Parto naturale dopo cesareo: quando è possibile e quali sono i rischi?

Dopo il cesareo è possibile effettuare un parto naturale? Scopriamo cosa dicono gli esperti e quali sono i rischi a cui si può andare incontro.

Parto cesareo (fonte unsplash)
Parto cesareo (fonte unsplash)

Nella concezione comune è impossibile effettuare un parto naturale dopo aver avuto un cesareo. In realtà non è proprio così. Infatti è sempre più chiaro che dopo un cesareo è possibile partorire naturalmente, ma ovviamente bisogna capire quando è possibile farlo e soprattutto quali sono i rischi a cui si va incontro.

Alcune donne spesso scelgono di partorire con il cesareo per evitare di soffrire troppo, ma dopo averlo fatto alcune di queste si pentono e vorrebbero provare l’esperienza del parto naturale che, con i giusti accorgimenti e in base a ciò che dice il proprio ginecologo, si può fare. Questa pratica viene chiamata comunemente VBCA dall’acronimo inglese che sta per Vaginal Birth after Casarean. In base alle statistiche partorire naturalmente dopo un cesareo è molto più comune di quello che sembra e la percentuale avvenuta con successo si aggira intorno al 60-80% dei casi.

A dettare le regole su questa pratica è l’Istituto superiore di sanità che, nel caso in cui non ci siano controindicazioni, ritiene che la possibilità di far un VBCA debba essere offerta a tutte le donne. Ovviamente questo non significa che tutte le quasi mamme che hanno avuto in precedenza un cesareo poi riescano a partorire naturalmente. Il corpo di ogni donna è diverso e reagisce a questo grande sforzo in modo totalmente differente, quindi è bene sempre far riferimento al proprio medico.

Parto naturale dopo cesareo: che rischi si incontrano?

Donna che sta per partorire (fonte unsplash)
Donna che sta per partorire (fonte unsplash)

Dunque, in base alle linee guida fornite dall’Istituto superiore di sanità a tutte le donne è concesso il travaglio di prova che in inglese si chiama TOL – trial of labor.

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Il VBCA, in ogni caso, va sempre visto come un tentativo, perché non tutte le donne poi riescono a portarlo a termine. Secondo gli studi forniti, 3-4 donne su 5 concludono l’esperienza del parto naturale, dopo il cesareo, in modo positivo.

Ma quali sono i rischi e le complicazioni a cui si va incontro?

Il più grande rischio che si può dover affrontare in un caso del genere è la rottura dell’utero nel punto della cicatrice dove era stato effettuato il cesareo. In un vecchio articolo vi avevamo raccontato l’esperienza di una donna che aveva vissuto la rottura uterina. In quella zona il tessuto è estremamente delicato e potrebbe non resistere agli sforzi dovuti dalle spinte. Nel caso in cui si dovesse verificare una cosa del genere bisogna agire d’emergenza con trasfusioni e nelle situazioni più gravi con l’asportazione dell’utero.

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Questo è una delle complicazioni più gravi a cui si può andare incontro e comunque rimane la difficoltà più elevata. Allo stesso tempo però anche il cesareo può comportare dei rischi se effettuato più di una volta. Sempre in un altro articolo avevamo già affrontato i rischi che una mamma deve tenere in conto con il parto cesareo. E ad esempio uno dei rischi del cesareo per le gravidanze successive è la placenta previa – cioè l’impianto della placenta in corrispondenza dell’orefizio uterino interno, con conseguente sanguinamento vaginale non doloroso.

Quindi prendere questa decisione è davvero importante e soprattutto bisogna tenere conto delle gravidanze precedenti.

Il VBCA non si può assolutamente praticare in alcuni casi come. quando si ha la placenta previa o quando il bambino è in posizione podalica. A questi si aggiungono anche altri casi:

  • se in passato ci sono stati due o più cesarei,
  • se già ci sono state delle rotture uterine,
  • se ci sono stati degli interventi nell’utero che hanno lasciato cicatrici longitudinali o a forma di T

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Di conseguenza prima di prendere una decisione di questo tipo è bene consigliarsi con il proprio medico, documentarsi in modo dettagliato e cosa più importante scegliere una struttura che possa fornire l’assistenza adeguata nel caso si voglia procedere con la VBCA.

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E voi Unimamme avete mai fatto una VBCA?

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