Le regole su Coronavirus e rientro a scuola: le linee guida per la gestione dei contagi. Cosa bisogna sapere.
Mancano davvero poche settimane alla riapertura delle scuole in Italia, con l’inizio delle le lezioni del nuovo anno scolastico 2020/2021 previsto per il 14 settembre. Mentre fervono i preparativi dell’ultima ora, tra banchi distanziati e incognita mascherine a lezione, la curva dei contagi del nuovo Coronavirus ha ripreso a salire in Italia nelle ultime settimane in Italia. Un nuovo aumento dei contagi, comune a tutta Europa ma con i numeri più bassi in Italia, dovuto alla ripresa dei viaggi e delle vacanze verso l’estero e a un rilassamento nei comportamenti di tutti i giorni. Una reazione comprensibile dopo i duri mesi del lockdown e delle restrizioni. Molte persone hanno smesso di indossare la mascherina nei luoghi affollati, sono tornati gli assembramenti nei luoghi di vacanza e anche il distanziamento fisico si è ridotto.
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I nuovi contagi di Covid-19 riguardano soprattutto i giovani di rientro dalle località di vacanza o che hanno frequentato locali pubblici, discoteche e feste. La ripresa della curva epidemica potrebbe mettere in pericolo la riapertura delle scuole, se i nuovi casi dovessero aumentare in modo esponenziale, per questo motivo il governo ha chiuso le discoteche e i locali da ballo e ha lanciato nuovi avvisi alla prudenza, rivolti in particolare ai ragazzi.
Ora stabilita la riapertura delle scuole dal 1° settembre, con le prime riunioni degli insegnanti, il lavoro sul calendario scolastico e la preparazione della didattica, le lezioni dovrebbero cominciare ufficialmente il 14 settembre, secondo l’ordinanza firmata dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. Cosa succederà in caso di contagi? Il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) hanno pubblicato le prime indicazioni operative sulla gestione di casi di Covid-19 e focolai nelle scuole. Ecco di cosa si tratta.
Coronavirus e rientro a scuola: le linee guida in Italia
Finalmente, dopo mesi di chiusura e lezioni a distanza tramite computer, dalla metà di settembre gli studenti italiani possono tornare sui banchi di scuola, per le lezioni in presenza con gli insegnanti e per stare insieme ai loro compagni. Come pediatri e psicologi infantili vanno ripetendo da mesi, è indispensabile il ritorno a scuola per bambini e ragazzi. Ma come ci si deve comportare in caso i contagi o dello scoppio di un focolaio nelle scuole?
In attesa che vengano definite con maggiore precisione le misure di sicurezza sulla riapertura delle scuole, lo svolgimento delle lezioni e la gestione degli spazi comuni, il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di sanità hanno pubblicato le “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia” con la circolare del 21 agosto.
Il documento inizia con alcune indicazioni generali sull’organizzazione delle scuole, che vanno preparate agli eventuali rischi di diffusione del contagio, e il suo obiettivo è fornire un supporto operativo per la gestione dei casi di bambini con segni/sintomi da Covid-19.
Per prima cosa, le scuole devono indicare un referente scolastico per il Covid-19 che si a già adeguatamente formato, Poi, è necessario tenere un registro degli eventuali contatti tra alunni e/o personale di classi diverse, richiedendo la collaborazione dei genitori per misurare ogni giorno la temperatura del bambino e segnalare eventuali assenze per motivi di salute riconducibili al Covid-19.
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Il documento con le indicazioni per la gestione dei casi di Covid-19 nelle scuole è stato redatto dal gruppo di lavoro formato da ISS, Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione, INAIL, Fondazione Bruno Kessler, Regione Veneto e Regione Emilia-Romagna. L’obiettivo è quello di fornire un supporto operativo per la gestione dei casi di bambini e ragazzi con segni o sintomi del Covid-19 a scuola e per la preparazione, il monitoraggio e la risposta a potenziali focolai nell’ambito scolastico e dei servizi educativi dell’infanzia, adottando modalità basate su evidenze e o buone pratiche di sanità pubblica, razionali, condivise e coerenti sul territorio nazionale, evitando così frammentazione e disomogeneità. Il documento, con taglio operativo, indica le precauzioni da adottare a partire dal momento in cui un alunno o un operatore scolastico risultino casi sospetti o positivi.
Nel caso in cui un alunno o un operatore scolastico abbiamo sintomi compatibili con il Covid-19, sia a scuola che a casa, saranno attivati:
- il referente scolastico
- i genitori
- il pediatra di libera scelta o il medico di medicina generale
- il Dipartimento di Prevenzione
Le misure in dettaglio sulla gestione dei casi di Covid-19 a scuola
Se un alunno dovesse manifestare la sintomatologia del Covid-19 a scuola, le indicazioni prevedono che:
- l’alunno vada isolato in un’area apposita, assistito da un adulto che indossi una mascherina chirurgica,
- i genitori vengano immediatamente allertati ed attivati.
Una volta che il bambino o ragazzo sarà riportato a casa, i genitori dovranno contattare il pediatra di libera scelta o medico di famiglia. Dopo avere valutato la situazione, il medico deciderà se è necessario contattare il Dipartimento di Prevenzione (DdP) competente pere effettuare il tampone.
Se il tampone dovesse essere eseguito e risultasse positivo, il DdP competente condurrà le consuete indagini sull’identificazione dei contatti e valuterà le misure più appropriate da adottare tra le quali, quando necessario, l’implementazione della quarantena per i compagni di classe, gli insegnanti e gli altri soggetti che rientrano nella definizione di contatto stretto. In ogni caso, la scuola deve effettuare una sanificazione straordinaria.
Le scuole, poi, devono fare anche il monitoraggio delle assenze per individuare casi di classi con molti alunni mancanti, che potrebbero essere indice di una diffusione del virus e che potrebbero richiedere una indagine mirata da parte del Dipartimento di Prevenzione.
Ulteriori informazioni sono sul sito web del Ministero della Salute.
Il presidente dell’ISS, Silvio Brusaferro, spiega: “In una prospettiva di possibile circolazione del virus a settembre e nei prossimi mesi“, poiché non è possibile l’azzeramento dei contagi, “è stato necessario sviluppare una strategia nazionale di risposta a eventuali casi sospetti e confermati in ambito scolastico o che abbiano ripercussioni su di esso, per affrontare le riaperture con la massima sicurezza possibile e con piani definiti per garantire la continuità”.
La riapertura delle scuole italiane a settembre pone una sfida per tutti, non priva di rischi, ricordando anche i recenti studi sugli elevati rischi di contagio del virus dai bambini asintomatici.
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