Un farmaco antiepilettico della Sanofi è finito sotto accusa per danni gravissimi a feti e neonati.
Malformazioni ai feti che hanno costretto all’aborto terapeutico o gravi conseguenze neurologiche per i neonati. Sono le accuse gravissime a un farmaco antiepilettico prodotto dall’azienda farmaceutica francese Sanofi, finita sotto inchiesta in Francia. Il farmaco è conosciuto in Italia con il nome Depakin.
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Le indagini erano partite nel 2016, ora nei confronti della casa farmaceutica è stata formulata l’ipotesi di reato di “omicidio colposo“. Ecco cosa è successo.
Il colosso francese farmaceutico Sanofi è finito al centro di una grave vicenda giudiziaria a causa di un suo farmaco antiepilettico a base di sodio valproato e acido valproico, che in Italia è venduto con il nome commerciale è Depakin. Il farmaco è utilizzato per la cura dell’epilessia ma anche nel trattamento della depressione bipolare. Chi lo prende, dunque, non può farne a meno. Secondo le accuse mosse all’azienda dalla denuncia di 42 famiglie francesi, il farmaco assunto dalle donne durante la gravidanza per la cura dell’epilessia causerebbe danni gravissimi ai feti e ai neonati.
Il farmaco avrebbe costretto diverse donne all’aborto terapeutico a causa delle gravi malformazioni fisiche dei feti, nel 10% dei casi, mentre il 40% dei neonati di donne che avevano assunto i farmaco in gravidanza presenterebbe gravi disturbi dello sviluppo neurologico. Le madri e le famiglie di questi bambini accusano Sanofi di aver commercializzato un farmaco pericoloso per la gestazione senza alcun avvertimento, ma è finita sotto accusa anche l’Agenzia del farmaco francese per aver tardato a comunicare le informazioni sui gravissimi effetti del farmaco se assunto durante la gravidanza.
Le famiglie dei bambini colpiti si sono costituite in comitato, Apesac (Aide aux parents d’enfants souffrant du syndrome de l’anticonvulsivant), e hanno denunciato Sanofi alla magistratura. Le ipotesi di reato iniziali verso l’azienda farmaceutica erano la truffa aggravata e le lesioni involontarie, causate dalla commercializzazione del farmaco senza avvertenze.
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Ora, dopo quattro anni, è arrivata la svolta: la Procura che indaga sul caso ha formulato un’ulteriore ipotesi di reato a carico dell’azienda, quella di omicidio colposo, accogliendo la richiesta presentata lo scorso febbraio dalle famiglie colpite. La vicenda giudiziaria dunque si aggrava e il processo contro l’azienda farmaceutica potrebbe avere delle conseguenze clamorose. Qualcuno ha cominciato già a fare il paragone con il noto caso del Talidomide, uno dei più grandi scandali farmaceutici della storia, un farmaco che provocò la nascita di migliaia di bambini gravemente malformati perché la sua assunzione non solo non era stata vietata ma era stata addirittura consigliata in gravidanza.
Le famiglie francesi che hanno intentato causa contro Sanofi vogliono essere risarcite per poter curare i loro bambini e chiedono un atto di responsabilità e una prova di etica all’azienda farmaceutica. Nel frattempo, tre famiglie sono state indennizzate dallo Stato con somme che vanno dai 20 mila ai 175 mila euro, poiché è stata riconosciuta la responsabilità anche dell’Agenzia nazionale del farmaco per aver tardato la comunicazione delle informazioni sui rischi e sugli effetti collaterali gravissimi del farmaco.
La notizia è stata riportata dal Corriere della Sera.
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