Lettura e bambini: in un mondo in cui la tecnologia fa da padrone, quale approccio va utilizzato con i più piccoli per farli leggere?
Il mondo in cui viviamo è arrivato a un punto tale di tecnologia che solo con un click è possibile avere il libro che più desideriamo sul nostro telefono o ebook.
Proprio a causa di questo il modo dell’editoria in generale, dall’informazione fino alla narrativa, sta vivendo una grande crisi senza precedenti.
Le cause non solo da ricercare nell’avanzamento tecnologico, ma anche nell’interesse sempre più basso da parte di adulti e bambini nei confronti della lettura.
In realtà leggere rappresenta una tappa importante nella crescita di ogni bambino e fare in modo che i più piccoli si avvicinino ai libri è un compito che molto spesso spetta ai genitori. Ecco alcuni consigli per farli appassionare alla lettura.
Anche la scuola cerca di rendere più fruibile la lettura ai più piccoli, ma non sempre le insegnanti o chi per loro riescono nell’intento.
Se la famiglia riesce a inserire questa pratica nella routine quotidiana del bimbo, i benefici sono diversi. Tanto che in un articolo precedente abbiamo già affrontato quali sono i vantaggi che aiutano e accompagnano i più piccoli nella loro crescita.
Ma un dibattito recentemente attanaglia molte famiglie: è meglio fare leggere i propri bimbi sui libri cartacei o sugli e-book?
Per il momento non esiste una risposta universale, in quanto in questo campo, dal momento che è ancora in transizione, esistono le posizioni più disparate.
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Anche la scuola, soprattutto in Italia, non è riuscita a stare del tutto a passo con i tempi tanto che i bambini studiano e leggono su libri cartacei e molto spesso le insegnanti non sono in grado di essere d’esempio nell’utilizzo degli e-book.
La stessa cosa accade anche nelle famiglie italiane che vivono ogno giorno un vero e proprio generation gap dove gli adulti sono a favore della carta stampata, mentre i giovani si sentono più a loro agio con tablet, telefoni, kindle e kobo.
In base ad alcune ricerche e sondaggi condotti in questi anni negli Stati Uniti da PlayCollective e Digital Book World e in Italia da alcuni enti come AIB (Associazione italiana blioteche) e MLOL (MediaLibraryOnLine) insieme ad alcuni siti, è emerso che il 70% degli intervistati non usa libri digitali per fare leggere i bambini.
Le percentuali sono abbastanza alte anche tra i bibliotecari e gli insegnanti: rispettivamente il 44% e 33,3% dice di non possedere gli strumenti adeguati per far utilizzare solo il digitale.
Dunque percentuali alte che trovano una conferma nel periodo appena vissuto.
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In questi lunghi mesi di lockdown in cui le scuole di ogni ordine e grado, comprese le università, sono state chiuse a causa dell’emergenza sanitaria, molti studenti si sono trovati in difficoltà perché non in possesso dei mezzi necessari per seguire le famose lezioni online.
Al di là di questo e ritornando ai sondaggi, pare che il 90% tra bambini e ragazzi intervistati preferisca leggere almeno una volta a settimana su un dispositivo elettronico.
Ma che cosa dicono effettivamente questi dati? In realtà mettono in mostra una discrepanza generazionale, come già si è detto: cioè i più piccoli preferiscono il digitale, mentre gli adulti sono legati al libro cartaceo.
In realtà non esiste una cosa migliore dell’altra e non è possibile affermare nemmeno che il cartaceo sia superiore all’e-book e viceversa.
Si tratta semplicemente di due approcci alla lettura diversi che, in base alle proprie preferenze e predisposizioni, trovano successo da una parte e dall’altra.
L’unica cosa davvero importante da dover fare è quella di appassionare i propri figli alla lettura.
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E voi Unimamme siete pro digitale o ancora legate al libro di carta?
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