acuirli. L’arrivo di un neonato è sempre una gioia per i neogenitori ma porta inevitabilmente alla rottura dell’equilibrio della coppia che diventa famiglia e che deve quindi trovare un nuovo equilibrio. Purtroppo non sempre ci si riesce, o perché sorgono nuovi problemi oppure perché problemi preesistenti si ripresentano. Questo porta ad una separazione dolorosa sia per gli adulti che per i bambini.
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La dottoressa Paola Volpintesta ha affrontato questo argomento in un’intervista con giovanigenitori
A che sei un figlio è stato cercato dalla coppia nel momento in cui arriva implica un passaggio da una relazione a due ad una relazione a tre “i genitori sono chiamati a creare uno spazio fisico, emotivo e mentale per il nuovo arrivato“ spiega la dottoressa Volpintesta. L’arrivo di un bambino però trasforma una coppia anche a livello pratico alterando le dinamiche familiari e il ritmo sonno-veglia presente. Un’altra cosa che accade è che spesso genitori si confrontano con i loro genitori, un confronto che porta l’individuo e anche la coppia ad evolversi passando anche da fasi regressive. “Diventando genitori Ci siamo di essere figli e dobbiamo fare i conti con le figure genitoriali che abbiamo interiorizzato”. Da questo confronto il neogenitore sceglierà se seguire il modello originale oppure discostarsene.
Con l’arrivo del figlio spesso si innescano alcune dinamiche, per trovare un nuovo equilibrio è importante la comunicazione, confrontarsi e non dimenticarsi di essere una coppia cosa che spesso invece capita. Tra le dinamiche più classiche che si vengono ad innescare ci sono:
È molto importante che entrambi i neogenitori si sentano parte integrante di questa nuova famiglia, e che imparino a prendersi cura insieme del figlio. Proprio per questo nei corsi preparto vengono invitati anche i partner a partecipare.
Quando il rapporto tra i neogenitori è teso spesso si decide di fare terapia di coppia “dove spesso si assiste a un rivangare vecchie discussioni mai elaborate“. In questo caso meglio affrontare i problemi del passato per poter vivere il presente altrimenti si rischia di vivere nel passato e far vivere nel passato anche il bambino in mezzo a discussioni di coppia.
La terapia di coppia può fare molto quando l’arrivo di un bambino rompe l’equilibrio della coppia ed emergono questi conflitti ma deve essere la coppia a intraprendere questo percorso, a sentirsi pronta, perché si tratta di un viaggio dentro di noi. Non sempre la terapia di coppia porta però a alla ricostituzione della coppia del resto non è detto che sia questo l’esito più giusto da raggiungere. Quello che è importante è che la terapia porti l’individuo ad evolversi e che questa evoluzione possa migliorare poi il rapporto di coppia. Se questo non dovesse accadere non sarebbe male riuscire quantomeno a separarsi in modo sano.
La separazione è sempre un evento traumatico sia per le adulti che per i bambini ma mentre gli adulti sono attivi e possono rivolgersi per farsi aiutare ad altri adulti, un avvocato, uno psicoterapeuta, il bambino non può farlo e subisce passivamente la scelta dei genitori.
Nonostante lo stato emotivo burrascoso di questi eventi i neogenitori in questa fase devono stare molto attenti al modo in cui comunicano con il bambino. Questo non significa non esprimere le proprie mozioni, che i bambini comunque sentono in modo “sbalorditivo e autentico”. I genitori devono essere in grado di comunicare senza dare addosso l’uno all’altro e colpevolizzarsi a vicenda. Dovrebbero rassicurare il proprio bambino in modo che egli “apprezzerà l’onestà capirà chiaramente cosa sta succedendo e capirà che le emozioni sono vivibili e comunicabili “
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I bambini non hanno la stessa facilità nostra nell’esprimere le loro paure e i loro dubbi proprio per questo è importante che i genitori li osservino e si mettano nei loro panni rispondendo con chiarezza e onestà alle loro domande, senza ambiguità, in base alla loro età.
Come dice la dottoressa Volpintesta una frase che si può usare in questi casi potrebbe essere “mamma e papà non stanno più insieme ma questo non cambia il nostro amore per te” e poi parlare del cambio di abitazione eventuale e rassicurare il bambino che nonostante non si viva più insieme ci si continuerà a vedere e a volersi bene. Questo vale anche per i nonni che continueranno a vederlo.
Purtroppo spesso con una separazione i figli si sentono spaventati e confusi talvolta responsabili di quello che è accaduto, soprattutto se sono piccoli e stanno attraversando la fase egocentrica. In questo caso pensano che con il loro comportamento da bravi bambini potranno far tornare insieme i genitori. È una fantasia comune da non temere, l’ importante è che i genitori non alimentino questa fantasia mandando dei messaggi ambigui.
I bambini infatti hanno bisogno di certezze bisogna innanzitutto rispettare il più possibile le loro abitudini loro orari schemi di vita. È importante che i coniugi siano profondamente consapevoli del fatto che dai figli non si può divorziare e siano sempre presenti con loro e continuino ad essere dei genitori responsabili per sempre. Altra cosa importante non escludere l’altro genitore della vita dei figli è sempre meglio infatti un affidamento congiunto.
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Care unimamme cosa ne pensate di quanto deto dalla dottoressa Volpintesta? Personalmente mi ritrovo molto in tutto quello che dice. Probabilmente con un aiuto esterno per me e il mio campagno sarebbe stato più facile ritrovarci dopo l’arrivo dei figli.
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