L’autosvezzamento cos’è e come funziona: il punto di vista di un pediatra
Il momento dello svezzamento è per tutte le mamme e i loro neonati un momento complesso: il loro rapporto cambia totalmente e devono iniziare la fase del distacco. Inoltre ora il cibo non lo prende il neonato quando e quanto vuole ma è la mamma che lo deve imboccare e non sempre riesce a rispettare i suoi tempi. Più di un pediatra ora consiglia di lasciare che i bambini si alimentino da soli con un autosvezzamento: i bambini sono in grado di passare da soli gradualmente dall’allattamento ad un’alimentazione solida.
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Secondo Lucio Piermarini pediatra di Uppa, a volte i pediatri raccomandano qualcosa non sulla base di studi scientifiche ma su antiche semplici opinioni di qualche autorevole professore che si sono poi consolidate nel tempo. A suo dire lo svezzamento precoce è nato circa mezzo secolo fa con “il progressivo abbandono dell’allattamento al seno nella convinzione senza alcuna prova che latte materno dopo 2-3 mesi di vita non fosse più un’ alimentazione adeguata al bambino e alla sua crescita e quindi che andasse integrato con altri alimenti“. Così si è passati da un’alimentazione con svezzamento tardivo affidato alle famiglie ad uno svezzamento precoce trovandosi di fronte però l’apparato digerente del bambino ancora immaturo, così si cominciarono a dare ai bambini degli alimenti più digeribili e confezionato in maniera sterile visto che anche il sistema immunitario era immaturo. Anche gli alimenti vengono inseriti gradualmente.
Questi cambiamenti vennero fatti senza sapere se avrebbero avuto delle conseguenze visto che non esistevano degli studi scientifici a riguardo. Poi con gli anni si scoprì che portavano ad infezioni intestinali allergie e all’obesità così l’Organizzazione mondiale della sanità cominciò a spingere per un percorso opposto, fino ad arrivare ai giorni nostri che raccomanda di proseguire l’allattamento esclusivo al seno fino ai sei mesi.
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A sei mesi però un bambino ha un apparato di girante sufficientemente maturo per poter mangiare e digerire alimenti preparati da noi senza doverli sterilizzare, inoltre sta seduto da solo e impara anche a mangiare da solo senza alcuna difficoltà: accetta il cucchiaio e deglutisce senza rischi di soffocamento quando vede il piatto dei genitori mostra interesse per il loro cibo.
Secondo il Lucio Piermarini bisogna lasciare che il bambino si svezzi da solo. Quando chiede di assaggiare quello che mangiamo anche noi dobbiamo farglielo assaggiare senza timore, sarà così che si “autosvezzerà” adeguandosi ai tempi e al cibo che si mangia in famiglia. Per questo è importante che i genitori mangino in modo sano e che diano il buon esempio così da evitare di dover cucinare due volte e che una volta cresciuto il bambino mangiando come i genitori prenda cattive abitudini.
Possiamo chiamarlo “autosvezzamento” è gratificante per il bambino economico per i genitori e più sano di tutte quelle pappine industriali che vengono propinate di solito.
Bisogna ricordare che per l’Organizzazione mondiale della sanità i sei mesi di vita sono il limite minimo che i bambini devono superare per poter iniziare lo svezzamento ma da quel momento in poi sarà lui a decidere quando iniziare. Intanto conviene continuare ad allattare anche se le poppate vicino ai pasti possono essere gradualmente ridotte fino a scomparire.
In un’altro articolo “L’autosvezzamento non pone maggiori rischi per i bambini a 3 condizioni“abbiamo parlato di uno studio, di cui si parla su Pediatrics, che ha dimostrato che i piccoli che si autosvezzano non corrono maggiori rischi di soffocare. Inoltre il professor Porto, gastroenterologo pediatrico a Yale, che non ha partecipato allo studio ha aggiunto che i genitori dovrebbero considerare gli elementi nutrienti nel cibo che stanno offrendo. Solitamente dopo i 6 mesi minimi di allattamento al seno i pediatri consigliano cibo ricco di minerali come il ferro.
Come abbiamo già chiarito nell’articolo “Autosvezzamento: le regole per insegnare ai bambini a mangiare da soli” dato che un bambino a 6-7 mesi non ha ancora sviluppato la presa a pinza e quindi non sa ancora regolarsi è importante che i cibi siano morbidi, ma non troppo. Inoltre devono essere sufficientemente lunghi da essere afferrati con il pugnetto e avere un’estremità che si può mettere in bocca, altrimenti il bimbo non riuscirà a mangiare.
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Care unimamme cosa ne pensate dell’ autosvezzamento? Personalmente lo trovo abbastanza giusto visto la mia esperienza. Il mio primogenito ha odiato le pappine e solo quando ho cominciato a dargli cibo nostro gli è aumentato l’appetito. Il secondogenito non ha aspettato affatto visto che da sotto il tavolo ha subito allungato la manina per rubare dai nostri piatti.
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