Le regole per una buona alimentazione in gravidanza: i cibi a rischio e le precauzioni da seguire.
Seguire una corretta alimentazione durante la gravidanza è indispensabile per la salute del nascituro e della donna. I cibi non sono tutti uguali e la mancanza di alcuni nutrienti essenziali può rappresentare un rischio molto elevato per lo sviluppo del feto e può compromettere anche la futura crescita del neonato. Per questo motivo è assolutamente indispensabile che la donna incinta segua una dieta corretta, assumendo le sostanze nutritive fondamentali, tra vitamine, acidi grassi, proteine, zuccheri e sali minerali. Saranno le raccomandazioni del medico a stabilire l’alimentazione da seguire, se del caso personalizzata alle esigenze e allo stato di salute della donna.
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Abbiamo già visto con un ampio approfondimento quali sono le regole fondamentali dell’alimentazione sana in gravidanza, secondo le indicazioni generali del Ministero della Salute. Scopriamo qui invece quali possono essere i cibi a rischio per la gravidanza e quali sono le precauzioni da prendere.
Alimentazione in gravidanza: i cibi a rischio e le precauzioni
Durante la gravidanza non tutti gli alimenti sono indicati. Anche quelli che consumiamo comunemente e che non costituiscono un pericolo per la salute possono tuttavia esserlo durante la gestazione. Per questo occorre fare molta attenzione a cosa si consuma e soprattutto alla preparazione del cibo. Frutta e verdura vanno lavate molto bene, mentre altri cibi vanno consumati soltanto cotti o usando particolari accortezze.
Alcuni alimenti, infatti, possono veicolare agenti patogeni come Listeria monocytogenes e Toxoplasma gondii, responsabili di patologie a carico del feto. Invece, altri alimenti possono veicolare germi responsabili di infezioni o tossinfezioni alimentari.
Il Ministero della Salute ha pubblicato un elenco dei principali alimenti che dovrebbero essere evitati in gravidanza o consumati con le dovute precauzioni.
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Latte crudo non pastorizzato. Rischio: Escherichia coli verocitotossici, Brucella spp. Da consumare solo dopo bollitura.
Uova crude o poco cotte. Rischio: Salmonella spp. Da consumare dopo accurata cottura (il tuorlo deve essere coagulato).
Carni crude o poco cotte (ad es. tartare o carpaccio), compreso pollame e selvaggina. Rischio: Toxoplasma gondii, Escherichia coli verocitotossici, Salmonella spp., Campylobacter spp. Occorre cuocere bene la carne fino al cuore (deve scomparire il colore rosato).
Salsicce fresche e salami freschi (poco stagionati). Rischio: Toxoplasma gondii, Salmonella spp, Listeria monocytogenes. Si deve cuocere bene fino al cuore (deve scomparire il colore rosato). La stagionatura molto breve rende il profilo di rischio di questi alimenti simile a quello della carne cruda.
Pesce crudo (ad es. sushi), poco cotto o marinato. Rischio: Listeria monocytogenes e, se non adeguatamente congelato, Anisakis spp. Il pesce va consumato solo dopo accurata cottura.
Frutti di mare crudi (cozze e ostriche). Rischio: Salmonella spp., virus dell’Epatite A e Norovirus. Vanno consumati solo dopo accurata cottura.
Prodotti pronti per il consumo a base di pesce affumicato. Rischio: Listeria monocytogenes. Si sconsiglia il consumo.
Formaggi a breve stagionatura, a pasta molle o semimolle, con muffe. Rischio: Listeria monocytogenes. Preferire altre tipologie di formaggi.
Frutta e verdura cruda, frutti di bosco surgelati. Rischio: Toxoplasma gondii, Salmonella spp., virus dell’epatite A e Norovirus. Le verdure vanno consumate solo dopo accurato lavaggio, comprese quelle in busta già pronte per il consumo. Anche la frutta va consumata ben lavata, meglio se sbucciata, invece i frutti di bosco surgelati solo cotti.
Altre raccomandazioni riguardano il consumo di pesce. Il Ministero della Salute consiglia di non superare una porzione da 100 g alla settimana di grandi pesci predatori, come pesce spada, squaloidi, marlin, luccio, e di non consumare tonno più di 2 volte a settimana. Vi abbiamo già parlato del rischio di assunzione di mercurio dal consumo di pesce, soprattutto dei pesci di grossa taglia. In caso si vogliano comunque consumare questi pesci, il Ministero consiglia di non prevedere nella dieta settimanale altre specie di pesce, per evitare una maggiore esposizione ai possibili contaminanti (come il metilmercurio). Inoltre, vanno eliminare le parti scure, di aspetto bruno-verdastro, contenute nel cefalotorace dei granchi, per limitare l’esposizione al cadmio.
Ricordiamo anche che tra gli alimenti da limitare in gravidanza c’è la liquirizia per gli effetti che può avere sullo sviluppo cognitivo del bambino, secondo alcuni studi. Non è sconsigliata del tutto, ma va evitato il consumo eccessivo.
Secondo le regole basilari di igiene, poi, è necessario lavare le mani prima e dopo aver toccato alimenti crudi, mantenere separati i cibi crudi da quelli cotti e refrigerare subito gli alimenti già cotti, se non mangiati al momento, e riscaldarli accuratamente fino al cuore, prima di consumarli. I prodotti preconfezionati deperibili vanno consumati subito dopo l’apertura e mai oltre la data di scadenza.
Ulteriori informazioni sul portale del Ministero della Salute.
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