Emergenza Coronavirus: sono elevati i rischi di contagio dai bambini asintomatici. L’allarme da uno studio americano.
Torna ancora la questione dei rischi di contagio da Coronavirus da parte dei bambini. Un tema su cui gli scienziati dibattono da mesi per stabilire l’opportunità della riapertura delle scuole e le modalità con cui questa dovrà avvenire. Secondo alcuni studi i bambini sono poco infettivi, si contagiano raramente, sviluppando pochi sintomi o nessun sintomo, e altrettanto raramente contagiano gli altri, soprattutto gli adulti, che sono più a rischio per le conseguenze del Covid-19. Invece, secondo altri studi i bambini sono contagiosi tanto quanto gli adulti, soprattutto i bambini sotto i 5 anni, e la loro trasmissione del virus rischia di essere sottovalutata.
Chi ha ragione? Probabilmente ciascuno studio nel suo campo di indagine. Sul nuovo Coronavirus Sars-CoV-2 non sappiamo ancora abbastanza e le scoperte sono progressive. Molto dipende dalle singole situazioni e dai singoli casi osservati, così come dalla diffusione del virus in ciascun Paese. C’è chi ha anche fatto notare che finora la scarsa contagiosità da parte dei bambini è stata determinata soprattutto dal fatto che nei mesi scorsi i bambini sono stati per lo più chiusi in casa. Le scuole, infatti, hanno chiuso prima che il virus si diffondesse su larga scala. Allo stesso tempo, però, i bambini non possono stare lontani da scuola per altri mesi. La didattica e l’insegnamento in presenza devono riprendere, sia per necessità di apprendimento sia per la socialità tra studenti.
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Alcuni Paesi hanno già riaperto le scuole, anche prima dell’estate, e si sono regolati tra aperture e chiusure a seconda di dove si manifestavano i nuovi focolai. Probabilmente sarà così anche in Italia, una ripresa della scuola tra “stop and go“: riaperture e chiusure locali e temporanee dove si manifestano nuovi contagi.
Nel frattempo è uscito un nuovo studio, condotto negli Stati Uniti, in cui si mette in guardia dai “contagi silenziosi” dei bambini. Ecco di cosa si tratta.
Coronavirus: elevati rischi di contagio da bambini asintomatici
Secondo un nuovo studio condotto negli Stati Uniti dai ricercatori del Massachusetts General Hospital, tra cui il pediatra italiano Alessio Fasano, i bambini possono avere una carica virale molto elevata del coronavirus Sars-CoV-2 ed essere molto contagiosi già nei primi giorni di infezione.
Una circostanza questa che suscita un certo allarme tra gli studiosi, in particolare in vista dei rischi per la riapertura delle scuole e che mette in discussione diversi altri studi che hanno sostenuto il contrario. Come quello di due pediatri americani, Benjamin Lee e William V. Raszka, che sostenevano sulla base di altri studi che i“bambini hanno meno probabilità di essere infettati e sembrano meno infettivi”, pertanto avevano sollecitato il loro rientro a scuola dopo l’estate.
Ora, invece, secondo i ricercatori del Massachusetts General Hospital i bambini possono essere “diffusori silenziosi del nuovo coroanvirus“, in quanto asintomatici. Solitamente non sviluppano i sintomi della malattia Covid-19 oppure solo pochi e leggeri sintomi e quando si ammalano è molto raro che avvenga gravemente, sebbene non manchino i casi. Tuttavia, possono essere contagiosi tanto quanto gli adulti e in alcuni casi perfino di più.
I ricercatori, infatti, sono rimasti sorpresi nello scoprire che fin dai primi giorni dell’infezione la carica virale nei bambini può essere addirittura superiore a quella degli adulti ricoverati in terapia intensiva. Come riporta l’agenzia Ansa, citando lo studio. Una scoperta che ha dello sconvolgente e che mette fortemente in discussione molte delle precedenti conclusioni a cui erano giunti nei mesi scorsi diversi ricercatori riguardo all’infezione del nuovo Coronavirus nei bambini e alla loro contagiosità.
Lo studio del Massachusetts General Hospital è stato condotto su un campione di 192 tra bambini e ragazzi da zero a 22 anni di età che erano stati ricoverati presso lo stesso ospedale. Si tratterebbe dello studio più completo condotto finora sulle infezioni da Covid-19 in ambito pediatrico, appena pubblicato sulla rivista Journal of Pediatrics. Se i risultati raggiunti fossero ulteriormente confermati verrebbero meno tutte le conclusioni emerse finora dagli studi che affermavano la bassa contagiosità dei bambini e dunque la sicurezza della riapertura delle scuole, senza troppi rischi per insegnanti e personale scolastico, i più esposti ad eventuali conseguenze gravi del Covid-19.
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I risultati dei tamponi e delle analisi del sangue su bambini e ragazzi del nuovo studio hanno sorpreso gli stessi ricercatori. La pneumologa pediatrica Lael Yonker, che ha guidato lo studio, ha affermato di essere “rimasta sorpresa dagli alti livelli del virus che abbiamo trovato in bambini di ogni età, soprattutto nei primi due giorni di infezione“. La studiosa ha ammesso di non aspettarsi una carica virale così nei bambini, anche asintomatici e apparentemente sani. Nei pazienti adulti gravi ricoverati in ospedale la carica virale è più bassa, ha spiegato la ricercatrice.
“I nostri risultati mostrano che i bambini non sono protetti contro il virus. Non dovremmo ignorarli in quanto potenziali diffusori del virus”, ha affermato Alessio Fasano, spiegando che nei mesi precedenti sono stati testati soprattutto soggetti sintomatici. Una circostanza che ha portato “all’errata conclusione che la maggior parte degli infetti fossero adulti”.
Sulla riapertura delle scuole, i ricercatori del Massachusetts General Hospital raccomandano prudenza e l’uso scrupoloso di tutte le precauzioni necessarie. In mancanza delle misure di prevenzione, con la riapertura delle scuole i bambini potrebbero avere un ruolo determinante nella diffusione del virus.
Le misure necessarie per scongiurare una ripresa della pandemia a seguito della riapertura delle scuole, sono quelle fondamentali: distanziamento, igiene delle mani e uso della mascherina. Gli studenti vanno sottoposti a continui screening. Il semplice controllo di febbre e sintomi non è sufficiente. Se necessario, i ricercatori propongono anche di alternare didattica online a quella in presenza. Rimane il problema di come attuare queste misure nelle scuole italiane, in particolare il distanziamento. Le discussioni continuano anche a pochi giorni dalla riapertura delle scuole in Italia, da metà settembre. Con tante incertezze e polemiche.
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Che ne pensate unimamme di questi casi?
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