Quando il bambino è in fase di svezzamento e si rifiuta di mangiare, le mamme entrano in crisi, mentre è importante rimanere calmi e avere pazienza. Ecco cosa fare se il bambino non mangia
Quando il bambino si rifiuta di mangiare le mamme entrano in crisi. È importante rimanere calmi e avere pazienza perché lo svezzamento è un momento di passaggio per i bambini ed è importante scegliere il momento giusto: alcuni bambini vivono questa fase con ostilità perché comporta un distacco dalla mamma al quale ancora non sono pronti. Alcuni consigli su cosa fare se il bambino non mangia.
Come si legge sul sito del Bambin Gesu, “Lo svezzamento invece è un momento delicato perché il bambino fa conoscenza con molti cibi nuovi e sente mettere in crisi il rapporto con la mamma creato in precedenza. Molto spesso i bambini, manifestando attraverso il rifuto la propria paura verso il nuovo, si riassicurano quel legame,“spiega la dottoressa Valeria Zanna dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile.
Cosa fare se il bambino non mangia
Mamma e papà devono sostenere in questa fase il loro bambino trasmettendogli fiducia nel mondo. Come scrive il sitoUppa: inizialmente avviene un cambio di posto per il bambino, dall’abbraccio caldo della madre al seggiolone: dal piacere di essere accolto in intimità dalla sua mamma allo stare seduto a tavola che propone al bimbo l’ingresso ad una convivialità.
In questi casi sta a chi si prende cura di lui avere pazienza perchè può manfestare rabbia e talvolta rifiuto a masticare. Anche la mamma affronta un cambiamento, ora che non lo allatta più .
In questo caso forse la cosa migliore da fare è non abbandonare definitivamente l’allattamento e riprovare più tardi se bambino non mostra interesse per il cibo non è assolutamente un problema ritardare l’inizio dello svezzamento.
Un’altra cosa che si può fare è provare a cambiare la pappa proposta: forse il pupo non vuole la pappa tradizionale ma quello che c’è nel vostro piatto e autosvezzarsi. O viceversa può capitare che dei bambini che si alimentano in modo completo per giorni, poi rifiutino i nuovi cibi: anche in questo caso non li forziamo ed aspettiamo qualche giorno per riprovare, anche perché a volte basta proporre il cibo più volte per invogliarli ad assaggiarlo.
Se il bambino comunque non mostra una grande voglia di mangiare dobbiamo fidarci della sua capacità di autoregolarsi, i bambini non hanno bisogno di mangiare troppo quindi se è attivo, sta bene e ha una buona crescita, inutile forzarlo significa che si sa auto regolare. Di solito un bambino sano se ha fame mangia se non mangia significa che non ha fame e spesso sono i genitori che hanno delle aspettative troppo alte rispetto a quanto dovrebbe mangiare.
I bambini bisogna incoraggiarli in questa fase a toccare, e assaggiare il cibo, questo li aiuterà a sviluppare la loro autonomia.
E’ molto importante non promettergli dei premi o delle punizioni, basta riproporgli più volte il cibo senza spazientirci: rispondere con l’imposizione o con il rifiuto alla fatica che lui sta facendo per adattarsi a questo nuovo modo di alimentarsi, può talvolta creare un circolo vizioso e controproducente che rende tutto più difficile
L’insistenza genera maggiore resistenza: alleggeriamo la situazione perchè spesso i “no” dei bambini sono proporzionati alle nostre imposizioni
Educare alla convivialità: stare a tavola ha per noi un valore culturale e significa convivialità oltre che esplorazione,odori, colori, profumi, suoni e sapori nuovi e sarebbe bello che non perdesse questo significato profondo. Quindi rispettiamo “i suoi si e i suoi no”, sforzandoci di capirlo e incoraggiamolo in questa fase di esplorazione.
E se non mangia non ci spaventiamo, è normale, può accadere. Comunque bisogna tenere conto che il bambino sta continuando a prendere il latte che è in grado di sopperire alle pappe saltate, non sopravvalutiamo la loro importanza nutritiva. Nei primi pasti concentriamo di più sul piano dell’educazione e della relazione con il nostro bambino che non su quello di nutritivo, accettiamo i suoi ritmi lenti, evitiamo di comunicargli ansia e trasformiamo il pasto in un esperienza piacevole e allegra.
Care unimamme cosa ne pensate di questi consigli. Personalmente mi avrebbe fatto molto comodo leggerli a suo tempo: avrei evitato di impuntarmi cosi tanto con il mio primogenito per farlo mangiare.
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