Una ragazza ha avuto un comportamento avventato che purtroppo sta pagando a caro prezzo.
Unimamme, in questa strana estate con lo spettro del coronavirus tutti quanti abbiamo dovuto prendere precauzioni per limitare il contagio da questo virus che comunque è ancora presente. Sui viaggi all’estero, sull’apertura e poi chiusura delle discoteche, per esempio, si è discusso e polemizzato a lungo, ora arriva la testimonianza molto toccante di una ragazza.
Martina è una ragazza di 20 anni come tanti che, quest’estate ha dovuto adeguarsi alle varie restrizioni per limitare il proliferare del virus che ci ha costretti alla chiusura nei mesi passati, tutto tranne una cosa.
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La ragazza, che ora sta vivendo un momento molto difficile, ha voluto inviare una lettere al Corriere per mettere in guardia tutti i suoi coetanei dalla pericolosità di determinati comportamenti. “Io e i miei amici avevamo deciso di non andare in discoteche e posti chiusi per evitare i contagi” ha scritto la ragazza.
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La sera “fatale” però la ragazza e i suoi amici hanno fatto un’eccezione, perché era il compleanno di uno di loro e sono andati in discoteca dove hanno trascorso una serata spensierata. “Decidemmo che per una sera non sarebbe successo niente. Fu l’inizio del film horror che sto vivendo”. Dopo la serata Martina ha iniziato ad avvertire tosse e raffreddore, ma pensava fosse dovuto all’aria condizionata del locale.
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Insospettita si è recata dal medico che l’ha rassicurata dicendole che i sintomi non erano quelli del coronavirus. Così la giovane ha proseguito con la sua vita, finché, una settimana dopo, dalla discoteca è arrivato l’avviso che c’era stata una persona positiva e che tutti dovevano farsi il tampone. Martina è risultata subito positiva e così anche tanti altri suoi famigliari. I nonni, il papà, la cuginetta di 12 anni. Tutti positivi. Unica eccezione la mamma. Martina, la nonna e la cugina non hanno avuto problemi, dopo 4 settimane ora sono negative, il nonno è stato ricoverato per poi essere dimesso. La peggio l’ha avuta il papà che invece è ricoverato in terapia intensiva.
“Siccome stavo bene lui mi diceva che tanto non era il virus, che non aveva voglia di starmi lontano… e gli ho dato abbracci e baci… voglio tanto bene a papà“. Martina ora è molto giù, fatica ad alzarsi dal letto, non mangia, il ricordo della serata e di quello che è successo in seguito la ossessiona. “Ripenso continuamente alla felicità di quella serata, alla sua orribile conseguenza, e prego che papà riesca a superare anche questa. Spero almeno che la mia storia possa essere utile ai miei coetanei“. Sempre su questo tema vi ricordiamo la campagna di poco tempo fa: “ogni anziano è tuo nonno”.
Unimamme, voi cosa ne pensate di questa vicenda riportata su Huffington Post? Noi speriamo che faccia riflettere tutti, non solo i ragazzi. Vi invitiamo a leggere anche il messaggio della moglie del paziente numero 1 di Codogno che invita a usare la testa.
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